giovedì 28 febbraio 2013

OLIGARCHIE E PLUTOCRAZIE

 
 
 
OLIGARCHIE E PLUTOCRAZIE : Chrystia Freeland Come giornalista del Financial Times, ha seguito i plutocrati per vent’anni nei luoghi dove i Creso del XXI secolosono soliti incontrarsi (Davos, Dubai, le sale delle Ted Conferences, gli Hamptons, persino gli spalti di Wimbledon), ha visto crescere a dismisura le loro ricchezze e ha imparato a conoscerne ! Nel suo nuovo libro disegna con precisione la nuova fase storica che stiamo vivendo e sottolinea i rischi che la crescente ineguaglianza sociale comporta

Partiamo da alcuni numeri che focalizzano bene il problema. Secondo Credit Suisse, nel mondo ci sono 28 mila persone che hanno una ricchezza superiore a cento milioni di dollari: quasi la metà vive negli Stati Uniti, un quarto in Europa e un altro quarto nel resto del mondo. Nel 1970, negli Stati Uniti, l’uno per cento al top della ricchezza controllava il 10 % del pil, oggi il 33 per cento. Per capire la velocità con cui la ricchezza creata dalla società si trasferisca ai vertici della piramide basti osservare che tra il 2009 e il 2010 il pil americano è cresciuto del 2,3%, ma il reddito del 99% degli americani è cresciuto solo dello 0,2%, mentre quello dell’1% è andato su del 11,6%: sessanta volte di più. Trent’anni fa un amministratore delegato medio guadagnava circa 42 volte il lavoratore medio, oggi il rapporto è 380. 

DESTABILIZZARE LE BANCHE ITALIANE PER IMPORRE UN GOVERNO COMPIACENTE A BERLINO E BCE



Per imporre in Italia un governo compiacente alla linea Monti-Merkel-Goldman Sachs nonostante l'esito elettorale di ieri, potrebbe essere a breve organizzata una crisi bancaria italiana che terrorizzi la popolazione e crei il consenso per un governo di quel tipo in cambio di aiuti monetari di BCE, Fed e altri. I recenti spostamenti di capitali dello Ior da banche italiane a banche tedesche (compresa parte del nostro 8 per mille) corrobora questa congettura.

Il voto politico del 25 febbraio esprime disinganno e rifiuto della maggioranza degli italiani verso la dittatura dei mercati, l'egemonia della Germania, il modello economico mercatista e neoliberista, le ricette rigoriste e fiscaliste di tecnici e accademici balordi o traditori, la falsa solidarietà dei paesi euroforti. Sgamati. Tutti sono d'accordo che occorra riformare – ma in quale direzione? Quella di Monti, Rehn, Barroso, Merkel, Draghi, oppure una opposta, col recupero della sovranità monetaria alla Nazione e la sottrazione del debito pubblico alle manovre di mercati pilotati e ricattatori, e massicci investimenti pubblici infrastrutturali, e separazione tra banche di credito e risparmio e banche di azzardo finanziario?

mercoledì 27 febbraio 2013

Grecia: mercenari della Blackwater proteggono il governo e sorvegliano la polizia, per timore di un golpe



Mercenari della Blackwater attualmente supervisionano la polizia in Grecia, mentre voci di un colpo di stato si diffondono. Comprendiamo che la situazione sia estremamente tesa e che i mercenari sono presenti principalmente per proteggere il governo e il parlamento dai tumulti che dovrebbero esplodere sotto forma di rivoluzione o controrivoluzione. Già un complotto per la destabilizzazione, che coinvolgeva estrema destra e polizia, è stato scoperto.

Nel corso degli ultimi 12 mesi la Grecia ha visto ondate di manifestazioni di massa, rivolte, scontri tra polizia e manifestanti, attacchi armati a locali pubblici, aggressioni dei fascisti (di Alba Dorata) a migranti, così come, ovviamente, il completo collasso dell’economia. Il governo è afflitto da scandali (ad esempio, sui conti bancari segreti in Svizzera) e dei giornalisti sono stati arrestati. La maggior parte delle persone sopravvive, giorno dopo giorno, grazie alle cooperative, e i lavoratori  assumono il controllo delle fabbriche. Come abbiamo detto, vi è in atto una rivoluzione, una rivoluzione disordinata. E diventa sempre più caotica, essendo la situazione in Grecia ormai entrata in una fase critica; ecco un riepilogo (con ulteriori dettagli di seguito):
* La strategia della tensione è già cominciata
* Il governo è sotto assedio ed è protetto da mercenari
* Ora si parla apertamente di colpo di stato militare
* Un insider avverte che la rivoluzione (o la controrivoluzione) è imminente

Brzezinski, il suo CPHW e l’insurrezione mondiale



Non bisogna temere gli acronimi… Zbigniew Brzezinski ha deciso di parlare del “ruolo dell’Occidente nel complesso mondo post-egemonico“, ci è parso utile e burocraticamente accettabile comprimere l’essenziale del suo discorso nell’acronimo CPHW (“Complesso post-egemonico mondiale”). Con questa espressione, Brzezinski ci dice esattamente questo: gli Stati Uniti non possono più assicurarsi l’egemonia sul mondo, neanche il blocco BAO, e neanche chi ne è al di fuori; né la Cina o la Russia, ecc. Così siamo passati dalla fine della Guerra Fredda, alla sola “superpotenza”, al mondo multipolare, al G2 (USA + Cina), alla sola Cina, a niente altro se non il disordine… Questo è quello che ci sembra abbia detto Brzezinski. Inoltre, e non a caso, ci dice che la rivolta dei popoli, o “insurrezione del mondo”, è avviata e funziona bene. Paul Joseph Watson, di Infowars.com, ci informa dell’intervento del vecchio guerriero divenuto saggio, il 26 novembre 2012. Ciò che dice Brzezinski è senza dubbio molto interessante.

martedì 26 febbraio 2013

E mentre l'Italia fallisce Napolitano è già "fuggito" in Germania

Tempesta perfetta: Napolitano non può sciogliere le Camere. Senato spaccato

 


”Potremmo trovarci davanti alla tempesta perfetta, il sistema e’ in blocco e in questo momento potrebbe non esserci un sistema di sblocco”, anche perche’ il presidente della Repubblica, con la nascita della nuova legislatura, in base all’articolo 88 della Costituzione non ha piu’ il potere di sciogliere le Camere. A dare il senso della possibile gravita’ della situazione e’ il costituzionalista Michele Ainis che in un’intervista all’ANSA definisce alcuni scenari possibili di una situazione politica del tutto nuova per l’Italia. Anche perche’, osserva, con il voto di oggi e’ ”finito un ventennio di sistema bipolare e si e’ passati ad un sistema tripolare, nel quale due poli dovrebbero allearsi escludendo il terzo polo”. Ma il punto evidente e’ che oggi ”i tre nuovi Poli, cioe’ Pd, Pdl e M5s, non sono coalizzabili e cio’ provoca lo stallo”.

