lunedì 30 giugno 2014

RENZI A SCATOLA CHIUSA



Con Renzi ci vuole prudenza. Tra qualche mesi i gli fatti assegneranno un potere costituente – se manterrà le promesse – oppure il titolo di  ciarlatano e golpista – sempre che non gli donino una scappatoia democristiana per evitare questo aut aut.

Renzi ha ottenuto un ampio consenso popolare alle elezioni europee e un ampio consenso parlamentare (piegando persino Grillo) grazie non solo allo sfacciato appoggio mass-mediatico ma pure a una serie di promesse tanto convincenti quanto sinora non mantenute, ossia il calendario riformatore di marzo e il garantito rilancio della domanda interna attraverso il bonus degli 80 euro.

Ultimamente ha rilanciato alla grande le sue promesse grazie ai risultati delle elezioni europee e dichiarando di aver ottenuto da Bruxelles il via libera alla sua linea di investimenti e allentamenti finanziari.

Egli è forte del suddetto consenso, comunque lo abbia ottenuto, nonché di una ampia ma artificiale maggioranza alla Camera, dovuta a frazioni percentuali e al superpremio di maggioranza (200 seggi) costituzionalmente dichiarato illegittimo dalla sentenza n. 1/2014. Ora vuole riformare tutto, dalla Costituzione alle leggi elettorali, alla pubblica amministrazione, alla giustizia, senza passare per la legittimazione di un voto politico né per i referendum. Dice che bisogna fare di corsa queste riforme perché l’UE avrebbe detto che, se le facciamo, ci consentirà di fare gli investimenti e di rilanciare l’economia.

Ma è vero che l’UE lo ha detto? E’ vero che esiste un patto in tal senso? Oppure è falso, è una millanteria con cui Renzi ci vuole indurre ad accettare le riforme che vuole fare lui o chi gli sta dietro, per i loro interessi?

Bisogna vederci chiaro, è indispensabile che quel patto venga dichiarato in modo vincolante, ufficialmente, dalla UE, e non solo da Renzi o solo informalmente da qualche altro politico.

Se la UE non lo farà, ciò sarà un indizio che le affermazioni di Renzi sono millanterie.

Se per contro è vero che ha ottenuto dalla UE ciò che afferma; se, come promette e assicura, riuscirà a riformare l’Europa e i suoi meccanismi finanziari errati e distruttivi, nonché a rilanciare l’economia europea e quella italiana in particolare; se riuscirà a invertire la recessione, a riassorbire la disastrosa disoccupazione, a rilanciare investimenti e consumi, a fermare l’emigrazione di capitali e cervelli; allora avrà un legittimo potere costituente per fare ciò che vuole fare, cioè rifondare o riorganizzare il Paese.

Se al contrario il suo si rivelerà un bluff, se sono veri i documenti pubblicati dalla stampa non governativa ed esibiti da alcuni esponenti politici indipendenti, cioè se è vero che Renzi, contrariamente a ciò che afferma, non ha ottenuto margini per investimenti come assicurato, e che anzi deve applicare più rigore di bilancio e nuove tasse per rientrare nei vincoli di Maastricht e nelle imposizioni della Commissione, allora egli si rivelerà un millantatore e un criminale sociale.

Finché questo dubbio non sarà chiarito oggettivamente, è pericoloso e irrazionale dargli il potere che pretende e consentirgli di togliere ulteriore rappresentanza all’elettorato abolendo l’elettività del Senato.

Quindi aspettate prima di permettergli di fare un Senato a nomina essenzialmente partitocratica e non eletto dai cittadini. Aspettate a consentirgli di fare anche, con l’Italicum, una Camera nominata dai segretari dei partiti politici e dominata in base a una piccola maggioranza moltiplicata incostituzionalmente dal premio di maggioranza. Aspettate prima di lasciargli immettere nel parlamento decine di deputati nominati mediante meccanismi accidentali e senza collegamento con la volontà espressa dai cittadini nel voto. Aspettata prima di lasciargli escludere dalla rappresentanza nell’unica camera elettiva milioni e milioni di elettori che sarebbero esclusi dallo sbarramento. Aspettate prima di essere associati a lui in imprese che potrebbero essere tra le più infamanti della storia. Ricordate che il consenso e la legittimazione di cui ora gode li ha ottenuti a credito e che finora non ha mantenuto un solo punto delle sue promesse.

E ricordategli la seguente, semplicissima ricetta:
1: per la Camera, che vota la fiducia al governo e le leggi proposte: sistema elettorale
maggioritario con premio di maggioranza assegnato attraverso il ballottaggio.
2: per il Senato, che non vota leggi ordinarie né fiducie, ma vota sulle riforme costituzionali ed elegge i poteri neutri e di garanzia quali il capo dello Stato, i giudici costituzionali, e componenti laici del CSM, le autorità di garanzia e le commissioni di controllo: sistema proporzionale senza sbarramento, in modo di includere e rappresentare fedelmente tutto l’elettorato.


Fuori Onda a Radio 105

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