martedì 11 febbraio 2014

"Marò" in India - quegli strani intrecci tra politica e interessi commerciali

Ma c'è qualcosa che si vuole nascondere dietro la vicenda dei due Fucilieri del San Marco in "ostaggio" in India da 2 anni? suppongo di si! 

In merito a tale supposizione desidero inserire un significativo commento dell'Ambasciatore Giulio Terzi tratto dal suo profilo Facebook

BASTA PERDITE DI TEMPO E MEZZE PAROLE….le circostanze e l'urgenza non lo permettono più! 


CASO MARO': TERZI, ERRORE MONTI SU ISTIGAZIONE PASSERA RIMANDARLI IN INDIA 
Roma, 10 feb - Se oggi i nostri maro' si trovano in questa situazione, la colpa e' del governo Monti. Parola dell'ex Ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, che in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati accusa: ''Questa vicenda e' frutto di un vergognoso errore di Monti su istigazione dell'allora ministro Passera'', che hanno rispedito i due militari italiani in India dopo che erano rientrati in Italia. Dimessosi dalla Farnesina in segno di protesta con le decisioni di Monti, Terzi risponde cosi' quando gli chiedono per quale motivo allora il governo italiano abbandono' la procedura di un arbitrato internazionale, che in un primo momento era stato annunciato e avviato: ''Non so perche' fu abbandonata la strada dell'arbitrato, posso dirvi però che le motivazioni che mi vennero vibratamente rappresentate da Monti e Passera per ribaltare la decisione di trattenere i Maro' in Italia erano fondate su motivazioni di natura economica, per i danni che avrebbero eventualmente potuto subire le nostre imprese dalle reazioni indiane''. Terzi sottolinea: ''La procedura di arbitrato internazionale era stata annunciata l'11 marzo, e avviata, poi io mi ero ormai dimesso, ed è stata inspiegabilmente lasciata cadere. Ci si e' affidati interamente agli indiani e questa decisione e' stata confermata dal Governo Letta. Non vedo ancora nessuna discontinuita' nella linea adottata dall'attuale esecutivo'', ha poi sottolineato Terzi, secondo cui l'India su questa vicenda sta facendo "il gioco dell'oca con dadi truccati". (Giulio Terzi)
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Ora per i due "maròcon colpevole ritardo, si stanno muovendo  un po' tutti i politici del nostro Paese e anche quegli esteri. Ha parlato pure il premier Enrico letta attraverso un tweet dicendo: "inaccettabile l'imputazione proposta da autoritá indiane. Uso del concetto di terrorismo da rifiutare in toto. Italia e Ue reagiranno".
Non è mancato neppure l'intervento del Presidente Napolitano che in una nota del Quirinale (31.01.2014), al termine di un incontro tra Napolitano e i parlamentari che hanno fatto visita ai due fucilieri di Marina a New Delhi, fa sapere che il capo dello Stato "ha condiviso l’impegno" del governo "a dare il massimo rilievo politico internazionale a una vicenda gestita finora dalle autorità indiane in modi contraddittori e sconcertanti". Una internazionalizzazione della crisi sui cui Napolitano si batterà in prima persona, intensificando i contatti con i capi di Stato amici. 
Quindi secondo le parole dell'Ambasciatore Terzi risaltano i nomi di Mario Monti e di Corrado Passera, ma probabilmente non saranno stati i soli a volere rispedire in India Latorre e Girone.
Mi chiedo se, nel decidere questa nefandezza, è stato consultato o almeno informato il nostro Capo di Stato Giorgio Napolitano.
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India, Italia nell'impasse sui marò per via degli interessi economici

Sul sito dell'ambasciata italiana a New Delhi c'è un documento che celebra la crescita degli scambi commerciali tra i due paesi. E che spiega, molto più delle dichiarazioni di indignazione di Letta e Bonino sull'imputazione di terrorismo, perché in realtà il nostro governo resta nel guado rispetto alla vicenda di Latorre e Girone

 “L’India rappresenta oggi un mercato dalle straordinarie potenzialità, forse unico, a livello globale”. Se la vicenda dei due marò Latorre e Girone è delicata e costellata di passaggi complicati, brilla per chiarezza – appena a latere della controversia giuridica - ciò che compare sul sito dell’ambasciata italiana a New Delhi, rimasto online anche adesso che la Suprema corte indiana ipotizza l’accusa di terrorismo (sulla base della legge antipirateria) contro i due fucilieri, e il premier Letta protesta, e il ministro Bonino non esclude il ricorso all’Onu e Tajani invoca il ricorso alla Ue.

Illuminanti excursus sulle relazioni economiche tra i due paesi, nella sezione apposita: “Negli ultimi 20 anni, dal 1991 al 2011, l’interscambio commerciale Italia-India è cresciuto di 12 volte, passando dal 708 milioni di euro a 8,5 miliardi di Euro” si legge ancora nell’outlook. “Nell’anno 2011 (fonte ISTAT) l’interscambio complessivo è aumentato del 18,2% confermando l’Italia quale 4° partner commerciale dell’India tra i Paesi UE, dopo Germania, Belgio e Gran Bretagna”. E ancora: “I Governi dei due Paesi si sono dati un obiettivo di 15 miliardi di Euro di intercambio entro il 2015”; “sulla base di fonti Eurostat  l'Italia ha investito 694 milioni di Euro in India nel 2011, quasi il triplo rispetto al 2010”. (il documento completo è qui ).

Discorso parallelo, e in parte identico, si ritrova su infoMercatiEsteri, piattaforma in partnership con il ministero degli Esteri. Dove si spiega, fra l’altro, che nel 2012 l’export verso l’India valeva oltre tre miliardi di euro (3.383,2) l’ import quasi quattro (3.752,1). Oltre quattrocento imprese presenti in loco: dalla Fiat alla Ferrero, dalla Piaggio alla Luxottica, Assicurazioni Generali, Bauli, e via dicendo. La lista completa è qu i, e il colpo d’occhio vale la pena. 

 ''Starò con loro fino a stasera, ho trovato due persone forti e determinate a non farsi abbattere. Siamo decisi a perseverare nelle nostre rivendicazioni perché siamo nel giusto.'' Il ministro Mario Mauro, in India per seguire la vicenda dei marò ribadisce: ''Episodio avvenuto in acque internazionali, è competente l'Italia e non la giurisdizione indiana. La legge antiterrorismo è l'unica che permette di invertire l'onere della prova ed è per questo che viene utilizzata, ma è palesemente infondata ed è stata negata dalla stessa Corte Suprema indiana l'anno scorso. Nessuno nega la morte dei pescatori, ma non ci sono prove di alcun tipo e non c'è un processo.'' Intervista al ministro della Difesa Mario Mauro di Silvia Garroni  (Qui il video)
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