Grecia, Spagna .... ARRIVIAMO!

Non ve lo dicono, ma i bambini in Spagna hanno sempre più fame 

Non solo Grecia: in Spagna crescono i bambini che possono contare su un solo pasto al giorno. E i fabbri hanno iniziato a rifiutarsi di forzare le case pignorate da chi non riesce più a pagare il mutuo. Cosa c'è, esattamente a metà tra la Grecia e la Spagna? Il prossimo più grande successo dell'euro: l'Italia.



In molti sono rimasti allibiti, in Italia, quando si è squarciata la criminale cappa del silenzio che per mesi aveva avvolto la crisi greca, portando alla luce le sofferenze di un intero Paese ridotto alla fame e alla miseria dalla Troika. Quello stesso silenzio, oggi sta imbavagliando un altro Paese dell’Europa: la Spagna. Forse perché troppo concentrati sulla campagna elettorale, o forse per la necessità di non svelare, a ridosso delle elezioni, le atrocità delle politiche economiche e sociali europee (benedette da una larga maggioranza), i nostri media non si interessano affatto alla crisi spagnola.

Uno degli ultimi allarmi, però, è stato lanciato dai quotidiani della Comunità Valenciana, che riportano i dati di una ricerca realizzata dalla “Casa della Carità”. Nel 2012, sono stati 11.600 i bambini che si sono nutriti facendo ricorso alla Caritas locale, e di questi circa la metà hanno tra i 4 e gli 11 anni. Rispetto al 2011, la cifra è raddoppiata. Già nei mesi scorsi “Save the Children” denunciava come nella penisola iberica fossero sempre di più gli adolescenti che ogni giorno facevano un unico pasto, quello dato loro nelle mense scolastiche. La Caritas spagnola conferma ora questi dati, rivelando che, non a caso, il numero di bambini in cerca di cibo cresce sensibilmente nei fine settimana, quando cioè le scuole sono chiuse.

sabato 23 febbraio 2013

FIRME FALSE,..... MARONI = FORMIGONI

Elezioni, “900 firme false per la lista Maroni”. Pm Monza apre inchiesta

Le indagini riguardano circa 1.200 firme raccolte nella circoscrizione brianzola. "Emerse irregolarità per quanto riguarda le procedure di autentificazione dell’80 per cento delle sottoscrizioni"



I pm di Monza hanno aperto un’inchiesta sulle firme della lista Maroni. Giuliano Beretta, consigliere provinciale monzese della Lega Nord, è stato indagato per falso con l’accusa di avere falsamente autenticato circa 900 firme raccolte nella circoscrizione Monza e Brianza a sostegno della Lista Maroni presidente alla regione Lombardia. L’inchiesta è stata avviata dal pm Franca Macchia in seguito alla denuncia presentata qualche settimana fa dai radicali.

F35 soldi buttati e "rogne" continue, a chi giova?

F35, per problemi al motore
Pentagono sospende tutti i voli


 
WASHINGTON - Nuovi problemi per il programma del caccia multiruolo Usa F-35, di cui l'Italia intende acquistare 90 esemplari. Il Pentagono ha sospeso tutti i voli degli esemplari finora realizzati dopo che in un'ispezione di routine è emersa una 'frattura' in una delle pale della turbina del reattore. Un segnale preoccupante perché potenzialmente nell'eventualità di una rottura e il conseguente distacco della pala, il pezzo potrebbe distruggere il motore del jet. I responsabili del programma F-35, realizzato da Lockheed Martin in collaborazione con le aziende dei Paesi che acquisteranno il jet (per l'Italia Alenia Aermacchi), hanno fatto sapere di aver avviato una verifica con la società costruttrice del motore, la Pratt & Whitney.

venerdì 22 febbraio 2013

ISTRUZIONE/ La scuola non tira e sparisce dall’agenda politica: rischi attuali e scenari futuri

La scuola dovrebbe essere il primo punto d’interesse politico mentre, in queste bizzarre campagne elettorali, i leader danno la precedenza solo alla ‘guerra dell’Imu’. Declassata la suola ormai da anni, imbaronita e martoriata da riforme e controriforme confusionarie e inefficienti, la cultura subisce un calo e diminuiscono le iscrizioni all’università. Con il rischio di incentivare la fuga di cervelli e ritrovarci insegnanti stranieri neppure i politici affrontano il tema scuola in modo concreto: Monti vuole rimotivare gli insegnanti senza dire come, Berlusconi definisce “comunisti” i prof. delle scuole pubbliche, Grillo ne parla come dei “serial killer” demotivati e Bersani annuncia un “piano straordinario” che riassetti la scuola solo in maniera astratta però.






Tabula rasa. Questo è l’unica vera soluzione che servirebbe dopo la distruzione compiuta al sistema scuola dopo l’era Moratti-Gelmini. L’istruzione è stata declassata e nessuno più ci investe, nemmeno gli stessi studenti: calano le immatricolazioni di ben 9 mila domande, i meritevoli emigrano nei Paesi esteri in cui s’investe nella ricerca e quelli che restano ‘ragionano’ con gli ‘spiccioli’ che lo Stato usa per la scuola. Tanti e continui fallimenti che hanno imbaronito le università, ultimo in ordine di tempo l’allarme lanciato dal CUNConsiglio Universitario Nazionale – che denuncia un nuovo fallimento: molti giovani non credono più nelle università. Nel 2003 con la riforma delle lauree che introduceva il nuovo ordinamento universitario, scindendo tra lauree triennali e lauree specialistiche, si era registrato un nuovo boom e molti erano spronati ad iscriversi negli Atenei e conseguire almeno una laurea di primo livello. Oggi la media dei laureati italiani resta comunque bassa – la metà - a fronte degli altri Paesi Europei e in 10 anni, in Italia, il numero degli iscritti è diminuito di 58 mila.

