[ Queste sono solo tre lettere di situazioni (ma di simili casi ce ne sono a migliaia) che mi hanno profondamente rattristato. Non è possibile che uno 0,1% di incapaci e bastardi per mantenersi i loro privilegi abbiano ridotto un popolo in tali condizioni solo per un loro usufrutto ..... VERGOGNATEVI! ]
Mamma io e te dicono che siamo povere e che non abbiamo i soldi per mangiare.
Lettera 1
Ciao Andrea, sono una mamma che ti scrive dal Comune di Vigevano, detto il Comune Nazista.
Ieri la mia Miriam, bambina di 8 anni,
ha provato sulla sua pelle il significato della vergogna. Senza alcun
preavviso, Miriam é stata cacciata dalla mensa scolastica; la
motivazione? Non sono riuscita a pagarle la retta scolastica della
mensa.
Grazie al cuore di alcune maestre che hanno messo insieme un pasto, ha mangiato nel seminterrato insieme ad altri 13 bambini.
Io non sono stata messa al corrente di
quanto stava accadendo, quando sono andata a prendere la mia Miriam a
scuola, é scoppiata a piangere. Le sue parole sono state queste: “mamma
io e te dicono che siamo povere e che non abbiamo i soldi per mangiare,
sai che mi hanno portato nella sala sotto la scuola, delle maestre mi
hanno fatto mangiare li.”
Andrea credimi, mi é crollato il mondo addosso.
Sono una ragazza madre di 37 anni,
lavoro 8 ore al giorno lavando le scale dei condomini, riesco a portare a
casa 900 euro al mese, ma devo pagare luce, gas, spesa, mutuo ecc..
Quello che mi rimane sono centesimi e non riesco a pagare la retta
scolastica.
Tu potrai dirmi, chiedi aiuto al tuo comune.
Ho paura Andrea, ho una dannata paura
di chiedere aiuto al mio Comune, perché chiamerebbero un assistente
sociale, la quale mi porterebbe via l’unica cosa che mi tiene in vita,
la mia Miriam.
Ti chiedo solo di aiutarmi a smuovere
la coscienza del nostro (Sindaco Andrea Sala), e fargli capire che
negare un pasto ad una bambina di 8 anni per colpa di una mamma che non
riesce ad arrivare alla fine del mese, é un atto di disumanità.
(Fonte)
Ho paura, ho una dannatissima paura, mio marito ormai lo vedo sempre triste…
Lettera 2
Ciao Andrea ,
mi chiamo Pamela ti scrivo dalla
provincia di Salerno, sono sposata ed ho due meravigliosi bambini,
Alessandra 6 anni e Federico 9 anni. Una mia amica mi ha detto di
scriverti, io non posso farlo perché a casa non abbiamo il computer e
nemmeno internet, così ho deciso di farlo da casa sua, nella speranza
che tu possa fare un miracolo.
Il 3 ottobre 2011 mio marito ha perso
il lavoro, ”giorno terribile” , l’azienda per cui lavorava é fallita,
ma siccome la crisi nn sembrava ancora così profonda avevamo speranze di
trovarne un altro, intanto abbastanza tranquilli continuammo ad andare
avanti con la disoccupazione, nella speranza di trovare un altro posto
di lavoro, ma ancora oggi non é arrivato.
La disoccupazione scade tra 1 mese, siamo disperati, abbiamo paura, ci sentiamo dei falliti.
Toc… Toc… Toc; bussano alla porta… Chi
è? Sono il padrone di casa: Andrea, con i pochi soldi rimasti, abbiamo
preferito sfamare i nostri figli, anziché pagare l’affitto, purtroppo
il proprietario dell’appartamento ci comunica che dobbiamo liberare
casa, altrimenti si rivolgerà all’ufficiale giudiziario; non puoi
immaginare la nostra disperazione, come facciamo a lasciare questa casa?
Dove andiamo?
Andrea, pensa che Domenica scorsa Alessandra mi ha chiesto di mangiare i wurstel con le patatine, le ho detto che i supermercati erano chiusi, in verità non abbiamo i soldi per poterci permettere la carne… mi sento una fallita credimi; domenica prossima magari Federico mi chiederà un dolce, e dovrò prepararti l’ennesima scusa. Hai qualche suggerimento?
Purtroppo qui manca tutto, anche il necessario come ad esempio scarpe nuove per i bambini, o vestiti.
Ho paura, ho una dannatissima paura,
mio marito ormai lo vedo sempre triste e pensieroso abbattuto e
demoralizzato, non voglio nemmeno pensare ad un suo folle gesto.
Andrea ti prego, noi non chiediamo
soldi, ma soltanto un dannatissimo “lavoro”, che ci possa permettere di
andare avanti con dignità, senza sentirti dei falliti.
Magari non leggerai nemmeno questo messaggio.
(Fonte)
Andrea, non chiediamo la luna, chiediamo un lavoro, anzi, imploriamo che qualcuno si accorga che esistiamo
Lettera 3
Ciao Andrea, il mio nome é Anna; ho deciso di scriverti una lettera perché ho notato che ti batti per i più deboli.
Quelli che vedi in foto, sono Marco “mio marito” e Francesco 15enni “mio figlio”.
Andrea ti scrivo perché siamo in un
momento disperato, non vediamo alcuna luce, ma solo tanto buio; viviamo
in provincia di Piacenza, dove fino a qualche mese fa mio marito aveva
un lavoro.
Purtroppo per questa dannatissima mio
marito ha perso il lavoro, la ditta dove lavorava è fallita, lasciando
a casa 20 persone.
Lui ha 48 anni, da mesi gira l’intera
Lombardia per trovare un posto di lavoro, ma con insuccesso. Lui é molto
giù, perché pensa che alla sua età, nessuno vuole più assumerlo.
Io cerco di fargli capire che tutto
andrà bene, ma incominciò ad avere paura, sai quella paura
incontrollata, dove ti senti debole ed impotente, attendendo che il
destino ti porti verso il fallimento.
Andrea, non chiediamo la luna, chiediamo un lavoro, anzi, imploriamo che qualcuno si accorga che esistiamo.
Ti prego Andrea, chiedo a chi legge il
tuo Blog di darci una speranza, la speranza é sempre un miracolo, se
qualcuno dei tuoi tanti lettori ha la possibilità di offrirci un lavoro,
ci contatti, chiediamo semplicemente di poter sopravvivere.
Grazie di cuore. Anna
(Fonte)
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