domenica 31 agosto 2014

MOGHERINI: "CI VUOLE TEMPO!"


Renzi l'ha spuntata, la Mogherini nuovo ministro degli esteri europeo ma chi ci guadagna? non penso l'Europa! 
Pubblico qui sotto due articoli in cui si può comparare come le parole della nuova Lady PESC sia nel caso dei marò che in quella medio-orientale siano su per giù le stesse: "Ci vuole tempo". 
Nel caso dei marò il tempo per riportarli in Patria non l'ha avuto (ma almeno ci ha provato?) come credo non lo avrà neppure per i fronti di conflittualità mediterrnee.
Quindi non si capisce perchè il "premier" italiano l'abbia voluta fortissimamente su quella poltrona. Il presidente Napolitano dice entusiasta: "L'Italia ha ottenuto un importante riconoscimento e, soprattutto, ha dato un positivo contributo alla soluzione del problema dei nuovi incarichi di vertice dell'Unione Europea" e ancora: "Sono certo che l'onorevole Mogherini saprà assolvere al meglio il mandato di una crescente coesione dell'Unione Europea nel campo essenziale delle relazioni internazionali
Si spera almeno che la nuova "Lady"  abbia migliorato le proprie conoscenze rispetto a quante ne aveva nel 2009 quando, a esempio, definì i missili lanciati da Hezbollah contro Israele dei semplici “razzi dimostrativi, artigianalinon sono lanciati per colpire davvero, ma solo per segnalare la (r)esistenza in vita - “ .... altrimenti stiamo a posto!

MOGHERINI: “CRISI MEDIORIENTE È SFIDA PER EUROPA, DURERÀ DECENNI”

"È una sfida che riguarda la sicurezza e il benessere dei nostri cittadini europei"

30 aprile 2014 - "Abbiamo discusso di come affrontare nel lungo periodo l'instabilità e la conflittualità che attraversa il Mediterraneo e il Medioriente e sappiamo molto bene che è una sfida che riguarda tutto il continente europeo, da nord a sud a est a ovest". Lo ha affermato il ministro degli Esteri Federica Mogherini nel corso della conferenza stampa al termine della riunione informale dei ministri degli Esteri europei a Milano. "È una sfida che riguarda la sicurezza e il benessere dei nostri cittadini europei - ha proseguito - e sarà una sfida che dovremo affrontare a lungo nel tempo" e che "dovremo gestire non per mesi o anni, ma probabilmente decenni".
La strategia discussa nel corso del vertice a Milano "verte su un ruolo di primo piano della Ue nel Mediterraneo e nel Medioriente con un coinvolgimento attivo di tutti gli attori regionali, a partire dall'Egitto che ha giocato un ruolo fondamentale per raggiungere il cessate il fuoco nella striscia di Gaza, ma anche i Paesi del Golfo, l'Iran con cui è aperto il dossier nucleare". Al centro della due giorni milanese, ha spiegato Mogherini, oltre alla crisi in Ucraina, "la situazione a Gaza e il modo di far ripartire dal cessate il fuoco una situazione di lunga durata e i conflitti che dalla Siria, all'Iraq, alla Libia attraversano il mondo arabo e riguardano anche la nostra sicurezza".
Tra i punti all'ordine del giorno anche "l'azione dell'Unione Europea e dei singoli Paesi membri, tra cui l'Italia, sul sostegno economico alle situazioni di crisi, all'assistenza umanitaria ai profughi sul versante iracheno e siriano". "Il punto fondamentale - ha concluso - è facilitare processi politici che segnino la possibilità di una convivenza inclusiva e democratica all'interno dei singoli Paesi e migliorino la convivenza tra Paesi vicini".