Perché in campagna elettorale non si parla di stipendi?

Crolla il potere d'acquisto, precipitiamo in fondo alle classifiche europee eppure il tema della retribuzione è il grande assente in questa campagna elettorale: a destra e a sinistra. Nonostante sia, insieme alla disoccupazione e alla chiusura delle aziende, il principale assillo degli italiani



Tra le tante parole scomparse in questa campagna elettorale, una a sinistra fa più rumore: la parola 'salari'. Trovarne traccia nelle dichiarazioni pubbliche registrate dall'archivio Ansa somiglia a una caccia al tesoro: da inizio anno, si registrano unicamente gli allarmi dei sindacati, l'indignazione di Antonio Di Pietro e gli strali di Paolo Ferrero, l'unico a essere presente più volte. Per il centrosinistra, figurano solo il responsabile economico Stefano Fassina e l'ex ministro Cesare Damiano. Per il resto, nonostante il frangente non sia certo di parsimonia verbale, il blackout assoluto.

A cercare poi nei programmi delle coalizioni al voto va perfino peggio. In quello del Pdl ricorre una volta («detassazione del salario di produttività»), esattamente come in quello di Monti («decentramento della contrattazione salariale») e del centrosinistra. Che si limita a un laconico e vago «spezzare la spirale perversa tra bassa produttività e compressione dei salari e dei diritti». Del tutto assente dal programma del MoVimento 5 Stelle, il termine ricorre invece quattro volte in quello di Rivoluzione Civile. Dove si parla di una altrettanto vaga «convergenza fiscale e salariale» ma, quantomeno, si ricorda esplicitamente la realtà: «I lavoratori italiani hanno salari tra i più bassi d'Europa».

UNA "POVERTÀ" INSOSTENIBILE


Pensate a una persona ricca che ha una bella villa in un immenso parco nazionale con uno spettacolare panorama. E pensate che questa persona, invece di essere felice per la bellezza che la circonda, si concentri solo sull’estensione del suo piccolo possedimento e sul confronto tra questo e le proprietà di altri con i quali è solito paragonarsi. Emerge così una delle tante dimensioni di povertà, quella nella quale – come mi piace dire – «povero è colui che non sa godere di ciò che non possiede». L’implicazione di quest’affermazione è che la nostra ricchezza è la somma dei nostri averi personali più la quota ben superiore dei beni comuni di cui possiamo godere. Un giovane che gira l’Europa con il biglietto ferroviario Interrail sa benissimo di che cosa parlo e, pur non essendo percettore di reddito, è "ricco" e sa godere dell’immensa ricchezza che il mondo gli mette a disposizione. Per questo stesso motivo un "povero" che vive sul lungomare di Rio è certamente più "ricco" di un povero che vive in un sobborgo degradato di una grande metropoli che non possiede quell’incredibile bene naturalistico a disposizione di tutti che invece ha la città brasiliana.

Sono una donna non sono una bambola .... ricordatelo!

Angela Bruno, a casa da due settimane "Contro di me mobbing e minacce"

La vittima delle battute del Cavaliere parla con Repubblica.it. E si sfoga. Non lavora da due settimane. Non ha mai ricevuto le scuse, ma minacce da parte dell'ex governatore del Veneto, Galan: "Ho i messaggi che ha mandato. Ci dobbiamo difendere"


 L'eleganza di lasciare a una signora l'ultima parola. Angela Bruno ora sta solo cercando silenzio, definitivo. Non è una richiesta esagerata. E' fatta da una ragazza di trent'anni diventata famosa come "quella della domanda su quante volte viene". Su Google nelle foto appare sorridente accanto a Silvio Berlusconi. Angela Bruno però non ride da quel giorno. E su quel sorriso si è scatenato un putiferio mediatico che la sta stritolando. Ha chiesto le scuse, "ma non è servito, non lo sono state", dopo aver ascoltato alla radio le parole di un Cavaliere senza eleganza.

Vuole spiegare, ancora una volta, ci ha chiesto di darle voce sperando sia l'ultima intervista. Ha un tono forte, deciso, è arrabbiata, chiusa a casa, e non lavora da due settimane. Con il suo tipo di contratto se non lavora non guadagna. Cerca di difendersi da quando è scesa da quel palco e la storia è nota, la sua versione, i motivi di quel "divertimento" che di divertito non aveva niente. Inutile continuare a parlare di quel suo modo di sorridere alle battute di Silvio Berlusconi. Quante volte viene? Si giri. Lei ha sorriso, imbarazzata. Ha cercato di riportare la conversazione su un altro piano. Circondata dai suoi capi e di fronte a un uomo carismatico e potente. Una "persona comune", come continua a definirsi Angela Bruno, finita tra gli artigli del giaguaro, o del leone, a seconda dell'angolazione da cui si decida di guardare l'ex premier.

giovedì 21 febbraio 2013

In attesa dell'Italia .... ancora Grecia

CRISI GRECIA/ Voutsinos (Caritas): medicine in cambio di cibo per i figli, così vivono le nostre famiglie 

  
LA SITUAZIONE IN GRECIA. "E' difficile, è sempre più difficile: nessuno sa cosa succederà". Padre Andreas Voutsinos, Vicepresidente della Caritas greca e vicedirettore Caritas di Atene, ha la voce affranta che sembra spezzarsi mentre al telefono racconta a ilsussidiario.net la situazione del suo Paese, la Grecia. Una voce stanca: si percepisce il dolore di una realtà dove ormai da troppo tempo non solo non si scorge alcun segno di cambiamento, ma anzi solo peggioramenti. "Siamo dei poveri che aiutano altri poveri" dice "anche la Chiesa cattolica è povera. Non abbiamo nessun sussidio da parte dello Stato, ma dobbiamo pagare le tasse. Ci sono diversi vescovi che si trovano in difficoltà, capita che non riusciamo a pagare le tasse. Intanto aumenta il numero di famiglie che finisce a vivere per strada mentre aumenta anche la violenza, i furti nelle case, le rapine ai passanti". Rimane una sola certezza incrollabile, e la voce di Padre Voutsinos finalmente si apre in un sorriso che si può percepire anche attraverso il telefono: "Speriamo nel Signore, sappiamo che non ci abbandonerà come hanno fatto tutti, governo e paesi europei. Dio ci aiuta e ci dà la forza di andare avanti".

