venerdì 13 giugno 2014

ITALIA UNICA - PASSERA SI FA UN PARTITO TUTTO SUO

Chi sia Corrado Passera è già stato scritto in questo articolo . Ora vediamo di aggiungere qualche altra informazione.
  

   
Passera, Banca Intesa e gli affari di famiglia
Il 2 settembre 2010 su il Fatto Quotidiano appare un articolo di Vittorio Malagutti su Passera banchiere e albergatore in Como e riprende lo scoop del Corriere, del quale Dagospia aveva colto l'importanza fin dalle prime ore, nel consueto e assordante silenzio dei grandi mezzi d'informazione su certe questioni che riguardano i potenti veri. 
Il Fatto va oltre e aggiunge del suo: si parla di verbali di Consiglio di Banca Intesa dai quali emergerebbe che Passera non si astenne nel deliberare un finanziamento a favore di un imprenditore (Fontana, di Brescia) che si accingeva così finanziato a rilevare quote importanti del Villa d'Este. 
Hotel famosissimo e prestigioso del quale i Passera sono storicamente piccoli azionisti. Non si astenne e non dichiarò in Consiglio che l'affare in qualche modo rigurardava anche interessi della sua famiglia. Non è elegantissimo, lasciamo ad altri valutazioni legali o morali. Gustatevi il pezzo di Malagutti


Nel nome di Passera
Oggi [28 febbraio 2012] sulla scacchiera italiana gli eredi di don Luigi Giussani (che festeggiano i trent'anni del riconoscimento vaticano della loro Fraternità e vorrebbero la beatificazione del fondatore) contano sui pezzi più prestigiosi, in una manovra che assomiglia sempre più a uno scacco matto che potrebbe consegnare loro il potere spirituale e quello temporale. Come premier, puntano apertamente su Corrado Passera: persino Formigoni, nel tentativo di garantirsi una ritirata onorevole, ha tributato omaggio alla leadership del superministro. E nel segno della trasversalità, il legame con l'ex banchiere di Intesa è diventato politico dopo essere stato imprenditoriale, con il ruolo della banca in diverse operazioni della Cdo, nonché familiare visto che la sorella e la prima moglie del ministro sono operosamente inserite nel network di Cl. 
La storia l'hanno raccontata loro stesse a "Famiglia Cristiana". Tutto parte nel 2003, quando Bianca Passera e Cecilia Canepa si rivolgono a Mario Ciaccia, oggi vice di Passera al ministero delle Infrastrutture, per scrivere il testo della cosiddetta "legge del buon samaritano". All'epoca dare in carità i pasti non utilizzati nelle mense aziendali, nelle scuole o negli ospedali non era possibile per questioni igieniche. In pochi mesi Berlusconi fa propria la legge compilata da Ciaccia e le due cognate battezzano Siticibo, una fondazione che ogni giorno spedisce i propri furgoni in giro per Milano e Como a raccogliere le eccedenze di cibo nelle mense di aziende e enti pubblici, refettori scolastici e alberghi, per poi donarlo ai poveri. Fin dall'inizio, il partner dell'intera operazione per far approvare la legge in Parlamento, fornire personale e mezzi è il Banco Alimentare, un'istituzione di Cl che molti conoscono per le collette di cibo nei supermercati. 
Al di là di Passera, però, il movimento conta su altri candidati ben piazzati: a sinistra hanno un feeling antico e profondo con Pier Luigi Bersani, il segretario del Pd che al Meeting di Rimini trattano come "uno di loro", affidandogli il commento delle opere di don Giussani. In più sono riusciti a diventare uno dei pilastri della Firenze di Matteo Renzi, che hanno sostenuto fin dalle primarie con migliaia di voti. Il vicesindaco Dario Nardella è ciellino; l'assessore alla mobilità Massimo Mattei era a capo di una società della Cdo, dove tra l'altro lavoravano l'ex segretario cittadino dei Ds, Michele Morrocchi, e il coordinatore locale del Pdl, l'onorevole Gabriele Toccafondi. Ma la figura determinante della liaison è il braccio destro del sindaco: Marco Carrai, costruttore cattolico suo coetaneo e cugino dell'imprenditore che ha creato la Cdo in Toscana. Come spiegava al telefono un manager intercettato: "Quello che dice Carrai è quello che dice Renzi, e viceversa". A chiusura del cerchio, l'amico di Matteo il Magnifico è entrato nel consiglio dell'Ente Cassa di Risparmio, azionista di Intesa e grande finanziatore delle attività culturali, sociali e politiche fiorentine. (tratto da: Fonte)