MARÒ: LI VOGLIAMO IN ITALIA. MA NON SARÀ UN PERCORSO BREVE  

25 aprile 2014 - Una scelta che dà speranza, quella compiuta ieri dal ministro degli Esteri, Federica Mogherini, sulla vicenda dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Una «fase nuova» che si porta inevitabilmente appresso l'«esaurimento» del ruolo di Staffan de Mistura, inviato speciale del governo in India, il rientro a Delhi dell'ambasciatore italiano, Daniele Mancini, e l'internazionalizzazione del caso.
Ministro Mogherini, la vostra «svolta» mette la parole «fine» al ruolo di De Mistura.
«L'ho già detto in Parlamento e lo ribadisco: se siamo arrivati all'apertura di questa nuova fase è anche grazie al lavoro di De Mistura. Mercoledì sera abbiamo parlato a lungo, lui ha contribuito notevolmente all'avvio di questa nuova fase. Non solo il suo lavoro è apprezzato da me e dal governo, ma è con lui che abbiamo definito questo passaggio. Il suo ruolo di inviato speciale non ha più senso ma non perché è De Mistura, ma perché non è più il momento di avere un inviato speciale. Uno scenario diverso ha bisogno di ruoli e funzioni diverse. Il focus, dunque, non è tanto su De Mistura, che ha svolto ottimamente il suo ruolo, ma sul fatto che abbiamo avviato la fase dell'internazionalizzazione di cui avevamo già parlato e su cui il Parlamento si era espresso all'unanimità. Da questa nuova fase discende da un lato il rientro a Delhi dell'ambasciatore Mancini, che seguirà la conclusione delle elezioni e la formazione del nuovo governo indiano, dall'altra l'istituzione di un gruppo di esperti che accompagni la nuova fase da un punto di vista tecnico-giuridico».

L'apertura di una nuova fase significa che quella precedente era inadeguata?
«E stato il mio predecessore, Emma Bonino, a inviare la prima nota verbale che ha aperto la strada al nuovo percorso. Anche il governo precedente, dunque, a febbraio, aveva indicato questa via».

Il governo precedente, però, è stato lento e poco incisivo nell'intraprenderla.
«Di questo non parlo, né dei mesi né degli anni che hanno preceduto questo governo. Ne parleremo alla fine. Adesso occorre ragionare su quello che c'è da fare per provare a chiudere questa vicenda. È un momento in cui una lettura politica del caso non è utile. La faremo a vicenda conclusa».

Ci sono già dei nomi sul gruppo di esperti e sul coordinatore?
«Ci stiamo lavorando in questi giorni e in queste ore. Abbiamo preso l'impegno di fare un passaggio parlamentare per sottolineare che abbiamo lavorato benissimo con il Parlamento e le Commissioni di Camera e Senato. Una sinergia utilissima per mostrare agli interlocutori internazionali che l'Italia parla con una sola voce. Per correttezza istituzionale abbiamo voluto dare questa comunicazione al Parlamento prima che alla stampa e vorremmo continuare così. Ci saranno ulteriori aggiornamenti in Parlamento ma anche la massima trasparenza verso l'informazione, soprattutto con voi che su questa vicenda avete preso importanti iniziative».

Le autorità indiane hanno risposto alla nota del 18 aprile con la quale il governo italiano chiede uno «scambio di vedute?»
«No, non ancora. L'hanno ricevuta i1 21 aprile e siamo ancora in attesa della risposta».

Cosa le fa pensare che questa nuova strada possa portare al successo?
«Questo passaggio è necessario, ma non deve portare ad aspettative su una soluzione rapida. I marò e le loro famiglie sono i primi a saperlo. Il punto è approdare a un livello di discussione adeguato. C'è una divergenza sull'attribuzione della giurisdizione e queste controversie si risolvono attraverso gli strumenti del diritto internazionale. Ma la dinamica internazionale non sarà né breve né semplice. È giusto che sia chiaro per evitare aspettative d'immediatezza ed è giusto configurare il quadro nel modo più realistico possibile».

E se fallisce anche la fase dell'internazionalizzazione? 
«Lo vedremo a tempo debito. E’ una via complessa e lunga, l'abbiamo appena intrapresa. Ci diamo qualche possibilità di successo. La strada che abbiamo scelto ha diverse tappe. La prima è quella di un exchange of views. Se si esaurisce con successo, bene, se non si esaurisce con un dialogo, o perché non ha luogo o perché non porta a una soluzione soddisfacente in tempi rapidi, ci sono le tappe successive del ricorso agli strumenti giuridici internazionali».

Ha parlato con Latorre e Girone?
«Sì, mercoledì sera. Noi ci sentiamo spesso anche se non necessariamente ne diamo notizia».

Erano soddisfatti per la decisione del governo?
«Sì. È chiaro che loro vivono una situazione di preoccupazione, che condivido anch'io. Però sono soddisfatti del nuovo passaggio, che per loro non è una sorpresa perché ci siamo parlati in queste settimane e sapevano che stavamo andando in questa direzione».

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1 commento:

  1. Evidentemente coi suoi studi islamici ha fatto propria la sigla dell'efficienza araba: I.B.M.
    No, non quella americana ma
    Inshallah = se Dio vuole
    Bukkrah = domani
    Maalesh = non importa

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