giovedì 28 agosto 2014

Agustawestland versa 8 milioni e chiude l’indagine italiana sugli elicotteri indiani

Patteggi chiari, appalti lunghi - Agustawestland versa 8 milioni e chiude l’indagine italiana sugli elicotteri indiani: così non compromette la partecipazioni a gare future.
Dopo l’archiviazione per Finmeccanica (però con richiesta di condanna per Orsi), arriva la chiusura dell’inchiesta per corruzione nella vendita di elicotteri all’India - Moretti vuole “eliminare” AgustaWestland: la società sarà inglobata dalla holding Finmeccanica, che si presenterà “illibata” ai prossimi clienti - In India il caso non è chiuso


Giuseppe OrsiGIUSEPPE ORSI
La confisca di 7 milioni e mezzo di euro ad «AgustaWestland spa» e «AgustaWestland Ltd» come profitto del reato di corruzione internazionale in India nel 2010, e sanzioni pecuniarie di 80.000 e di 300.000 euro a testa per l’illecito amministrativo contestato alle due società produttrici di elicotteri del gruppo Finmeccanica in relazione alla legge 231/2001, quella sulla responsabilità amministrativa degli enti per i reati commessi nell’interesse aziendale dai propri dirigenti: è quanto oggi la «AgustaWestland» italiana e la filiale inglese, in un «pacchetto» unico con la invece già nota richiesta di archiviazione due mesi fa per la holding Finmeccanica, patteggiano davanti al Tribunale di Busto Arsizio concordando la pena con la Procura.

BRUNO SPAGNOLINIBRUNO SPAGNOLINI
Una mossa che scongiura in Italia il rischio di vedersi bloccare la stipula di contratti con la pubblica amministrazione a causa delle condotte tangentizie imputate a Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini (ex amministratori delegati di «Finmeccanica» e «AgustaWestland») nel processo a sentenza il prossimo 9 ottobre sui 51 milioni di tangenti destinate a militari e ministri di New Delhi per propiziare nel 2010 la maxifornitura da 560 milioni di 12 elicotteri all’India.

mauro morettiMAURO MORETTI
Il patteggiamento, che sarà formalizzato oggi dalla giudice Nicoletta Guerrero, è l’altra faccia dell’accordo che gli avvocati di «Agusta Westland Ltd» (Marco Calleri) e di «AgustaWestland spa» (Francesco Isolabella), nonché di «Finmeccanica» (Elisa Scaroina), hanno negoziato con il pm milanese Eugenio Fusco (in applicazione a Busto Arsizio per l’inchiesta trasferitavi da Napoli) allorché a metà luglio «Finmeccanica» in un comunicato annunciò la propria archiviazione.

finmeccanica agusta westland elicotteroFINMECCANICA AGUSTA WESTLAND ELICOTTERO
L’accordo sul patteggiamento, di evidente interesse per il pm che in vista della sentenza su Orsi (6 anni la richiesta di condanna) porta intanto a casa un altro risultato dopo il patteggiamento a 1 anno e 10 mesi dell’intermediario svizzero Guido Haschke, sul versante di «Finmeccanica» è stato fortemente cercato dal nuovo amministratore delegato Mauro Moretti in un’ottica di riduzione del danno su scala internazionale: l’ex n.1 di «Ferrovie dello Stato», che da lì ha portato con sé anche il capo dell’area legale Andrea Parrella, capitalizza infatti la sterilizzazione in partenza degli enormi (ben più degli 8 milioni in ballo a Busto) rischi finanziari incorporati nelle indagini aperte sull’appalto indiano anche all’estero.

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Dalla Gran Bretagna, dove si é mosso il «Serious Fraud Office»; e dagli Stati Uniti, dove all’apposita struttura investigativa, in base alla legge anticorruzione, per attivarsi basta che una supposta transazione tangentizia possa essersi svolta in dollari e aver riguardato una azienda quotata in America o fornitrice degli Usa.

E sotto questo profilo la chiusura dell’indagine penale italiana con il patteggiamento di «AgustaWestland», insieme all’archiviazione di «Finmeccanica» e la predisposizione ora di modelli organizzativi interni capaci di prevenire reati dello stesso genere, è idoneo a placare la non disinteressata «verve» investigativa anglosassone, se no potenzialmente molto insidiosa come ad esempio ha sperimentato Saipem, che nel 2010, per tangenti pagate anni prima in Nigeria all’interno di un consorzio internazionale, dovette versare alle autorità giudiziarie e di Borsa americane ben 365 milioni di euro.
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Nella negoziazione del patteggiamento tra difese e pm sono stati pesati anche i possibili riverberi reputazionali per le due produttrici di elicotteri, che alla fine hanno optato per il patteggiamento non solo perché tecnicamente non implica ammissione di responsabilità, ma anche perché dal 2015 Moretti ha già deciso di accorciare la catena societaria del gruppo «Finmeccanica»: l’italiana «AgustaWestland spa» sparirà, la filiale inglese resterà solo come operativa, e dunque a fare le prossime gare e stipulare i futuri contratti internazionali sarà non più una delle due società che ora hanno patteggiato, ma solo la holding «Finmeccanica», che è stata archiviata e che dunque si presenterà contrattualmente «illibata» ai prossimi cimenti del mercato.
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Resta invece aperto il delicatissimo fronte indiano, dove allo stato è in corso un arbitrato dai tempi dilatati, il contratto è congelato, New Delhi non sta pagando i 560 milioni al gruppo italiano, e ha anzi trattenuto i primi tre elicotteri che le erano stati già consegnati.

Una corposa puntata incidentale è inoltre in corso al Tribunale civile di Milano, dove l’India, dopo uno stop iniziale, in primo grado ha avuto la meglio su «AgustaWestland» (che ha fatto appello) riguardo l’escussione di una fideiussione bancaria sino a 228 milioni su 278 di garanzie totali, incamerata per la contestata violazione del «patto di integrità» legata all’utilizzo da parte italiana di intermediari non previsti dal contratto con gli indiani.



PROCURA DI BUSTO ARSIZIO JPEG
(di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera” - Fonte)

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