IL BUCO NERO DI PASSERA 
Bellissimo pezzo di Mario Gerevini oggi sul Corriere delle banche, dove si apprende - per chi lo vuole apprendere - di danari scudati dalla famiglia Passera nel 2009, danari che prima di essere scudati erano stati esportati...lo dice il ragionamento stesso.
Esportati a Madera nel 1999, in lirette da miliardi 15 circa, girati subito così come ottenuti da un corrispondente finanziamento del Sanpaolo di Torino. Sarebbe divertente leggere le motivazioni della delibera creditizia del Sanpaolo di allora. L'avrà vista l'Amico Salza? Quello che pochi anni dopo di fatto spiano' la strada a Intesa nel Sanpaolo garantendosi in cambio una pingue poltrone.
Sappiate e ricordate, cari lettori di Bankomat, che quando un'impresa qualunque chiede un finanziamento a medio-lungo termine (e di importo ben minore), ti chiedono di tutto e di più e si leggono nelle delibere credItizie struggenti analisi di settore e business plan dell'impresa. Sarà stato così anche per i soldi destinati a Madeira? Di solito uno si fa finanziare per investire o per ripagare debiti. Curioso che uno si faccia finanziare per portarli tout court nel paradiso fiscale di Madeira. A far cosa non si sa.
Il Corriere delle Banche abilmente diretto da chi lo dirige mostra come al solito britannico stile nel pubblicare le cose, e difficilmente i pezzi di Gerevini si possono censurare. Dati, cifre, fatti. Impeccabile. Ma a dirla tutta il titolo del pezzo di Gerevini è un po' briccone: "da Madeira a Villa D'Este, così gli investimenti della società di Passera". Uno pensa di leggere un normale pezzo sulle strategie industriali del gruppo Alberghiero Passera. Per la verità il pezzo dellottimo Gerevini dice ben altro e lo dice bene.
Se analoghe operazioni le avesse fatte il Cavaliere altri titoli sarebbero stati fatti. 
Vedremo se la stampa illuminata e progressista riprenderà lo scoop di Gerevini. 
O - come ha fatto di recente con altrettanti bei pezzi scritti sempre dal giornalista del Corriere sul crac Burani e sui suoi contorni - li ignoreranno tutti bellamente.
I contorni del crac Burani toccano ambienti simili a Passera, sui quali indagare non è chic. E si sa: Passera, non è mica un Berlusconi o un Fini qualunque sul quale - giustamente! - chiunque indaga e articolegga a gogò. Qui parliamo di potenti veri.
Si apprende pure, per chi lo vuole apprendere, che tutti gli anni da qualche anno il fratello Passera del più noto Passera fa il consigliere di amministrazione della partecipata (da Intesa) NH hotels ma senza emolumento. Divertente nonché elegante questo fatto. I Passera sono buoni albergatori comaschi, di sicuro il fratello Passera ne capisce del business e ben farà l'amministratore di NH, ma perché senza emolumento? Forse perché è un concorrente di NH o perché è fratello dell'Amministratore Delegato di Intesa che di NH è socia per oltre il 44%.
Quando si parla di strategia futura di NH il Passera albergatore esce dal consiglio per non svelare in famiglia i piani dei concorrenti? Ma allora come fa a riferirli al fratello che lo ha mandato lì a presidiare i soldi di Intesa? Allora era meglio prendere e pagare altro professionista del settore. Anche su questo, attendiamo inchieste e domande di "Repubblica", "Stampa", "Corriere", "Sole 24 Ore", etc...
DA MADEIRA A VILLA D'ESTE, COSÌ GLI INVESTIMENTI DELLA SOCIETÀ DEI PASSERA - IL RIENTRO DALL'ISOLA ATLANTICA DI 10 MILIONI DI EURO E DI UNA QUOTA DA UN MILIONE NELL'HOTEL DEI VIP
La famiglia Passera ha una piccola quota di Villa d'Este, la società proprietaria di un lussuosissimo hotel a Cernobbio, sul lago di Como e di un cinque stelle in Toscana. L'acquisizione, del valore di circa un milione di euro, è avvenuta in concomitanza con il rientro da Madeira di una consistente liquidità (oltre 10 milioni) che la società di famiglia aveva parcheggiato dal ‘99 nella zona franca al largo del Portogallo.
Di entrambe le operazioni dà conto il bilancio 2009 della Lariohotels la società proprietaria a Como dei quattro stelle Terminus e Villa Flori e posseduta pariteticamente dai fratelli Bianca (50 anni), Antonello (53) e Corrado Passera (55), amministratore delegato di Intesa Sanpaolo.
«In data 18-11-2009 la nostra società - si legge - ha acquistato a mezzo di società fiduciaria 55.000 azioni di Villa d'Este spa al prezzo di euro 18 ciascuna». Ma è un passaggio interno perché quella partecipazione, sebbene formalmente acquistata, era detenuta dalla finanziaria di Madeira dei Passera.
Villa d'Este è il miglior hotel al mondo secondo la rivista Forbes. Tre anni fa la Finanziaria Lago ne rilevò il 65% per 260 milioni (76 euro ad azione). Dietro la Finanziaria Lago ci sono Loris Fontana (il «re» dei bulloni) con il 47%, Unione Fiduciaria 40,5% e I ntesa Sanpaolo 12,5%. In base a un patto parasociale Intesa designa un consigliere e un sindaco di Villa d'Este.
Tra la famiglia del banchiere e l'hotel dei vip (Robert De Niro è un cliente affezionato) c'è un antico rapporto: il padre, Gianni Passera , morto nel 2002, era uno dei 700 azionisti. Oggi a gestire Lariohotels è Antonello, il fratello minore che Corrado ha voluto (senza stipendio) nel consiglio della Nh Italia, la filiale italiana (Intesa ha il 44,5%) della catena alberghiera spagnola Nh Hoteles.
E l'operazione di Madeira? Il 20 novembre 2009 i Passera hanno liquidato la controllata «Seahorse Servicos e Marketing», con un incasso di 7,8 milioni per «rimborso versamento in conto capitale - è detto nel bilancio Lariohotels --effettuato dalla nostra società in data 4-10-1999 e 13-12-1999».
Dieci anni prima, infatti, furono «spediti» nell'isola atlantica 15.024.522.025 lire, dichiarati a bilancio. E 15 miliardi esatti è anche la cifra che compare nel rendiconto '99 alla voce mutuo con il San Paolo Imi che aveva ipotecato Villa Flori. All'epoca Corrado Passera era amministratore delegato di Poste Italiane.
Quei soldi parcheggiati a Madeira dovevano servire per un «programma di investimenti nei settori in cui opera la società». Ma non si è fatto nulla. Nel frattempo sono stati investiti in titoli a reddito fisso. E ora la società dei Passera oltre ai 7,8 milioni ha incassato 1,2 milioni pescati dalle riserve utili e 2,5 milioni di dividendo. Tutto è tornato in Italia, anche la quota in Villa d'Este. (Fonte)
  
