venerdì 25 gennaio 2013

SILVIO STYLE/ Impresentabili, incoerenti, fascisti e democristiani di destra: l’arca di B. è pronta

Silvio Berlusconi ha eliminato dalle proprie liste i più impresentabili e in particolar modo Cosentino e Dell’Utri. Eppure, insieme al Pdl, nella coalizione che sostiene il ticket Berlusconi-Alfano, ci sono anche la Lega Nord di Roberto Maroni (l’unico partito con più storia del Pdl), Fratelli d’Italia del trio Meloni-Crosetto.La Russa, Grande Sud-;Mpa di Gianfranco Miccichè, la lista Pensionati, Intesa Popolare di Vittorio Sgarbi, la Destra di Francesco Storace ed infine il Mir dell’avvocato modenese Gianpiero Samorì. Ecco, a ben guardare tra le liste civetta, idea del Cav. per “scompattare” il Pdl e raggranellare più voti possibile, viene fuori una lunga lista di impresentabili, incoerenti, fascisti più o meno dichiarati, democristiani folgorati sulla via della destra estrema e via dicendo.

 

 

GRANDE SUD E GLI IMPRESENTABILI
Scandagliando bene le liste di Grande Sud si possono trovare parecchi trombati del Popolo della Libertà.
Per capire però quale sia il tenore della lista basta esaminare quello che è accaduto in Sicilia, regione d’origine non soltanto del capo supremo Gianfranco Miccichè, che in alcune regioni come ad esempio il Molise non ha presentato liste aderendo al patto di desistenza con il Pdl, ma anche del candidato al Senato che forse nessuno si aspettava: si tratta dell’ex governatore della Sicilia Raffaele Lombardo leader dell’ex movimento Mpa federato ora proprio con Grande Sud ,ma dimessosi dalla più alta carica dell’Assemblea Regionale Siciliana per problemi con la giustizia che andremo subito a vedere.