SUCCEDE IN ITALIA

[ Queste sono solo tre lettere di situazioni (ma di simili casi ce ne sono a migliaia) che mi hanno profondamente rattristato. Non è possibile che uno 0,1% di incapaci e bastardi per mantenersi i loro privilegi abbiano ridotto un popolo in tali condizioni solo per un loro usufrutto ..... VERGOGNATEVI! ]

 

 

Mamma io e te dicono che siamo povere e che non abbiamo i soldi per mangiare.

Lettera 1
Ciao Andrea, sono una mamma che ti scrive dal Comune di Vigevano, detto il Comune Nazista.
Ieri la mia Miriam, bambina di 8 anni, ha provato sulla sua pelle il significato della vergogna. Senza alcun preavviso, Miriam é stata cacciata dalla mensa scolastica; la motivazione? Non sono riuscita a pagarle la retta scolastica della mensa.
Grazie al cuore di alcune maestre che hanno messo insieme un pasto, ha mangiato nel seminterrato insieme ad altri 13 bambini.
Io non sono stata messa al corrente di quanto stava accadendo, quando sono andata a prendere la mia Miriam a scuola, é scoppiata a piangere. Le sue parole sono state queste: “mamma io e te dicono che siamo povere e che non abbiamo i soldi per mangiare, sai che mi hanno portato nella sala sotto la scuola, delle maestre mi hanno fatto mangiare li.”
Andrea credimi, mi é crollato il mondo addosso.
Sono una ragazza madre di 37 anni, lavoro 8 ore al giorno lavando le scale dei condomini, riesco a portare a casa 900 euro al mese, ma devo pagare luce, gas, spesa, mutuo ecc.. Quello che mi rimane sono centesimi e non riesco a pagare la retta scolastica.
Tu potrai dirmi, chiedi aiuto al tuo comune.

La Bulgaria vuole chiamarsi fuori, ....... e l'Italia?

Borisov, dimissioni di rigore 



Il governo di centro-destra della Bulgaria mercoledì è diventato vittima delle crescenti proteste popolari contro le misure di austerity che stanno causando la devastazione sociale nel continente europeo. Una serie di imponenti manifestazioni, andate in scena negli ultimi giorni in tutto il paese per chiedere la riduzione dei costi dell’energia elettrica, hanno infatti finito per travolgere il sempre più impopolare esecutivo guidato dal premier Boyko Borisov, nonostante una serie di misure messe in atto nel tentativo di placare gli animi dei suoi concittadini e rimanere al potere fino alle elezioni della prossima estate.

A fare esplodere definitivamente la rabbia tra una popolazione bulgara già provata da provvedimenti che, qui come altrove, hanno peggiorato in maniera sensibile le condizioni di vita dei cittadini, sono state le pesanti bollette energetiche in questo rigidissimo inverno nel paese est-europeo. Nella giornata di domenica, decine di migliaia di manifestanti hanno così paralizzato la capitale, Sofia, e le principali città delle altre regioni della Bulgaria, chiedendo la riduzione delle tariffe ma anche le dimissioni del governo, già al centro di polemiche per una serie di scandali e accuse di corruzione.

Sbarramento e premi Tutte le trappole della legge elettorale

Domenica il voto: così il “Porcellum” aumenta il rischio di ingovernabilità




La legge è la numero 270 del 21 dicembre 2005. Ai più nota come «Porcellum». E da otto anni disciplina l’elezione dei membri di Camera e Senato. Si tratta, in breve, della legge elettorale più discussa e criticata dal giorno della sua promulgazione. E a nulla sono valsi, in questi anni, gli appelli del Capo dello Stato Giorgio Napolitano alla forze politiche per riformarla. 

Come funziona  
Nella sostanza si tratta di un sistema proporzionale che prevede liste bloccate, dove, l’elettore non sceglie direttamente i candidati, che sono eletti invece secondo l’ordine di presentazione in base ai seggi ottenuti dalla singola lista. Insomma, i cittadini non scelgono i loro rappresentati (e questo è il primo elemento di criticità) ma sono le segreterie dei partiti a stabilire chi avrà o meno chance di entrare nell’emiciclo parlamentare.  

mercoledì 20 febbraio 2013

I terroristi dello spread e il loro affare d’oro: l’euro



Lo spread è ai minimi storici? Sì, perché paghiamo un tasso d’interesse altissimo, «molto più elevato di quello che il mercato finanziario può raccogliere da qualsiasi altra parte». E’ una bolla finanziaria, mentre l’economia reale è in ginocchio. Se siamo al tappeto, perché i mercati finanziari sono ben disposti a prestarci i loro soldi? «Per il semplice fatto che sono sicuri che si farà di tutto per evitare il default». Loretta Napoleoni svela così il “trucco” dell’Eurozona: stabilizzare la moneta per tutelare gli investitori finanziari a scapito dell’economia reale, che infatti sta colando a picco. «Per questo, “più Europa” è una formula che non ha significato». Non c’è ombra di armonizzazione economica. Al contrario, è penalizzata sanguinosamente la periferia europea: «E’ il prezzo che si è pagato per tranquillizzare i mercati». Sarebbe ora di denunciarlo, ma nessuno ne parla: tantomeno la politica, e men che meno la sinistra, che dovrebbe tutelare i più deboli.

Fallimento Italia, c’è anche un decreto che lo annuncia.



A volte ci si chiede come può uno stato fare fallimento, ma le risposte che si ottengono sono sostanzialmente due: chi dice che è impossibile e chi sostiene il contrario. Diciamo che è possibile quanto impossibile, ovvero uno stato che viene definito fallito non riesce pagare più i propri dipendenti, gli appalti e gli introiti che riceve non sono sufficiente a ripianare il debito delle spese correnti.