Nell'agosto del 2008 ritroviamo Passera nell'affare Alitalia
"Il sorriso stampato sulle labbra dell'a.d. di Intesa SanPaolo, Corrado Passera al termine del lungo incontro che si è tenuto lunedi' 25 agosto nella sede milanese dell'istituto (advisor del Governo) non è solo l'effetto benefico della pausa estiva ma anche il segnale che ormai il più sembra fatto: il piano è pronto, ed è stato presentato alla cordata composta da una decina di imprenditori disposti a investire in una newco che acquisisca le attività più redditizie di Alitalia. Costituiranno il "nocciolino duro" della nuova compagnia ma le adesioni restano aperte anche ad altri, magari quando scatterà la "fase2" che non potrà prescindere da una solida alleanza con un partner internazionale". (tratto da: Fonte)

Poi, come riporta il FattoQuotiano del 10 agosto 2012 con titolo "Ilva, gli affari di Passera con Riva: il legame tra Banca Intesa e la società" dove tra le altre si legge: 
Sarà un caso, ma giusto poche settimane prima che venisse siglato l’affare (si fa per dire) Alitalia, la banca all’epoca guidata da Passera finanziò un’operazione molto importante dei Riva. Con un prestito di 100 milioni di dollari (circa 80 milioni di euro) il gruppo che controlla Ilva siglò un contratto con un cantiere cinese per la costruzione di due enormi navi tipo bulk carrier (più di 100 mila tonnellate di stazza) che servono a trasportare minerali di ferro, la materia prima delle acciaierie. Va detto che i rapporti tra il patron Emilio Riva, ancora agli arresti domiciliari dal 26 luglio, e la banca milanese datano da gran tempo, molto prima che Passera si insediasse al vertice.

