«Formigoni dice di essere limpido?
Si arrampica sugli specchi»
Il funzionario della Popolare di Sondrio
trasformato in «cimice» dai pm
Formigoni? «Non è stata una bella situazione in conferenza stampa...
Quella di Gesù se la poteva risparmiare, anche perché sta dando del
Giuda a quell'altro (cioè a Pierangelo Daccò , ndr). Gli dicevano che il
presidente della Germania si è dimesso per molto meno e lui si
arrampicava sugli specchi, a un certo punto stava dicendo di quelle
cagate... "Sono limpido come l'acqua di fonte", eehh, non fare il
figo!».
Si mettono davvero male le cose per il Gesù di turno se a farsene beffe,
quando proclama la propria limpidezza, è persino uno dei suoi discepoli
più stretti. Come appunto il segretario particolare del presidente
della Regione, Mauro «Willy» Villa, che la mattina del 18 aprile 2012
commentava così al telefono con un amico l'autodifesa-show in una
videochat al Corriere («sono limpido come acqua di fonte, anche Gesù ha
sbagliato nella scelta di uno dei collaboratori») di Formigoni,
all'epoca non ancora indagato ma chiamato per la prima volta in causa
dal quotidiano sui viaggi pagatigli da Daccò: cioè da chi nello stesso
tempo «apriva porte» in Regione per gonfiare le remunerazioni pubbliche
pretese da Fondazione Maugeri e San Raffaele, e da questi colossi della
sanità privata veniva a sua volta ricompensato in proporzione ai propri
servigi con 70 milioni di euro.
Leggi a favore dei privati
Sullo sviamento ai privati Maugeri e San Raffaele dei soldi pubblici nella sanità, Formigoni è chiamato in causa anche dall'ex direttore generale della Sanità regionale Francesco Beretta, ex Memores Domini e per 4 anni convivente di Formigoni: «È così, quando ero in Regione vi erano decisioni assunte dal presidente alle quali bisognava trovare soluzioni tecniche che garantissero il risultato di erogare all'ente richiedente la somma richiesta. L'esempio del San Raffaele è evidente». Tutto a scapito dei cittadini, perché l'«eccesso di remunerazioni per le prestazioni connesse alle funzioni» a cuore dei privati, esemplifica Merlino riguardo a un capitolo da 135 milioni, «per noi della struttura tecnica avrebbe dovuto essere utilizzato diversamente».
Sullo sviamento ai privati Maugeri e San Raffaele dei soldi pubblici nella sanità, Formigoni è chiamato in causa anche dall'ex direttore generale della Sanità regionale Francesco Beretta, ex Memores Domini e per 4 anni convivente di Formigoni: «È così, quando ero in Regione vi erano decisioni assunte dal presidente alle quali bisognava trovare soluzioni tecniche che garantissero il risultato di erogare all'ente richiedente la somma richiesta. L'esempio del San Raffaele è evidente». Tutto a scapito dei cittadini, perché l'«eccesso di remunerazioni per le prestazioni connesse alle funzioni» a cuore dei privati, esemplifica Merlino riguardo a un capitolo da 135 milioni, «per noi della struttura tecnica avrebbe dovuto essere utilizzato diversamente».
Governatore intercettato
Non soltanto Villa (non indagato) o Alberto Perego (convivente di Formigoni e indagato) o altri collaboratori del governatore sono stati intercettati durante l'indagine, ma anche lo stesso Formigoni: non stabilmente ma a scacchiera, pochi giorni alla volta, ad esempio in aprile e in maggio dell'anno scorso. I pm non le hanno quasi mai trascritte, e anche i brogliacci accennano marginalmente a interlocutori come l'europarlamentare Lara Comi, il senatore Mario Mantovani, e una persona legata a Formigoni.
Non soltanto Villa (non indagato) o Alberto Perego (convivente di Formigoni e indagato) o altri collaboratori del governatore sono stati intercettati durante l'indagine, ma anche lo stesso Formigoni: non stabilmente ma a scacchiera, pochi giorni alla volta, ad esempio in aprile e in maggio dell'anno scorso. I pm non le hanno quasi mai trascritte, e anche i brogliacci accennano marginalmente a interlocutori come l'europarlamentare Lara Comi, il senatore Mario Mantovani, e una persona legata a Formigoni.
Il bancario-microspia
Il funzionario che nella Banca popolare di Sondrio curava i conti del cliente Formigoni viene trasformato in «cimice» dai pm quando il 3 ottobre scorso corre ad avvertirli che Formigoni lo ha convocato. Due mesi prima, il 3 agosto, aveva deposto: «Tra il 2003 e il 2005 mi capitava di essere ricevuto da Formigoni al Pirellone e di avere da lui contanti tra i 5 mila e i 20 mila euro in banconote da 500. I soldi mi venivano consegnati personalmente da Formigoni negli incontri "a quattr'occhi", e servivano per eseguire dei bonifici a favore di Emanuela Talenti», che poi ai pm si dirà «fidanzata di Formigoni» all'epoca. Per gli inquirenti, che tra gli 8 milioni di benefit di Daccò a Formigoni conteggiano ad esempio «non meno di 270 mila euro consegnatigli in contanti a Milano da Daccò», è uno dei tanti riscontri a quanto già rilevato esaminando tutti i conti di Formigoni: e cioè «operazioni bancarie eseguite con modalità tali da non rendere visibile la disponibilità del contante, la cui provenienza non risulta riconducibile ad emolumenti percepiti né a prelevamenti eseguiti».
Il funzionario che nella Banca popolare di Sondrio curava i conti del cliente Formigoni viene trasformato in «cimice» dai pm quando il 3 ottobre scorso corre ad avvertirli che Formigoni lo ha convocato. Due mesi prima, il 3 agosto, aveva deposto: «Tra il 2003 e il 2005 mi capitava di essere ricevuto da Formigoni al Pirellone e di avere da lui contanti tra i 5 mila e i 20 mila euro in banconote da 500. I soldi mi venivano consegnati personalmente da Formigoni negli incontri "a quattr'occhi", e servivano per eseguire dei bonifici a favore di Emanuela Talenti», che poi ai pm si dirà «fidanzata di Formigoni» all'epoca. Per gli inquirenti, che tra gli 8 milioni di benefit di Daccò a Formigoni conteggiano ad esempio «non meno di 270 mila euro consegnatigli in contanti a Milano da Daccò», è uno dei tanti riscontri a quanto già rilevato esaminando tutti i conti di Formigoni: e cioè «operazioni bancarie eseguite con modalità tali da non rendere visibile la disponibilità del contante, la cui provenienza non risulta riconducibile ad emolumenti percepiti né a prelevamenti eseguiti».
Quando il 3 ottobre il bancario racconta ai pm che Formigoni l'ha appena convocato,
non c'è tempo di piazzare una cimice al Pirellone. Gli viene perciò
chiesto se se la senta di «essere dotato di apposito apparato
elettronico allo scopo di registrare l'audio del suo colloquio con
Formigoni». Il bancario accetta, e in effetti i pm ascoltano in diretta
il governatore mentre gli chiede se sia possibile «verificare i bonifici
che ho fatto dal 2002 a Perego e a Talenti».
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