CRISI GRECIA/ Voutsinos (Caritas): medicine in cambio di cibo per i figli, così vivono le nostre famiglie
LA SITUAZIONE IN GRECIA. "E' difficile, è sempre più difficile: nessuno sa cosa succederà". Padre Andreas Voutsinos, Vicepresidente della Caritas greca e vicedirettore Caritas di Atene,
ha la voce affranta che sembra spezzarsi mentre al telefono racconta a
ilsussidiario.net la situazione del suo Paese, la Grecia. Una voce
stanca: si percepisce il dolore di una realtà dove ormai da troppo tempo
non solo non si scorge alcun segno di cambiamento, ma anzi solo
peggioramenti. "Siamo dei poveri che aiutano altri poveri" dice "anche
la Chiesa cattolica è povera. Non abbiamo nessun sussidio da parte dello
Stato, ma dobbiamo pagare le tasse. Ci sono diversi vescovi che si
trovano in difficoltà, capita che non riusciamo a pagare le tasse.
Intanto aumenta il numero di famiglie che finisce a vivere per strada
mentre aumenta anche la violenza, i furti nelle case, le rapine ai
passanti". Rimane una sola certezza incrollabile, e la voce di Padre
Voutsinos finalmente si apre in un sorriso che si può percepire anche
attraverso il telefono: "Speriamo nel Signore, sappiamo che non ci
abbandonerà come hanno fatto tutti, governo e paesi europei. Dio ci
aiuta e ci dà la forza di andare avanti".
Padre Voutsinos, nei
giorni scorsi diversi produttori agricoli si sono messi spontaneamente a
regalare la frutta alla gente affamata per le strade. Com'è la
situazione?
La situazione è sempre più
drammatica. Le tasse sono altissime, i salari sono ridotti e si dice
che, adesso che stanno per terminare diversi tipi di contratto, gli
stipendi verranno ulteriormente abbassati. La gente ha paura, reagisce
anche brutalmente a queste notizie: non si sa davvero che cosa
succederà.
Si dice che siano in aumenti i casi di violenza, rapine a mano armata per le strade con una media di venti al giorno.
Certamente, i furti nelle
abitazioni e per le strade sono aumentati, assistiamo quotidianamente a
tante cose brutte. E nessuno sa dirci come andranno le cose.
Come Caritas riuscite ancora a far fronte al vostro impegno, il sostegno ai più poveri di cui lei ci ha raccontato in passato?
Continuiamo, certamente.
Ultimamente grazie a Dio abbiamo ricevuto aiuti da parte della Caritas
europea e anche da quella italiana. Abbiamo attivato contatti con
diversi istituti privati qui in Grecia, ma poi come può immaginare gli
aiuti finiscono e anche i rapporti con i privati. E allora bisogna
ricominciare tutto daccapo, cercare nuovi contatti, nuovi aiuti. Ogni
giorno aumenta il numero di coloro che vengono a chiederci aiuto,
soprattutto i giovani in cerca di lavoro, perché ormai più nessuno è
disposto ad assumere. E siamo qui, siamo tutti qui senza sapere cosa
succederà nel futuro.
Chi soffre di più sono le famiglie, è così?
Come Caritas ad Atene cerchiamo
di dare da magiare a duecento famiglie però non basta solo dar da
mangiare. Ci sono famiglie che non hanno i soldi per pagare l'affitto,
altre non riescono a pagare la luce o il gas. E' difficile, anche se
cerchiamo sempre di aiutare, ma anche la Chiesa è povera. Noi non
abbiamo nessun sussidio dallo Stato e in più paghiamo le tasse, anche se
talvolta noi e i nostri vescovi non riusicamo a farlo.
Chissà che situazioni le toccherà vivere in questo quadro di sofferenza.
Un altro problema enorme è che
in molti non possono permettersi neppure di comprare le medicine. C'è
una famiglia che viene nella nostra parrocchia, moglie e marito hanno
divorziato recentemente perché lei era diventata alcolizzata. Il marito è
rimasto a vivere con i loro due figli, che sono bambini piccoli, però
ultimamente ha perso il lavoro perché ha avuto dei problemi per via di
un attacco cardiaco. Ha bisogno di medicine, ovviamente, ma ha
rinunciato a comprarle per riuscire a comprare da mangiare ai figli.
Medicine in cambio di cibo, è così che vive la gente in Grecia.
Il vostro impegno però non si ferma.
Ci proviamo, ma i casi sono
talmente tanti che non si può aiutare tutti. Come possiamo aiutarli se
noi stessi non abbiamo mezzi? E' una povertà condivisa. Ma non smettiamo
di sperare, anche se ci capitano bambini di due, tre mesi i cui
genitori non hanno i soldi per comprare il latte per sfamarli.
Poveri che aiutano altri poveri: è questa la Grecia di oggi.
Infatti. Ci sono tanti che
vengono qui nella mia parrocchia a svolgere servizio per la mensa e che
sono ancora più poveri dei poveri che aiutano. Ma questo lo vediamo ogni
giorno: ognuno cerca di aiutare il prossimo.
Certamente state facendo qualcosa di straordinario.
Il problema è anche che oltre
alle famiglie che vengono da noi, ce ne sono tante altre che non
conosciamo e che hanno anche loro bisogno di aiuto. Bisogna andarli a
cercare nelle loro case. Se uno riesce a prendere 300 euro di pensione
riesce in qualche modo a sopravvivere, ma molti non hanno neanche questo
e per le strade aumentano le persone che hanno perso la casa. Ma Dio ci
aiuta, lo sentiamo, e ci dà la forza di andare avanti.
(di Paolo Vites - Fonte)
(di Paolo Vites - Fonte)
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