Nell'ottobre del 2009 Dagospia così scrive:
 "Secondo quanto risulta al "Fatto Quotidiano", tuttavia, sarebbe il pasticcio della Cai il tappeto più scivoloso per Passera. La "nuova" compagnia di bandiera, inventata dal banchiere comasco fondendo AirOne (discreto debitore di Intesa) con quel che restava di Alitalia, non è mai davvero decollata. Parte dei sedicenti Capitani coraggiosi che vi erano saliti a bordo per non dispiacere a Berlusconi, o sono già scesi (Marcegaglia), o stanno per farlo. L'estate di Cai è stata all'insegna dei disservizi, anche i risultati economici sono in pesante ritardo rispetto ai piani presentati da Roberto Colaninno e il socio Air France non fa mistero della propria preoccupazione. In particolare, a Parigi come tra i grandi industriali coinvolti da Passera, monta l'insoddisfazione per l'operato del capo azienda Rocco Sabelli, fortissimante voluto da Passera nonostante le perplessità di Colaninno" (oggi sappiamo come è andata a finire).

Passera dà l'addio a Intesa nel 2011 con 3,54 mln di stipendio
L'ad di Cà de Sass ha incassato nel 2011 1,7 milioni di fisso (tra cui 379mila euro di ferie non godute) e 1,1 milioni come Tfr. Il suo stipendio per l'ultimo esercizio non comprendeva nessun bonus. Nel 2010 il ministro allo sviluppo economico si era messo in tasca 3,8 milioni grazie anche a un premio di 1,5 milioni. (tratto da: Fonte)

Secondo una ricostruzione di Alan Friedman già prima di essersi insediato il governi Monti già nell'estate del 2011 fu presentato un vero e proprio programma di governo condiviso da Napolitano con Corrado Passera e Mario Monti: " All'inizio dell'estate 2011 Passera annunciò al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di voler preparare in 15 giorni "un piano di rilancio del Paese, con riforme per rilanciare l'economia", dal titolo "Appunti per un piano di crescita sostenibile per l'Italia". Napolitano - secondo la ricostruzione del giornalista statunitense -, avrebbe acconsentito al progetto di Passera e lo avrebbe invitato a condividere il documento con il futuro presidente del Consiglio. "Lo stesso Monti - ha detto il giornalista - mi ha confermato di aver visto  questo documento a pranzo. Ci sono state quattro versioni, quattro bozze di documento da agosto a novembre". Insomma, mentreBerlusconi era ancora al governo non solo si pensava già al suo successore ma c'era già un programma di goveno." (tratto da Fonte)

Il 30/06/2012 -La Stampa riporta: fascicolo aperto dopo una verifica della GDF di Milano - "Reati fiscali" Passera indagato.
Corrado Passera è indagato dalla procura di Biella per presunti reati fiscali che sarebbero stati commessi in quanto ex amministratore delegato di Banca Intesa prima e consigliere delegato di Intesa Sanpaolo dopo la fusione con l’istituto torinese. 
I fatti sono relativi al periodo compreso tra il 4 agosto del 2006 e il 27 giugno del 2007 e le contestazioni riguardano un’operazione detta di arbitraggio fiscale internazionale transitata attraverso Biverbanca, istituto biellese all’epoca controllato da Banca Intesa e poi ceduto al Montepaschi. (tratto da: Fonte)

Nel novembre del 2012 a Roma si svolge la 61.a sessione di lavori  del gruppo Bilderberg. 
Partecipano tra gli altri anche Mario Monti assieme al sempre presente Corrado Passera, il ministro dell'istruzione Francesco Profumo, l'immancabile duo femminile Paola Severino ed Elsa Fornero. Anche se per la verità ai lavori non sono mai previsti per tradizione esponenti di governo ma si sa che SuperMario non resiste quando si tratta di Aspen, Bilderberg, Trilateral e consorterie varie...(tratto da: Fonte)

