martedì 4 marzo 2014

La Madia ministro? Vergogna!



Alle elezioni del 2008, Walter Veltroni usa le prerogative del porcellum per candidare capolista alla Camera per il Pd nella XV circoscrizione del Lazio la sconosciuta ventisettenne Marianna Madia. Alla conferenza stampa di presentazione, agli attoniti giornalisti la signorina dichiara gigionescamente di “portare in dote la propria inesperienza”.



In realtà è una raccomandata di ferro, con un pedigree lungo come il catalogo del Don Giovanni. E’ pronipote di Titta Madia, deputato del Regno con Mussolini, e della Repubblica con Almirante. E’ figlia di un amico di Veltroni, giornalista Rai e attore. E’ fidanzata del figlio di Giorgio Napolitano. E’ stagista al centro studi Ariel di Enrico Letta. La sua candidatura è dunque espressione del più antico e squallido nepotismo, mascherato da novità giovanilista e femminista. E fa scandalo per il favoritismo, come dovrebbe.

In parlamento la Madia brilla come una delle 22 stelle del Pd che non partecipano, con assenze ingiustificate, al voto sullo scudo fiscale proposto da Berlusconi, che passa per 20 voti: dunque, è direttamente responsabile per la mancata caduta del governo, che aveva posto la fiducia sul decreto legge. Di nuovo fa scandalo, questa volta per l’assenteismo. La sua scusa: stava andando in Brasile per una visita medica, come una qualunque figlia di papà.

Invece di essere cacciata a pedate, viene ripresentata col porcellum anche alle elezioni del 2013. Ma poi arriva il grande Rottamatore, e la sua sorte dovrebbe essere segnata. Invece, entra nella segreteria del partito dopo l’elezione a segretario di Renzi, e ora viene addirittura catapultata da lui nel suo governo: ministra della Semplificazione, ovviamente, visto che più semplice la vita per lei non avrebbe potuto essere. Altro che rottamazione: l’era Renzi inizia all’insegna del riciclo dei rottami, nella miglior tradizione democristiana.

La riciclata ora rispolvererà l’argomento che aveva già usato fin dalla sua prima discesa paracadutata in campo: “Non preoccupatevi di come sono arrivata qui, giudicatemi per cosa farò”. Ottimo argomento, lo stesso usato dal riciclatore che dice: “Non preoccupatevi di come ho ottenuto i miei capitali, giudicatemi per come li investo”. Se qualcuno ancora sperava di liberarsi dai rottami e dai riciclatori, è servito. L’Italia, nel frattempo, continui ad arrangiarsi. 
di Piergiorgio Odifreddi, da repubblica.it

INCOMPETENTI / ARCHITETTO ALL'INTERNO, DIFENSORE DI MANCINO AI TRASPOSTI, DIPLOMATO ALLO SCIENTIFICO ALLA GIUSTIZIA

Dopo aver descritto i "meriti speciali" della ministra Madia, è il caso di guardare da vicino anche la masnada si vice ministri e sottosegretari imbarcati da Renzi nel suo governo. Il tratto saliebte della maggior parte di costoro è l'incompetenza. L'assoluta estranietà della loro - chiamiamola - preparazione alle caratterisiche dell'incarico al quale Renzi li ha chiamati, li distingue al di là di ogni dubbio.

Iniziamo dal ministero della Giustizia. Renzi ha scelto come Guardasigilli Andrea Orlando, diplomato al liceo scientifico. Dev'essere un genio, questo Orlando, se con un diploma scuola superiore riuscirà a riformare, o forse è chiedere troppo, diciamo gestire il ministero chiave di ogni Stato, Italia inclusa, dialogando con la magistratura a pari livello. Siamo curiosi di vederlo in azione, l'Orlando.

Agli Interni viene confermato come vice di Angelino Alfano Filippo Bubbico, laurea in Architettura. L'architetto Bubbico immaginiamo abbia anche chiusa in un qualche cassetto della sua mente una profonda conoscenza da autodidatta almeno del Codice Penale, se non è chiedere troppo.  

Agli Esteri invece Renzi ha piazzato l'economista Benedetto Della Vedova, mentre allo Sviluppo (dove avrebbe avuto più senso infilare Della Vedova), un'altra laureata in Architettura, Simona Vicari.

Sempre allo Sviluppo Antonello Giacomelli: nel suo curriculum vitae c'è l'esperienza come direttore di Canale 10, dunque 'perfetto' per il ministero citato (che ha le deleghe per le Comunicazioni). 

Ci sfuggono le competenze nel settore Infrastrutture e Trasporti del ministro Maurizio Lupi (Scienze Politiche), del letterato (laurea honoris causa) Riccardo Nencini e dell'altro sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, avvocato penalista (difensore di Nicola Mancino).

Anche il dimissionato Antonio Gentile (giornalista) aveva poco a che fare con il Ministero in questione.

La farmacista Maria Carmela Lanzetta è ministro degli Affari Regionali, all'Agricoltura un laureato in Lettere Classiche (il viceministro Andrea Oliverio) e un altro in Legge (il sottosegretario Giuseppe Castiglione).

Al Lavoro un operatore sanitario, il sottosegretario Franca Biondelli.  

Alla Difesa Gioacchino Alfano, solo omonimo del titolare del Viminale  (comunque NCD), ma soprattutto commercialista e curatore fallimentare. 

Chiusura con il 'meglio': Angela d'Onghia, "imprenditrice nel settore abbigliamento" all'Istruzione.

Ilaria Borletti Buitoni, altra imprenditrice, alla Cultura.

Ma il 'top' resta Beatrice Lorenzin, confermata come tutta la squadra NCD di Letta: ministro della Sanità e diplomata al liceo classico. 

Ora, esageriamo se per sintetizzare titoliamo questo articolo: "IL GOVERNO DEGLI INCOMPETENTI"? Giudicate voi.
 (Fonte)
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1 commento:

  1. non ho parole, bravo Renzi. Sicuramnete con questi ministri faremo molta strada ( a piedi). i miei complimenti!

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