martedì 16 aprile 2013

M5S/ Dario Fo: Dai saggi di Napolitano assoluta stoltaggine



Roma, 16 apr. Il premio Nobel Dario Fo, uno dei dieci nomi scelti dal Movimento 5 Stelle al primo turno delle 'quirinarie', attacca il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e i saggi da lui nominati che "hanno dimostrato la loro stoltaggine assoluta", osservando che il loro lavoro è "uno straordinario inciucio" con Silvio Berlusconi che, grazie alle loro proposte, "non si può toccare".

"Il gruppo degli scelti - scrive Dario Fo sul blog di Beppe Grillo - si è chiuso dentro un pensatoio sterilizzato tutto stucchi e merletti e, dopo giorni di solfeggi, minuetti, cori e contrappunti, ha trasformato le vecchie regole ormai decrepite in leggi ed emendamenti diversi riuscendo a non cambiare nulla, anzi producendo il peggio. I facilitatori scelti, proposti dal capo dello Stato, hanno partorito un catalogo che è piaciuto da pazzi a Berlusconi, tanto che nella notte l'hanno veduto e sentito danzare e cantare abbracciato a ninfe voluttuose nel parco di Arcore".

"Tutti sono d'accordo - sottolinea Fo - sulle modifiche alla giustizia e soldi alla politica. La parola Giustizia allude subito a Berlusconi che riceverà tutti i vantaggi di un inciucio straordinario. Secondo le proposte dei saggi, il cittadino di Arcore non si può toccare! Grazie al progetto dei saggi avrà diritto a tutti i rimandi, a cancellare le sedute pericolose, a tirare via col tempo e le scadenze. In poche parole andrà libero e felice dove gli pare e continuerà a far politica senza alcun veto o mugugno di chi gli vuol male. Le intercettazioni non varranno più un cazzo! Pardon, un fico secco".

"Per quanto riguarda le sovvenzioni dello Stato alla politica - osserva Fo - anche qui guai a chi le tocca. Sarebbe una grave ingiustizia togliere quella mappata di milioni dalle tasche dei partiti e costringerli a restituirle ai cittadini che sono alla disperazione e non sanno come tirare a campare. Se tutti i partiti non saranno nella possibilità di ottenere un sostegno dallo Stato, ci sarà chi potrà godere del privilegio di ottenere finanziamenti dagli industriali e dai gruppi di potere e gli altri si dovranno arrangiare facendo la questua fra i nullatenenti. La politica non si può fare con la carità. Sarebbe indegno e antidemocratico, giacché è umiliante controllare il misero denaro offerto dai pezzenti".
(Fonte
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