Tralasciamo gli interessi sul debito, in Italia abbiamo alcuni casi che sono sintomi di un fallimento imminente: 80 miliardi di euro che lo stato deve restituire a imprese e privati [alcuni politici hanno avuto a cuore questo problema ed hanno proposto di finanziare la restituzione parziale di 50 miliardi in 5 anni emettendo obbligazioni che gli italiani andrebbero a acquistare. Che genialata!). Nella realtà nessuno è in grado di dare una risposta del genere. considerando poi che abbiamo un bubbone che ogni anno si ingigantisce pari al patto di stabilità (MES) che prevede un esborso statale di 40 miliardi all’anno, se tutto va bene, poiché sappiamo che in Italia quando si prevede una spesa l’anno successivo è quasi raddoppiata.

martedì 19 febbraio 2013

SARANNO ELEZIONI DA CANI

La più brutta campagna elettorale che l’Italia ricordi, nella consapevolezza che si tornerà al voto


Tra insulti, allusioni sessuali e cani sulle ginocchia, non c’è più spazio per parlare di programmi e intenti (quelli seri). La campagna elettorale più triste che l’Italia repubblicana ricordi sta (per fortuna?) volgendo al termine. Con un’unica certezza: i maggiori leader (Grillo, Berlusconi, Bersani e Monti), guidati solo dai loro sondaggi (pubblici e privati) che ne indirizzano la linea politica (a cui probabilmente non credono più nemmeno loro), lanciano numeri manco fossero giocatori di Lotto. E il risultato è che tra un anno o poco più si tornerà al voto. Speriamo con altri protagonisti sulla scena.


 

Non c’è che dire: la campagna elettorale che stiamo vivendo (la più brutta che l’Italia ricordi. E se lo dice un autorevole storico come Guido Crainz c’è da credergli) si è dimostrata essere ancora una volta berlusconiana. Probabilmente, la più berlusconiana degli ultimi venti anni. Facili insulti, battute degne del migliore Bagaglino, comici-politici che snobbano sovieticamente interviste (come sottolinea a giusta ragione Stefano Feltri, “i giornalisti saranno pure servi di un sistema da abbattere, ma sono pure lavoratori dipendenti che meritano un minimo di rispetto”), cani sulle ginocchia e zero programmi.

È soprattutto il peso dei sondaggi ad influenzare la linea politica di tutti i maggiori candidati per Palazzo Chigi. Ed è proprio questa una delle intuizioni più pragmaticamente efficaci di Silvio Berlusconi, oggi emulata un po’ da tutti. Basti pensare alla telenovela - degna delle migliori soap – messa in scena (e il termine non è affatto casuale) da Pier Luigi Bersani, Nichi Vendola e Mario Monti: mi alleo con te, no con te no, forse sì, stiamo a vedere. Aperture, chiusure, porte socchiuse. Un caos intellettuale-politico che nemmeno Freud sarebbe riuscito a comprendere. Il motivo è presto detto: opportunismo politico. Nient’altro.

"CASINI" ITALIANI e "CASINI" VATICANI

Conclave, gli alti prelati che fanno scandalo

Non solo Mahony. Da Brady a Dziwisz, ecco i cardinali che hanno coperto i casi di pedofilia. Pronti a eleggere il papa.


Il bubbone è scoppiato. Il cardinale americano Roger Mahony, ex arcivescovo della diocesi di Los Angeles, colpevole di aver coperto centinaia di abusi sessuali su minori, dovrebbe partecipare all'elezione del successore di Benedetto XVI nel conclave di marzo. Ma le associazioni delle vittime si sono ribellate: vogliono che il Vaticano gli impedisca di votare. Dopo le dimissioni di Joseph Ratzinger, la Chiesa è costretta ancora una volta a fare i conti con una ferita mai superata. Negli Stati Uniti tira aria di svolta, la giustizia americana ha imposto alla diocesi californiana di fare i nomi dei responsabili degli abusi sessuali. E ha chiamato a deporre per il 23 febbraio proprio l'alto prelato. «Posso capire la loro rabbia nei miei confronti e verso la Chiesa», ha scritto il cardinale nel suo blog.
OMERTÀ DIFFUSA. Ma Mahony è solo un caso fra i tanti e non il più clamoroso, almeno in quanto a distanza dalla Cupola di San Pietro. Per anni, l'omertà su ogni abuso è stata la regola. E il risultato sono i migliaia di casi in Irlanda e i centinaia negli Stati Uniti. Violenze sessuali sono state inflitte agli studenti del rinomato collegio gesuita di Berlino e ai ragazzi del coro di Ratisbona diretto nientemeno che dal fratello del papa, Georg Ratzinger. Il papato di Benedetto XVI ha cercato di reagire alla piaga pubblicamente, ma con troppe private ambiguità. E il numero dei cardinali impresentabili al conclave lo dimostra.

lunedì 18 febbraio 2013

Uranio impoverito, l'ultima beffa

Dopo le troppe morti sospette di soldati e non, nel 2009 il ministero della Difesa aveva creato un comitato di prevenzione e controllo. Quattro anni dopo, si scopre che non ha fatto nulla, tranne distribuire soldi in modo non trasparente



Era nato tra grandi speranze e con una missione importante e delicata: studiare i fattori di rischio per la salute dei militari impegnati in missioni internazionali e nei poligoni, su forte impulso della penultima Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito.

Eppure dal 2009, anno del suo insediamento, il Comitato di prevenzione e controllo delle malattie istituito presso il ministero della Difesa, è accusato di aver inciso poco o nulla sulla questione per la quale è stato costituito. Avendo assunto, come unica iniziativa significativa, la pubblicazione di un bando milionario destinato a finanziare alcuni dei suoi componenti.

E' un passaggio della relazione finale dell'ultima Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito a mettere nero su bianco e in modo esplicito le perplessità per l'operato del Comitato, istituito nel 2007 dall'allora ministro della Difesa Arturo Parisi sulla scia delle testimonianze dei soldati italiani affetti da gravi patologie dopo essere stati impegnati nei poligoni sardi o in missioni internazionali, spesso senza essere dotati delle stesse protezioni in uso alle forze alleate.

Tripoli bel suol d’amore per armi e divise italiane



Blindati di seconda mano; divise, slip e spazzolini nuovi ma demodé. Sono i doni che l’Italia ha inviato ai nuovi governanti libici per consolidare la partnership politico-militare tra i due paesi. La consegna è avvenuta durante la recente visita a Tripoli del ministro-ammiraglio Giampaolo Di Paola che ha pure avuto modo d’incontrare il primo ministro Ali Zeidanil e il ministro della guerra gen. Mohamed Al Barghati. La cessione delle rimanenze di magazzino è stata autorizzata dal Parlamento italiano con la legge di conversione del ddl di fine 2012 che ha prorogato le missioni militari italiane all’estero.