Partiamo però dal dato politico. Che Grande Sud fosse una costola del Pdl era possibile vederlo già nella scorsa legislatura. Infatti sette tra i tredici deputati ascrivibili al partito di Miccichè erano stati eletti nel 2008 col Pdl. Si tratta di Giuseppe Fallica, Ugo Grimaldi, Maurizio Iapicca, lo stesso Gianfranco Miccichè, Marco Pugliese, Francesco Stagno D’Alcontres e Giacomo Terranova. Ufficialmente facevano parte del gruppo misto ma erano tutti vicini alle politiche federali del Sud. Al Senato anche l’ex An Adriana Poli Bortone eletta anch’essa nel 2008 nelle file del Pdl perché fu proprio allora che avvenne la fusione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale.
Sia Miccichè che la Poli Bortone sono candidati nelle liste di Grande Sud. Il primo correrà in Sicilia e la seconda capolista al Senato in Puglia. Un partito che racchiude in se stesso anche la candidatura di Vittorio Centrella, fratello del segretario generale dell’Ugl Giovanni Centrella. Una sorta di Renata Polverini bis che al posto di entrare nel Pdl viene catapultato nelle liste di Grande Sud.
Chi sono però i personaggi principali legati a Grande Sud? Il legame con Berlusconi è molto ma molto stretto. Partendo dallo stesso Gianfranco Miccichè che nel 1984, proprio grazie all’amicizia che lo legava a Marcello Dell’Utri (fonte wikipedia) è diventato dirigente di Publitalia 80 azienda del Cavaliere. Divenne in quegli anni direttore prima della sede di Palermo e poi di quella di Brescia.
Passano dodici anni e arriviamo al 1996 quando al coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè arriva una informazione di garanzia datata 23 luglio firmata dal procuratore aggiunto di Palermo Guido Lo Forte. L’archivio storico del Corriere della Sera ci ricorda che fu indagato per favoreggiamento aggravato e continuato, violazione del segreto d’ufficio riguardante persone indagate per associazione per delinquere di stampo mafioso. Si tratta dell’inchiesta sulla talpa che avrebbe soffiato ai giornali la notizia di un’indagine guarda caso su Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi indagati anch’essi per concorso in associazione mafiosa. L’inchiesta fu successivamente archiviata ma i rapporti con Dell’Utri e Berlusconi rimasero saldi negli anni.
Candidato al Senato è anche l’ex governatore della Sicilia Raffaele Lombardo. Anche per lui però ci sono una sfilza di riferimenti giudiziari che di fatto lo rendono impresentabile agli occhi degli elettori. E’ del 2010 la prima notizia che riguarda Lombardo indagato per concorso esterno in associazione mafiosa assieme al fratello Angelo dalla procura della Repubblica di Catania. Ad accusare i due fratelli un pentito e ad avvalorare le accuse alcune intercettazioni telefoniche che documentavano contatti con il boss di Cosa Nostra Vincenzo Aiello. La conferma dell’indagine della Procura si ebbe il 3 novembre 2010. Nei suoi confronti non fu preso alcun provvedimento di natura giudiziaria. Il 13 gennaio 2011 viene data notizia di un nuovo coinvolgimento di Lombardo in una vicenda giudiziaria indagato per voto di scambio insieme ad alcuni amministratori locali di Catania.
Fu però il 9 aprile 2011 quando la procura di Catania comunica l’avviso di chiusura delle indagini per concorso esterno in associazione di tipo mafioso nell’inchiesta Ibis che Raffaele Lombardo viene tirato dentro insieme ad altre 56 persone. Il 13 giugno la procura vorrebbe archiviare la posizione dell’ex governatore della Sicilia ma il 29 marzo 2012 il gip ha disposto l’imputazione coatta per il governatore siciliano che si dimette il 28 luglio scorso.
Un curriculum di tutto rispetto quello di Lombardo. Anche per lo stesso Dell’Utri infatti si sarebbe potuta profilare una candidatura con Grande Sud puntualmente rifiutata.
C’è poi anche il caso del deputato Gerardo Soglia candidato per il Senato in Campania e condannato a 3 anni e 3 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta in relazione al crac della società Buon Viaggio fallita nel marzo 2010.
Secondo l’accusa che aveva chiesto quattro anni e sei mesi, Soglia, parlamentare ex Pdl – assieme a un ex consigliere della società (il deputato era amministratore delegato) avrebbe distratto e dissipato il patrimonio della società in particolare con un’operazione che risale al 6 novembre 2007: lo scorporo di un ramo d’azienda, Cafe Voyage, al quale era annesso un immobile in viale Misurata, a Milano, del valore di 4.182.800 euro.

FRATELLI D’ITALIA: CONTENITORE POLITICO PER GLI SCONTENTI CHE SI RIFUGIANO IN UN PARTITO ALL’1%.
Un altro partito dedicato agli scontenti del Pdl si chiama Fratelli d’Italia. È ufficialmente guidato dagli ex pidiellini ma ancor prima ex missini Ignazio La Russa e Giorgia Meloni oltre che dal democristiano di vecchio pelo Guido Crosetto. In finto dissenso con Berlusconi hanno deciso di fondare un loro movimento.
Che in alcune regioni altro non è stato però che il contenitore di candidature degli scontenti. Ossia di persone che miravano ad essere scelte per le liste del Pdl e che, deluse, hanno deciso di migrare verso il partito “Fratelli d’Italia”.
Le prime proteste che hanno portato acqua al mulino di La Russa si sono verificate in Abruzzo dove i pidiellini si sono rivoltati contro la scelta di mettere in lista il forestiero Antonio Razzi a scapito degli esponenti locali che hanno trovato posto nelle liste dell’ultimo nato. In Liguria, regione di origine di Guido Crosetto, si ribellano invece alla scelta di Berlusconi di mettere in lista Daniele Capezzone. E alla Camera Pietro Polliucci e Massimiliano Iacobucci fanno il trasloco.
Anche in Molise due ex assessori regionali approdano dal Pdl a Fratelli d’Italia. Si tratta dell’ex missino Filoteo Di Sandro e dell’esponente di origini democristiane Gianfranco Vitagliano. Quest’ultimo pur di spuntarla sulla candidata alla Camera del Pdl Sabrina De Camillis rinnega il suo passato politico e sceglie di scendere in campo con ex missini.
Trasloco anche in Piemonte: questa volta a lasciare è il coordinatore provinciale Pdl Franco Mario Botta mentre nelle Marche lascia il Pdl il deputato marchigiano Remigio Ceroni. Passaggi però, lo ribadiamo che non avvengono per questioni politico- ideologiche ma solo per una ricerca quanto mai fantomatica di una riconferma della poltrona.

