giovedì 7 febbraio 2013

Droni, il lato oscuro di Obama

Il presidente Usa svela gli attacchi degli aerei senza pilota. Ma non chiude Guantanamo. E affida la Cia all'uomo di Bush.

In protesta davanti alla Casa Bianca, contro la base di Guantanamo. 

Barack Obama rinnega definitivamente la chiusura di Guantanamo, calando l'asso sui droni.
Al Congresso americano, dove l'ex capo del contro-terrorismo John Brennan attende di ricevere la conferma a capo della Cia, l'amministrazione Usa si è decisa per un gesto eclatante, sempre rifiutato.
Dire tutta la verità sugli aerei senza pilota, rivelando le norme confidenziali che regolano l'uccisione all'estero di cittadini anche statunitensi, estremamente pericolosi per la sicurezza nazionale.
A stilare la kill list degli uccisi è stato, per anni, l'agente Brennan: una vita alla Cia come analista del Medio Oriente e dell'Asia, storico capo della stazione dell'Arabia saudita dove ha fatto installare una base segreta di droni, e direttore, anche durante l'amministrazione Bush, del National counterterrorism center.


FAVOREVOLE ALLE TORTURE. Considerato il massimo teorico delle esecuzioni mirate, Brennan ha in curriculum anche la macchia di aver appoggiato pubblicamente, dopo la strage delle Torri Gemelle, l'uso della tortura nelle prigioni e le extraordinary rendition (i trasferimenti dei sospetti terroristi), in campi come Guantanamo, a Cuba.
Un'aspra contestazione al Senato dell'ala liberal trattenne Obama dal nominarlo a capo della Cia nel 2008, ripiegando sul più conciliante Leon Panetta. Ma è chiaro che, già allora, il presidente degli Usa si fidava ciecamente dello stratega che, aggirando la conferma dei parlamentari, incaricò poi suo assistente per la sicurezza interna.
GUANTANAMO NON SI CHIUDE. Non si trattò, come per alcuni segretari o capi militari, di un'eredità repubblicana o di compromessi politici. Ma, a questo punto, della convinzione di Obama a non rompere - nonostante le promesse - con il passato.
Lo ha dimostrato un'altra decisione presa, a gennaio, con l'inizio del secondo mandato: smantellare l'ufficio per la chiusura del penitenziario di Guantanamo.

Smantellato l'ufficio per chiudere la prigione cubana

Appena eletto nel 2008 il presidente degli Usa - premio Nobel per la pace nel 2009 - fece un primo passo per mantenere fede all'Obama dream: nominare l'ambasciatore Daniel Fried inviato speciale per «la chiusura, entro un anno del penitenziario di Guantanamo».
Sempre nel 2009, anche il consigliere Brennan tentò di riabilitarsi agli occhi degli Usa, disconoscendo alcune pratiche di tortura dell'era Bush, come il waterboarding. Colpevoli, ammise, di aver favorito il proliferare del terrorismo e la perdita di credibilità degli Usa all'estero.
LA GUERRA AL TERRORE. Il capo della Cia in pectore si ripromise inoltre di non utilizzare più, in futuro, la parola 'jihadisti', per etichettare gli estremisti islamici, così da non alimentare l'idea degli Usa in conflitto con la religione musulmana.
Tuttavia, presto Obama si sarebbe reso conto dell'inconciliabilità, negli Usa, tra la guerra al terrorismo, sferrata in nome delle quasi 3 mila vittime dell'11 settembre 2001, e la tutela dei prigionieri illegalmente arrestati e illegalmente detenuti.
La proposta di giudicarli nei tribunali ordinari, anziché militari, fu pressoché irrealizzabile, sia per gli ostacoli messi dai repubblicani alla Camera, sia per i paletti dei vari Stati federati.
IL FALLIMENTO DI FRIED. L'alternativa irrealistica fu rispedire i detenuti meno pericolosi (classificati «di basso livello») nei Paesi d'origine, tentando di convincere altri Stati ad accogliere chi non poteva essere rimpatriato.
Ma anche in questo caso, se si esclude la Svizzera, Fried trovò le porte sbarrate dei Paesi alleati. A parole, alcuni capi di governo furono possibilisti. Ma, all'atto pratico, le cancellerie dell'Ue (Italia inclusa) furono sempre molto fredde, prendendo tempo nell'aprire fascicoli e le pratiche per possibili traduzioni di prigionieri.

I segreti di Brennan, mente dei droni e della kill list dei terroristi

Spostare Fried a occuparsi di sanzioni alla Siria e all'Iran, senza prevedere un suo sostituto, significa però porre una pietra tombale sulla chiusura di Guantanamo.
Con la nomina di Brennan alla Cia, la strada presa dalla Casa Bianca è invece quella perfezionare sempre di più la guerra preventiva al terrore, uccidendo presunti uomini di al Qaeda «ad alto rischio». Anche sganciando, come non di rado avviene in Pakistan e in Afghanistan, bombe intelligenti per errore sui villaggi popolati da donne e bambini.
Già nel 2011, dopo le elezioni di midterm che diedero la Camera in mano ai Repubblicani, Obama diede l'impressione  di aver gettato la spugna sulla battaglia per il diritti, virando energicamente rotta.
IL DIETROFRONT DEL 2011. Dal suo Studio ovale partì l'ordine di mantenere i prigionieri, a tempo indeterminato, nei campi in attesa dei processi militari, riaperti dopo la sospensione del 2009. E fu garantita l'impunità agli agenti della Cia che avevano torturato, «in buona fede» e «sotto il consiglio del dipartimento di Giustizia».
L'investitura di Brennan - l'uomo che il New York Times ha descritto come impegnato nei seminterrati della Casa Bianca, ad aggiornare le liste di qaedisti da prelevare e colpire - è il suggello della politica della vendetta, inaugurata da George W. Bush e perseguita, con mezzi sempre più raffinati, da Obama.
In fondo, se Osama bin Laden fu trovato e ucciso, il 2 maggio 2011, dagli Usa, il merito fu, in primo luogo, delle soffiate, sotto tortura, di un super detenuto di Guantanamo. La politica del waterbording ha dato dunque buoni frutti, anche per la campagna elettorale di Obama.
MEMORANDUM PUBBLICI. Rivelare, in via eccezionale, al Congresso i memorandum confidenziali sulle uccisioni mirate di «alti dirigenti operativi» di al Qaeda o «forze affiliate» con la cittadinanza Usa (nel settembre 2011, Anwar al Awlak, nato in New Mexico, fu eliminato con uno strike in Yemen) era una mossa di trasparenza necessaria, dopo le rivelazioni a catena della stampa americana. Sulle basi nascoste e i mille segreti dei droni.
Ma il gesto inedito di Obama spiana la via all'audizione di Brennan al Senato, sdoganando la definitiva legittimazione - militare e civile - dell'impiego dei droni. Finora, gli Usa hanno condotto oltre 400 strike in almeno tre Paesi (Pakistan, Yemen e Somalia). Per un bilancio, incluso bin Laden, di oltre 3 mila morti.
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