Sono stati consegni ai libici “a titolo gratuito” innanzitutto 20 veicoli blindati da trasporto truppe e combattimento “Puma” prodotti dal consorzio Fiat Iveco-Oto Melara e nella disponibilità dell’esercito italiano. Dalle basi della marina militare di Taranto, Augusta, La Spezia, Ancona e Cagliari è stata prelevata invece una certa quantità di “effetti di vestiario in disuso”. Si tratta complessivamente di quasi 70.000 capi, tra cui 30.000 slip, 10.000 camicie kaki in manica lunga e corta, 28.000 tra pantaloni estivi e invernali, magliette intime, pigiami e cinture. Il vestiario è stato trasportato in Libia a bordo di velivoli cargo messi a disposizione dall’aeronautica militare. Tra i container hanno pure trovato posto 6.000 astucci porta-saponetta, 30.000 tubetti di crema da barba, 80.000 dentifrici, 2 milioni di rasoi, 150.000 saponi, 68.000 spazzole per scarpe e abiti e 40.000 spazzolini da denti. Solo 200 invece le “spazzole per capelli” destinate ai combattenti della nuova repubblica libica.

domenica 17 febbraio 2013

Mario Monti: l'uomo che si ispirava ai falliti

Anni fa, Monti invitava i leader ad ispirarsi al Presidente Carlos Menem e alle sue politiche liberiste, proprio quelle che hanno poi portato l'Argentina allo storico crac. Che lungimiranza.



Da tempo ho in animo di proporre, alla stampa, una moratoria sui professori di economia delle Università private. Non capisco infatti come mai nelle interviste e nelle ospitate in TV esistano solo docenti della Cattolica, della Bocconi e della Luiss. Non ci sono in Italia università pubbliche? Come mai a dettare l'agenda economica del Paese vengono convocati sono docenti del privato, mentre ai professori degli atenei pubblici si è da anni messo il bavaglio? Forse perché, tra loro, in pochi abbracciano il credo suicida liberista che invece è altrove abbondantemente finanziato? Chissà.

La recessione, di Pier Paolo Pasolini

Il genio visionario di Pier Paolo Pasolini ci raccontava, dal lontano 1974, gli anni che oggi abbiamo davanti. Con inaspettata precisione, e ineguagliata poesia




Tante le Cassandre che affollano questi anni difficili. Tanti, che hanno inascoltati chiesto una decrescita "felice" prima che fossimo costretti a quella infelice. Tanti che hanno avvisato, poi salutati come menagrami, complottisti, fantasiosi, chiacchieroni da tastiera.
Una, la grande Cassandra italiana, ci aveva raccontato i nostri anni molto prima che li vivessimo, molto prima che persino li pensassimo. Pier Paolo Pasolini. Che, incredibile a dirsi, ci ha descritto anche i tempi che dobbiamo ancora vedere. Nel 1974. Una poesia che è una fotografia impietosa del nostro futuro, dal nome amaro, La Recessione.

FACCIAMO UN PASSO INDIETRO

Ci vendono di tutto, tranne quello che ci serve: la felicità

 
Come governanti, esprimiamo la sincera volontà di accompagnare tutti gli accordi che questa nostra povera umanità possa sottoscrivere. Tuttavia, ci venga concesso di porci qualche domanda a voce alta. Per tutto il pomeriggio si è parlato di “sviluppo sostenibile”, per togliere masse immense dalla povertà. A cosa ci riferiamo? Il modello di sviluppo e di consumo che abbiamo in mente è quello attuale delle società ricche? Un’altra domanda: cosa succederebbe, a questo pianeta, se gli indiani avessero la stessa proporzione di auto per famiglia che hanno i tedeschi? Quanto ossigeno ci rimarrebbe per respirare? In altre parole: il mondo possiede oggi gli elementi materiali per fare in modo che 7-8.000 milioni di persone possano avere lo stesso livello di consumo e di spreco delle più ricche società occidentali? Sarà possibile, o dovremmo forse mettere la discussione su un altro piano?

sabato 16 febbraio 2013

Invece di guardare al cielo guardano solo al denaro.

Il nuovo presidente dello IOR, la banca vaticana, appartiene ai Cavalieri di Malta: ma tu guarda che combinazione!

 



E' proprio vero: a pensar male si fa peccato, però ci si indovina! La massima del divo Giulio Andreotti attraversa le nostre menti mentre apprendiamo che il nuovo presidente della Banca Vaticana, il famigerato Ior, è tale Ernst von Freyberg, avvocato d'affari con autorevoli esperienze nel settore della finanza e, meraviglia delle meraviglie, membro del Sovrano Militare Ordine dei Cavalieri di Malta, di cui è tesoriere per il ramo tedesco.
 
All'indomani dell'abdicazione di Benedetto XVI, alias, Joseph Ratzinger, avevamo avuto il sospetto che più che di dimissioni, si trattasse di un vero e proprio licenziamento. Scavando tra le notizie, abbiamo malignato che nella decisione del papa ci fosse lo zampino del Sovrano Militare Ordine dei Cavalieri di Malta. Pochi giorni prima, infatti, Benedetto aveva partecipato alle celebrazioni per la fondazione della potente organizzazione finanziario-politica-religiosa. Potete leggere il post se avete malignato anche voi: Ma Benedetto XVI si è dimesso o è stato licenziato?

I CAMPIONI SIAMO NOI

Quando l’Italia esporta tangenti

Non solo santi, poeti e navigatori: il Bel Paese si fa conoscere in tutto il mondo anche per la corruzione internazionale. Finmeccanica l'ultimo di una lunga serie di casi 

 

Quello della corruzione è un vecchio vizio italiano. Così radicato nel tessuto economico-sociale del Paese che le tangenti vengono spesso utilizzate come escamotage delle aziende controllate (e non) dallo Stato per concludere affari all’Estero. Lo dimostrano diverse inchieste condotte dalla magistratura italiana negli ultimi anni: oltre alla moda e al buon cibo, l’Italia esporta le mazzette per ottenere commesse per la produzione di beni e trattamenti di favore nello sfruttamento di risorse naturali.

INCREDIBILE ITALIA!

