mercoledì 13 febbraio 2013

...e bravo Monti a noi ci tartassi e poi dimentichi di...

Fuori legge per colpa di Governo e Parlamento



E’ davvero inquietante leggere il Comunicato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica dello scorso 9 febbraio con il quale il Ministero della Giustizia informa che il decreto legge 11 dicembre 2012, n. 216 recante “Disposizioni urgenti volte ad evitare l’applicazione di sanzioni dell’Unione Europea” non è stato convertito in legge in tempo utile ed è quindi decaduto, perdendo la sua efficacia.
Un fatto grave e senza precedenti, né giustificazioni la cui responsabilità è tutta del Governo dei Professori e del Parlamento della Repubblica.

Il Governo, sulla carta, più europeista nella storia della Repubblica, quello del super-tecnico già Commissario Europeo, Mario Monti si è, infatti, ridotto agli ultimi giorni del proprio mandato – il Decreto legge  ora decaduto è datato 6 dicembre -per varare un pacchetto di disposizioni di legge indispensabili perché l’Italia rimediasse ad una serie di gravi inadempimenti, di vecchia data, agli obblighi su di essa gravanti in quanto membro dell’Unione Europea, inadempimenti – vale la pena ricordarlo – dai quali ora deriveranno sanzioni multimilionarie ai danni del nostro Paese.
E poi un Parlamento che nel corso dell’ultima legislatura ha prodotto meno leggi di quante non ne abbia mai prodotte in passato, incapace di convertire in legge un decreto fondamentale per il Paese perché indispensabile in primo luogo a rimetterci nel solco della legalità rispetto agli obblighi comunitari e, in secondo luogo, a sottrarci al rischio – ormai divenuto certezza – di una condanna al pagamento di salate sanzioni.
Guai, d’altra parte, a dimenticarsi che anche il Governo che, nel proprio mandato ha, di fatto, dettato l’agenda del Parlamento e lo ha telecomandato attraverso un ricorso al voto di fiducia senza precedenti avrebbe ben potuto – e certamente dovuto – fare di più per scongiurare il rischio che le disposizioni contenute nel suo decreto “salva-sanzioni”, andassero in fumo.
Ma il premier uscente ha, ormai da mesi, priorità diverse rispetto alle sue responsabilità di Governo e, quindi, ha, evidentemente preferito qualche comparsata in più in tv, piuttosto che “perder tempo” a “ricordare” al Parlamento che quel decreto non poteva esser lasciato scadere.
E’ andata così. Bisogna farse ne una ragione ed aspettare ora che da Bruxelles ci comunichino a quanto ammontano le sanzioni che ci verranno irrogate quali leader indiscussi nella classifica dei Paesi Europei più inadempienti agli obblighi comunitari.
La prossima volta però che il Presidente Monti rivendicherà il suo spirito europeista e la sua vicinanza alle istituzioni di Bruxelles varrà la pena ricordargli questa storia.
Così come, questa storia, gli andrà ricordata quando dovesse rivendicare la propria politica anti-crisi perché esporre il Paese alla condanna a sanzioni multimilionarie non è, esattamente, ciò che ci si aspetta da chi si presenta come colui che ci avrebbe traghettato fuori dalla crisi.
Ad ogni giorno che passa, purtroppo, fatti e documenti spazzano via l’illusione nella quale tanti italiani hanno, sin qui, voluto credere che, nell’ultimo anno, si sia fatto davvero qualcosa per salvare il Paese.
(di: Guido Scorza - Fonte)
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