Il  7 novembre 2013 dal blog "ecoblog" si apprende: "Morti da amianto all’Olivetti: indagati De Benedetti e Passera. 
La Procura di Ivrea ha aperto un’inchiesta in seguito alle denunce presentate dai famigliari di 20 operai morti per mesotelioma pleurico a causa dell’esposizione all’amianto. Le vittime eporediesi furono, in passato, dipendenti dell’Olivetti e lavorarono a stretto contatto conasbesto. Nel registro degli indagati, sono iscritte due persone, ma i nomi che spiccano sono quelli di Carlo De Benedetti, presidente dell’azienda dal 1978 al 1996 e dell’ex ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, amministratore delegato dal 1992 al 1996.

Il 18 Gennaio 2014 dal corrieredelmezzogiorno si scopre che a Trani vengono indagati per truffa sui derivati Abete, Bazoli, Passera e altri tredici
Truffa pluriaggravata e continuata. È l’accusa contestata dalla procura di Trani a 15 tra ex manager e funzionari di Banca Intesa-San Paolo, per aver venduto a un imprenditore di Barletta - tra il 2004 e il 2008 - prodotti derivati senza informarlo dei rischi cui sarebbe andato incontro. In prima fila tra gli indagati ci sono l’ex ad della banca, Corrado Passera, fino alla primavera scorsa ministro per l’Economia e le Infrastrutture del governo Monti; Giovanni Bazoli, ex presidente del cda; Enrico Salza, ex presidente del consiglio di gestione; Giampio Bracchi, ex vicepresidente, e Giovanni Gorno Tempini, ex ad di Banca Caboto, la banca finanziaria del gruppo che ha ingegnerizzato i prodotti derivati. 

Dalle pagine de Il Tempo  (11/02/2014) che riporta un intervista di Giulio Terzi di Sant’Agata si apprendono le motivazioni che hanno fatto rientrare in India i due Fucilieri del San MarcoMassimiliano Latorre e Salvatore Girone e, tra i responsabili ci sono i nomi di Monti Passera.
«Quella dell’arbitrato internazionale. Non so perché fu abbandonata la strada dell’arbitrato. Posso dire, però, che le motivazioni che mi vennero vibratamente rappresentate da Monti e Passera per ribaltare la decisione di trattenere i marò in Italia, erano fondate su motivazioni di natura economica, sui danni che avrebbero subito le nostre imprese e sulle reazioni indiane. Non mi sembra comunque che ora la situazione delle nostre imprese sia migliorata. La procedura di arbitrato internazionale era stata annunciata l’11 marzo e avviata e io mi ero ormai dimesso. Poi è stata inspiegabilmente lasciata cadere. Ci si è affidati interamente agli indiani e questa decisione è stata confermata dal governo Letta. Non vedo nessuna discontinuità nella linea adottata dall’attuale esecutivo».

Ora questo "signore" ha deciso di scendere in campo con un partito tutto suo denominato "Italia Unica". Non capisco, visti i precedenti, con quale coraggio. Già, mi sono scordato che siamo in Italia dove ai “potenti” tutto è possibile, ..... che noia, che tristezza!

Per finire questa "saga" voglio riportare quanto scritto sul blog "ilpunto-borsainvestimenti" nel dicembre 2011
Come ci si può fidare di un banchiere che ha permesso prestiti miliardari a Zalesky che hanno causato miliardi di perdite a banca intesa?
Come si fa a fidarsi di un banchiere che ha permesso a Intesa di pagare un dividendo pari a quasi il 10% del valore di borsa..prima di un crollo spettacolare delle quotazioni e un obbligato e doloroso aumento di capitale?
Come si fa a fidarsi di un banchiere che ha prestato soldi a go go a Tiscali oramai ridotta sempre peggio
Come si fa a fidarsi di un banchiere che ha prestato soldi ad Airone (dove lavorava la amante Giovanna Salza) (con Rynair che diceva che Air One era fallita) e poi l'ha fatta fondere con l'Alitalia di Colannino una volta ricevuto il regalone dal governo?


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