Revisionismo storico “a bassa intensità” a Pordenone – il caso Kanish Mvudisa



Succede che, tra i record pordenonesi, in questa città industriale culturalmente all’avanguardia, ci sia un immigrato congolese, Kanish Mvudisa – esponente della Resistenza alla dittatura di Mobutu, economista, operaio e sindacalista – che diventa il primo segretario cittadino di origine straniera di un partito.

Succede che purtroppo una delle tristi evenienza della vita sia la sua prematura interruzione: Kanish muore il 16 gennaio del 2011, a soli 52 anni. Succede che l’ultimo viaggio di Kanish sia vissuto con grande emozione in città, grazie anche al protagonismo dell’Amministrazione Comunale.

venerdì 15 febbraio 2013

Finalmente l'Europa fa un passo in avanti




LA DIRETTIVA SULLA «TOBIN TAX»
La Commissione europea ha pubblicato ieri la bozza di direttiva sulla tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf). Dopo l'avvio della procedura di cooperazione rafforzata sostenuta da una dozzina di paesi, il voto del Parlamento europeo e il sì dell'Ecofin, si tratta di un altro passo verso l'introduzione di una misura molto richiesta e fondamentale per frenare la speculazione e generare un gettito di decine di miliardi l'anno. Ancora prima, parliamo di un segnale della volontà politica di chiudere il gigantesco casinò finanziario che ci ha trascinati nella crisi e di limitare gli impatti della finanza speculativa. 

UN CELESTE MOLTO OPACO

«Formigoni dice di essere limpido?
Si arrampica sugli specchi»

Il funzionario della Popolare di Sondrio
 trasformato in «cimice» dai pm



Formigoni? «Non è stata una bella situazione in conferenza stampa... Quella di Gesù se la poteva risparmiare, anche perché sta dando del Giuda a quell'altro (cioè a Pierangelo Daccò , ndr). Gli dicevano che il presidente della Germania si è dimesso per molto meno e lui si arrampicava sugli specchi, a un certo punto stava dicendo di quelle cagate... "Sono limpido come l'acqua di fonte", eehh, non fare il figo!».

Dimenticati praticamente da un anno

Marò: un anno di inerzia, silenzi e gaffe internazionali




Esattamente un anno fa i due fucilieri di Marina del Battaglione San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, venivano sequestrati dalle autorità indiane, su mandato del tribunale del Kerala, con l'accusa di aver ucciso a colpi di fucile due pescatori dal ponte della petroliera italiana Enrica Lexie, sulla quale erano imbarcati con il compito di fare da scorta antipirateria. Nell'anniversario del loro imprigionamento pesa il silenzio assordante tanto dei media quanto della politica, entrambi impegnati a raccontare la campagna elettorale e, nei ritagli di tempo, il Festival di San Remo.

VATICANO,....TUTTI IN GUERRA PER IL POSTO

POST RATZINGER - È guerra tra Ior, Opus, Cavalieri di Colombo e Cl. E spuntano due “impresentabili”

 Opus Dei, Comunione e Liberazione, Ior, Cavalieri di Colombo. E poi le lotte di potere tra i nemici di sempre Tarcisio Bertone e Angelo Sodano, i favoriti di Benedetto XVI, fino a coloro che potrebbero trovare appoggio nei grossi colossi bancari d’oltreoceano. Sono, queste, alcune delle fazioni più influenti il cui prevalere l’una sulle altre potrebbe essere determinante nell’elezione a pontefice di questo o quel cardinale. E tra i papabili spuntano anche due “impresentabili”.


 

Ieri parlavamo dello Ior, dei rapporti di potere che si celano dietro il braccio economico del Vaticano, soprattutto in relazione al prossimo conclave e all’elezione del nuovo pontefice. Non bisogna però dimenticare che i giochi di potere che si celano dietro la successione sono ben più ampi di quanto si possa pensare. Opus Dei, Comunione e Liberazione, Cavalieri di Colombo, lo stesso Ior, coloro che possono contare sull’appoggio di grandi gruppi bancari (e politici). E poi ratizingeriani contro woytiliani, le lotte di potere tra i nemici di sempre Tarcisio Bertone e Angelo Sodano. Sono, questi, solo alcuni dei “partiti” che cercheranno in ogni modo di piazzare un loro “uomo”. Dopo la nomina del nuovo presidente della banca vaticana e del suo consiglio di sovrintendenza, la partita che si apre, intessuta di accordi, legami e mire di potere, porterà, a breve, all’apertura del conclave e alla conseguente nomina del nuovo pontefice. Ma andiamo a vedere su quali poteri (forti) poggiano i candidati più attestati.

mercoledì 13 febbraio 2013

Ecco l’Italia di cui non si parla in campagna elettorale

Il “Pocket World In Figures 2013” dell’Economist è un libricino di classifiche. I campi in cui l'Italia fa molto peggio degli altri sono tanti, dalle tecnologie alla competitività. Temi centrali, di cui non sentirete parlare in campagna elettorale e che mettono un dubbio: ma davvero le tasse sono il problema più grave?



Nella campagna elettorale in corso si parla di tasse (troppe) e di posti di lavoro (pochi). Lo slogan che va per la maggiore è che, se le prime calassero, i secondi salirebbero. Non tutti la pensano esattamente così, naturalmente, ma la discussione va avanti su questo binario, come se nient’altro (o poco altro) avesse importanza. C’è una cosa di cui si parla poco: l’Italia.

C’è un librino appena uscito che suggerisce quali sono i problemi del nostro Paese con l’arida forza delle cifre. È il “Pocket World In Figures 2013” (il mondo in cifre) dell’Economist. È un librino arido, 250 paginette di classifiche che mettono a confronto i diversi Paesi del mondo nei settori più disparati: l’economia, la finanza, il turismo, l’industria, le tecnologie, la demografia e chi più ne ha, più ne metta. L’Italia non fa una gran bella figura. Basta sfogliarlo per capire che forse le tasse non sono il problema più grave del nostro paese.

...e bravo Monti a noi ci tartassi e poi dimentichi di...

