Fuori legge per colpa di Governo e Parlamento
E’ davvero inquietante leggere il Comunicato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica
dello scorso 9 febbraio con il quale il Ministero della Giustizia
informa che il decreto legge 11 dicembre 2012, n. 216 recante
“Disposizioni urgenti volte ad evitare l’applicazione di sanzioni
dell’Unione Europea” non è stato convertito in legge in tempo utile ed è
quindi decaduto, perdendo la sua efficacia.
Un fatto grave e senza precedenti, né
giustificazioni la cui responsabilità è tutta del Governo dei Professori
e del Parlamento della Repubblica.
Il Governo, sulla carta, più europeista
nella storia della Repubblica, quello del super-tecnico già Commissario
Europeo, Mario Monti si è, infatti, ridotto agli ultimi giorni del
proprio mandato – il Decreto legge ora decaduto è datato 6 dicembre
-per varare un pacchetto di disposizioni di legge indispensabili perché
l’Italia rimediasse ad una serie di gravi inadempimenti, di vecchia
data, agli obblighi su di essa gravanti in quanto membro dell’Unione
Europea, inadempimenti – vale la pena ricordarlo – dai quali ora
deriveranno sanzioni multimilionarie ai danni del nostro Paese.
E poi un Parlamento che nel corso
dell’ultima legislatura ha prodotto meno leggi di quante non ne abbia
mai prodotte in passato, incapace di convertire in legge un decreto
fondamentale per il Paese perché indispensabile in primo luogo a
rimetterci nel solco della legalità rispetto agli obblighi comunitari e,
in secondo luogo, a sottrarci al rischio – ormai divenuto certezza – di
una condanna al pagamento di salate sanzioni.
Guai, d’altra parte, a dimenticarsi che anche il Governo che, nel proprio mandato ha, di fatto, dettato l’agenda del Parlamento e lo ha telecomandato
attraverso un ricorso al voto di fiducia senza precedenti avrebbe ben
potuto – e certamente dovuto – fare di più per scongiurare il rischio
che le disposizioni contenute nel suo decreto “salva-sanzioni”,
andassero in fumo.
Ma il premier uscente ha, ormai da mesi,
priorità diverse rispetto alle sue responsabilità di Governo e, quindi,
ha, evidentemente preferito qualche comparsata in più in tv, piuttosto
che “perder tempo” a “ricordare” al Parlamento che quel decreto non
poteva esser lasciato scadere.
E’ andata così. Bisogna farse ne una
ragione ed aspettare ora che da Bruxelles ci comunichino a quanto
ammontano le sanzioni che ci verranno irrogate quali leader indiscussi
nella classifica dei Paesi Europei più inadempienti agli obblighi
comunitari.
La prossima volta però che il Presidente
Monti rivendicherà il suo spirito europeista e la sua vicinanza alle
istituzioni di Bruxelles varrà la pena ricordargli questa storia.
Così come, questa storia, gli andrà
ricordata quando dovesse rivendicare la propria politica anti-crisi
perché esporre il Paese alla condanna a sanzioni multimilionarie non è,
esattamente, ciò che ci si aspetta da chi si presenta come colui che ci
avrebbe traghettato fuori dalla crisi.
Ad ogni giorno che passa, purtroppo,
fatti e documenti spazzano via l’illusione nella quale tanti italiani
hanno, sin qui, voluto credere che, nell’ultimo anno, si sia fatto
davvero qualcosa per salvare il Paese.
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