martedì 21 luglio 2015

MOGHERINI E GLI SPRECHI DI PALAZZO BRUXELLES

1. TELEGRAPH CONTRO “GLI SPRECHI DI BRUXELLES” PIATTI E POSATE D’ARGENTO PER TRE MILIONI DI EURO


Mentre proprio l’Europa impone a tutti rigore e austerità, il servizio diplomatico dell’Unione ha ordinato servizi di piatti in stile imperiale, bicchieri in cristallo, porcellane e posate in argento, per circa tre milioni di euro: serviranno a ospitare banchetti, party e visite di dignitari a Bruxelles e nelle 140 rappresentanze dell’Unione all’estero.

A rivelarlo, in maniera apertamente critica, è il britannico Daily Telegraph: stando alle indiscrezioni pubblicate dal quotidiano, i servizi da tavola sono in preziosa ceramica col bordo dorato e un’incisione della bandiera europea. A essi si affiancano bicchieri da whisky, brandy e champagne, oltre a vassoi in argento, candelabri ed altro. Il conto finale si avvicina ai tre milioni di euro. Secondo il giornale, questa cifra è circa dieci volte il costo di un analogo ordine effettuato di recente dalla Casa Bianca.

 Il quotidiano sottolinea che il Servizio europeo per l’azione esterna, creato nel 2009 dal trattato di Lisbona, «sta assumendo un’importanza via via maggiore». Poi il giornale conservatore britannico precisa: «È guidato dall’alto rappresentante Federica Mogherini, un’ex giovane comunista diventata poi ministro degli Esteri italiano. Il servizio ha uno staff di 3.400 persone e un budget di 793 milioni di euro, con sedi persino alle Seychelles, in Australia, Canada e Kazakhstan».


2. IL SERVIZIO DA TRE MILIONI DI LADY MOGHERINI

Da «Giovane Comunista» ai servizi da tavola in porcellana e cristallo. Il quotidiano britannico Daily Telegraph non fa sconti a Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune (Pesc è l'acronimo in inglese). Perché se c'è una cosa che gli euro-scettici d'oltremanica non sopportano più della politica estera di Bruxelles sono le spese di rappresentanza per la politica estera di Bruxelles.

Il Daily Telegraph ha fatto i conti di quanto costa la diplomazia della Ue nel suo momento più glamour, cioè quello dei pasti ufficiali, titolando su come una cena possa arrivare anche a 2 milioni di sterline (oltre 3 milioni di euro). Stando alle indiscrezioni del quotidiano conservatore, il Servizio Europeo per l'Azione Esterna comprerà servizi da tavola - utilizzati in occasione di ricevimenti tanto a Bruxelles che presso le 140 rappresentanze Ue all'estero - degni di un imperatore (sempre citando il titolo): i piatti saranno, sempre secondo il «gossip comunitario», in preziosa ceramica cinese col bordo dorato e abbelliti da un'incisione della bandiera europea, accompagnati da migliaia di bicchieri da whisky, brandy e champagne in cristallo.

E ancora vassoi, candelabri e molto altro, come centinaia di cestelli per il ghiaccio in argento. L'affondo arriva quando si tratta di indicare il prezzo: circa 2 milioni di sterline, che in tempo di austerity sembrano una beffa, considerato il difficile momento che sta vivendo l'Unione europea (vedi Grecia ed emergenza migranti), a parità circa dieci volte il costo di un analogo ordine di recente effettuato dalla Casa Bianca.

Ed eccola la cena che costa 2 milioni di sterline: posto a sedere (623 pound), cristalli (314.000), porcellane (384.000), catering con 3.360 persone, 210 lavastoviglie, 560 bottiglie di vino e una panca lunga quasi 900 metri se tutti i commensali si sedessero una accanto all'altro. Il Daily Telegraph mette le mani avanti e spiega che il Servizio Europeo per l'Azione Esterna (in inglese European External Action Service, Eeas) è stato creato nel 2009 dal trattato di Lisbona e «sta assumendo un'importanza via via maggiore».

Il riferimento temporale è importante: quando è stato istituito l'Eeas come Alto rappresentante c'era la britannica baronessa Catherine Ashto quindi se viene utilizzata un’espressione in divenire vuol dire che è “adesso” che il portafoglio sta venendo troppo aperto.

Ed ecco che il quotidiano conservatore individua la responsabile: Federica Mogherini, che viene descritta come «ex Giovane Comunista diventata ministro degli Esteri italiano». Oggi il Servizio Europeo per l'Azione Esterna ha uno staff di 3.400 persone e un budget di 793 milioni di euro, con sedi persino alle Seychelles, in Australia, Canada e Kazakhstan.

L'Eeas risulterebbe sempre più apprezzato dagli Stati Uniti, non così in Gran Bretagna, dove sono sempre maggiori i timori da parte dei deputati preoccupati di vedere ridimensionato il Foreign and Commonwealth Office, il ministero degli Affari esteri britannico.

La questione è sentita, vuoi per il noto euro-scetticismo, vuoi per la particolarità della diplomazia di Londra, con paesi come Australia, Nuova Zelanda, Canada, Giamaica che hanno come capo di Stato il sovrano britannico. E se già oltremanica si considera Bruxelles come un carrozzone burocratico pagato dai contribuenti, immaginatevi ora che la diplomazia di Bruxelles è in mano a una «ex Giovane Comunista».


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