venerdì 14 febbraio 2014

New York Times: “Gli euroscettici hanno ragione, l’UE esploderà come una supernova”

Il New York Times: “L’Unione Europea si è dimostrata un totale fallimento e anche i paesi forti non ne possono più di questo sistema anti democratico e tecnocrate”.




Più o meno dalla sua nascita, l’Unione europea è stata il soggetto di discorsi apocalittici, una modalità di crisi permanente, che ha lavorato egregiamente per migliorare la sempre più stretta integrazione. Oggi, tuttavia, la situazione è differente, ed è seria. Gli europei non sono mai stati così stanchi e disillusi, rispetto alle promesse dei mandarini europei.
Nella corsa per le elezioni del parlamento europeo in maggio, lo spazio tra cosa è economicamente necessario e cosa è politicamente giustificabile, sta crescendo pericolosamente. L’Europa è uscita dagli ultimi anni di crisi con nuovo slancio, e nonostante ciò, la situazione ha delle reminiscenze di quando una stella raggiunge la sua massima densità ed esplode. Se così fosse, esisterebbe un rimedio per quello che l’analista Roderick Parkes ha chiamato il “Momento Supernova”?
Ci sarebbe, ma richiederebbe che la Germania, il paese più grande e più potente dell’Unione, supporti un’idea che ha sempre fieramente rifiutato: attivare quell’invertitore di spinta per certe parti del progetto di unificazione, in modo da poter ridurre lo stress politico del continente. Per la precisione, questo significherebbe “ascoltare le idee del primo ministro inglese, David Cameron”.
L’integrazione, sostiene Mr.Cameron, dovrebbe essere rivalutata in una varietà di ambiti decisionali (legislazioni sociali, occupazionali ed ambientali, per esempio), e riportata indietro alle scelte dei singoli Stati. Questo permetterebbe a Bruxelles di concentrarsi in settori più centrali per la sua visione, come l’unificazione monetaria, la sicurezza energetica e la crescita. Il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha ignorato queste idee con un misto di ansietà, rifiuto e mancanza di visione.Ora, ci ripensi, per la causa europea.
I sondaggi mostrano come le forze antieuropee stiano guadagnando terreno nei principali paesi dell’Unione. In Francia, il partito di destra (estrema, ndr) “Fronte Nazionale” si posiziona al primo posto mentre in Olanda succede la stessa cosa con il “Freedom Party”. Tutti e due i partiti hanno deciso di allearsi per correre alle europee. Il gruppo di nazioni che è sempre stato all’avanguardia, potrebbe trasformarsi in un’arena di politici chiassosi, dedita alla distruzione dell’Europa dal suo interno.
Uno si meraviglia, di quanti avvertimenti abbia bisogno Mrs.Merkel, per capire che se l’Europa deve essere fondata su un consenso democratico, beh, è giunto il momento di farlo! Quasi ogni volta che gli elettori hanno avuto la possibilità di dire la loro sulla forma, velocità e profondità dell’integrazione, hanno detto “stop”. Ma gli architetti dell’Europa non li hanno mai ascoltati. Adesso, potrebbero non avere più alternative.
Nel passato, i fautori dell’integrazione, hanno visto l’unificazione come un processo ad una sola direzione, con l’unica variabile della velocità. Ora, questo momento critico ci offre la possibilità unica di fare le pulizie di primavera (nessuna ritirata, ma solo la rimozione di quelle funzioni dell’unione, che si sono rivelate meno utili e più controverse, di quanto i loro creatori avessero immaginato).
Un primo passo, sarebbe che i leader europei ammettessero come il processo dell’integrazione continentale, non sia stato un completo successo. Tutti, tranne loro, possono tranquillamente ammettere, che l’unione sia cresciuta decisamente troppo per gestire le piccole questioni, e troppo poco per gestire quelle grandi. Ha bandito le lampadine ad incandescenza, ma non è capace di implementare una politica energetica comune.
E’ troppo molle sulle questioni centrali ed è troppo decisa sulle questioni superficiali. Incapace di mettere in comune le capacità militari, ed allo stesso tempo sovrastata freneticamente, in merito ai presunti errori di politica estera degli altri.
Sorprendentemente, l’unione sta fallendo nel mantenere l’unica vera promessa, e cioè creare un efficiente blocco a moneta unica. Non c’è stata una sola volta in cui gli stati membri abbiano rispettato le regole.
Adesso sono le persone sbagliate, i populisti, che stanno facendo le domande giuste. E’ davvero una buona idea, per esempio, di dare ancora più potere alla Commissione europea, un organismo che si è ripetutamente dimostrato più capace nell’emanare leggi che a farle rispettare?
Uno dei motivi alla base dei problemi dell’euro, è che la Commissione è semplicemente ignorata dai governi nazionali, quando si tratta di questioni politiche esistenziali.
I leader europei dovrebbero anche ammettere, che i cosiddetti euro-scettici hanno avuto spesso ragione nel passato, e che fu un errore bollarli come eretici primitivi e reazionari. Storicamente, spesso sono stati gli eretici a costringere un sistema di credenze, a confrontarsi con le proprie debolezze. E così dovrebbe essere per l’Unione europea.
Jochen Bittner
Tratto dal New York Times.

(Fonte)
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