LE CONTRADDIZIONI E LE CONFUSIONI DEL MIR DI GIAMPIERO SAMORÌ
Dei Moderati in Rivoluzione di Giampiero Samorì si conosce ben poco. La sensazione però che sia un altro porto di mare dove vengono accolti gli esodati degli altri partiti è forte e concreta.
Quando il movimento dell’avvocato modenese è nato si parlava ancora di primarie del centrodestra. E fu allora che si presentò al pubblico durante la telefonata di Maurizio Belpietro in onda a Canale 5. Disse di avere 102mila iscritti e sedi in tutta Italia. Le ultime nate in Liguria e Basilicata.
Chi è Samorì? A venti anni era consigliere provinciale a Modena per la Democrazia Cristiana per poi fare altre esperienze politiche vicino a Donat Cattin. Prima della discesa in campo del Cavaliere (che oggi appoggia essendo entrato in coalizione) aveva sostenuto che il ritorno dell’ex premier era “un’esperienza improponibile”. A sentirlo parlare sembra il comunista del centrodestra. Il suo programma infatti parla di vicinanza alle imprese private e ai lavoratori. Però si contraddice quando lo definisce “capitalistico”. Insomma la novità del movimento lo porta anche a doversi contraddire spesso e volentieri. Il primo convegno di partito è stato svolto a Chianciano il 16 e 17 dicembre. In quella occasione però “da comunista” sostenne di voler pagare e pure salatamente la tassa patrimoniale e di voler acquisire il patrimonio pubblico della Banca d’Italia. Idee raffazzonate qua e la per giustificare la sua discesa politica.
Che il suo programma sia una cosa dell’ultimo momento lo dimostra pure la composizione delle liste. Il caso più eclatante è quello di Sara Papinutto moglie dell’imprenditore Diego Volpe Pasini. Candidata alla Camera in Emilia Romagna con la Lega Nord e al Senato in Friuli Venezia Giulia con il Mir. In caso dovesse essere eletta rischierebbe grosso perché nel regolamento del Senato è scritto che “il candidato che faccia parte di una lista non può accettare la candidatura per liste aventi contrassegni diversi nella stessa o in altra regione”. Qualora dovesse vincere la sua elezione risulterebbe nulla.
Un altro caso, risolto invece all’ultimo secondo con la rinuncia alla candidatura, è quello del siciliano Fabrizio De Pasquale. Il suo nome infatti compariva sia al secondo posto alla Camera nelle liste del Mir che al 13 esimo in quelle del Pdl di Berlusconi. Nel Pdl lo avevano sostituito direttamente con Federica Zanella ma gli stessi dirigenti del Mir hanno comunicato che “ entrambi i candidati hanno già rinunciato”.
Samorì lo conosciamo anche per aver lanciato la sfida ad Alfano per le primarie. Tutto finito in una bolla di sapone dopo la candidatura di Berlusconi.
Come, del resto, le varie promesse di cambiamento pronunciate in primis dal duo Berlusconi-Alfano.
(Fonte)

 


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