Fuori legge per colpa di Governo e Parlamento



E’ davvero inquietante leggere il Comunicato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica dello scorso 9 febbraio con il quale il Ministero della Giustizia informa che il decreto legge 11 dicembre 2012, n. 216 recante “Disposizioni urgenti volte ad evitare l’applicazione di sanzioni dell’Unione Europea” non è stato convertito in legge in tempo utile ed è quindi decaduto, perdendo la sua efficacia.
Un fatto grave e senza precedenti, né giustificazioni la cui responsabilità è tutta del Governo dei Professori e del Parlamento della Repubblica.

TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE

FINMECCANICA - Le responsabilità di Monti: ecco perché il Prof sapeva. E non ha mosso un dito


Il numero uno di Finmeccanica Giuseppe Orsi è stato arrestato per un’incredibile storia di mazzette. Il sistema perverso impiantato nell’azienda, però, trova anche importanti (e pesanti) responsabilità politiche: dalla Lega al Pdl, dal Pd all’Udc. Tutti sembrerebbero coinvolti, secondo le parole dei testimoni. Una storia, dunque, di tangenti e nomine politiche impressionante. Né Mario Monti è avulso da responsabilità: la prova nell’esposto presentato alla Corte dei Conti nell’ottobre scorso da Antonio Di Pietro, di fronte al quale il Professore ha continuato a chiudere gli occhi e tapparsi la bocca. Il motivo? In un’intercettazione del dicembre 2011 la prova dell’appoggio tecnico (e di Corrado Passera in primis) a Giuseppe Orsi.

 Le indagini andavano avanti da mesi. Ieri è arrivata l’ordinanza di custodia cautelare che dipinge un quadro più che fosco sugli affari del gruppo pubblico Finmeccanica e che ha portato all’arresto del suo presidente Giuseppe Orsi. Secondo i magistrati la “filosofia aziendale” delle tangenti sarebbe addirittura un “fattore naturale” degli affari dell’azienda. L’accusa nei confronti di Orsi è di corruzione internazionale, peculato e concussione per le presunte mazzette (da 51 milioni di euro) che sarebbero state pagate per la vendita di dodici elicotteri Agusta Westland al governo indiano, tanto che il gip della Procura di Busto Arsizio ha disposto anche gli arresti domiciliari proprio per l’ad di Augusta Westland, Bruno Spagnolini, con le stesse accuse.

martedì 12 febbraio 2013

Media italiani tutti zitti e allora ancora Grecia!

Grecia nel caos, assalti ai supermercati e rivolte contro la troika. Ma nessuno ne parla...


'' La Grecia è crollata sotto il peso dei debiti contratti con la Bce , ma in Italia nessuno ne parla perche' siamo in campagna elettorale, l'attenzione dei media e' stata spostata sulle dimissioni del Papa,mentre l'Europa brucia!
Stanno assaltando i supermercati. Ma non si tratta di banditi armati. Si tratta di gente inviperita e affamata, che non impugna neanche una pistola, con la complicità dei commessi che dicono loro “prendete quello che volete, noi facciamo finta di niente”.
Si tratta della rivolta di 150 imprenditori agricoli, produttori di agrumi, che si sono rfiutati categoricamente di distruggere tonnellate di arance e limoni per calmierare i prezzi, come richiesto dall’Unione Europea.
Hanno preso la frutta, l’hanno caricata sui camion e sono andati nelle piazze della città con il megafono, regalandola alla gente, raccontando come stanno le cose.

C'è ancora qualcosina di pulito in Italia?

Dalla tangente indiana mazzette a Lega e Cl
per sostenere Orsi al vertice Finmeccanica

L'inchiesta parte dalla procura di Napoli nel novembre del 2011: i pm indagano sugli appalti internazionali del gruppo. Per l'affare dei 12 elicotteri al governo di Nuova Delhi pagati 51 milioni agli intermediari



L'inchiesta sugli appalti internazionali di Finmeccanica e sulla maxi-commessa da 556 milioni per 12 elicotteri vinta da Agusta Westland in Inda nel 2010, parte da Napoli il 15 novembre 2011 quando l'ex responsabile delle relazioni esterne del gruppo, Lorenzo Borgogni, racconta ai magistrati che "l'ascesa di Giuseppe Orsi da amministratore delegato di Agusta a capo di tutta Finmeccanica, è avvenuta grazie al pagamento di una tangente di 10 milioni alla Lega Nord e a Comunione e Liberazione".

DIMISSIONI RATZINGER/ Le lotte di potere con Bertone: la verità nel documento di un anno fa

Papa Benedetto XVI si è dimesso. Non accadeva da 600 anni. Le sue dimissioni, però, non possono passare inosservate soltanto per questo. Durante gli anni del suo pontificato troppi scandali, troppe vicende chiaroscurali, troppi personaggi scomodi, troppe lotte interne. L’ipotesi del complotto è tutt’altro che campata in aria. Al centro della vicenda lo scontro titanico (e politico) con il cardinale Tarcisio Bertone, il suo crescente potere, i suoi uomini: un vero e proprio cerchio magico che, alla fine, ha estromesso il Papa da qualsiasi decisione politica (basti pensare al caso Gotti Tedeschi). Tutto sembrerebbe quadrare, soprattutto riprendendo il documento di un anno fa in cui si diceva che il Papa avrebbe avuto un anno di vita. Appunto.


Benedetto XVI si è dimesso. Non succedeva da 600 anni che un Papa si dimettesse. È capitato a Ponziano nel 235, a Giovanni XVIII nel 1009, a Benedetto IX nel 1045, al più famoso Celestino V nel 1294 e a Gregorio XII nel 1415. Le dimissioni di Ratzinger, però, non possono passare inosservate solo per questo. Durante gli anni del suo pontificato troppi scandali, troppe vicende chiaroscurali, troppi personaggi scomodi, troppe lotte interne. L’ipotesi del complotto è tutt’altro che campata in aria. E, probabilmente, avevano convinto il Papa alle dimissioni già da tempo.
Ma partiamo da quanto accaduto oggi. Papa Benedetto XVI ha annunciato, in latino, durante il Concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto, la sua decisione di lasciare il soglio di Pietro già dal prossimo 28 febbraio prossimo “per il bene della Chiesa”. Le sue parole sono state più che chiare: “Carissimi Fratelli - ha detto il Papa ai cardinali che certamente non si aspettavano un tale annuncio - vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. Stando alle parole di Ratizinger, insomma, la decisione (certamente coraggiosa) sarebbe stata presa per mancanza di forze fisiche e mentali, necessarie per stare a capo del Vaticano.