sabato 28 dicembre 2013

Condannato per mobbing il ministero dell’interno

Condannato per mobbing il ministero dell’Omertà (ministero dell’interno) per fatti degli anni 2007-8 (ministri Amato e Maroni; prefetti Serra e Mosca)


Con una sentenza storica, la 16654 del 16/10/2012 (sito CGIL) il ministero dell’Omertà detto “Ministero dell’Interno”, in nome del popolo italiano è stato condannato per mobbing, per comportamento vessatorio, verso una persona poi morta per le conseguenze.



Le gravissime e indegne violenze denunciate, avanzate dall’accusa, accertate dal Tribunale e scritte nella sentenza sono state perpetrate contro una lavoratrice negli anni 2007-8 alla “prefettura” di Roma, per le gravi incompetenze e irresponsabilità dei “prefetti” e dei “ministri” del tempo cioè rispettivamente Achille Serra e Carlo Mosca, eGiuliano Amato Roberto Maroni. Nessuno di costoro ha pagato: non solo non sono stati licenziati ma hanno fatto “carriera”, addirittura continuano a parlare al mondo insegnando, scrivendo libri o con la “politica”. Riemerge palese la psicopatologia dei luoghi di lavoro; poi ci sono la responsabilità politica specifica di quelle 4 persone e quella generale della “classe politica” e degli psicologi. A parole il ministero e i prefetti avevano anche una conoscenza specifica del fenomeno mobbing (convegno prefettura Pavia), ma non hanno fatto nulla di quanto in loro dovere.   Questi sono i “professionisti” di cui risponde il ministero dell’interno: ministri, prefetti, questori, poliziotti, carabinieri e vigili, la “crema” della violenza, una massa di omertosi incompetenti.


Le violenze contro questa persona sono state praticate dal Gennaio 2007 all’Agosto 2008 al “ministero dell’Interno”  “prefettura” di Roma. I “ministri” e i “prefetti” hanno lasciato e consentito (i responsabili erano loro) che una “dirigente” sottoponesse la lavoratrice, sentenzia il Tribunale (9), a comportamenti vessatori e discriminatori … la accusava di lavorare poco, la aggrediva verbalmente in presenza di altri, la minacciava di denunce all’autorità, la controllava per lungo tempo e personalmente, le negava la possibilità di differire le ferie, la escludeva da attività dell’ufficio”. 




Complimenti a chi lavora in questo Ministero delle vessazioni e delle discriminazioni, complimenti a ministro, prefetti, questori e poliziotti, ma anche a carabinieri e vigili.

LO STATO CHE VIOLA LE LEGGI CHE IMPONE EGLI STESSO

La Legge, il Codice civile all’articolo 2087 “impone al datore di lavoro(quindi a “ministero”, “ministri”, “prefetti” e altri “dirigenti”) “di adottare ogni misura necessaria a salvaguardare l’integrità fisica e la personalità morale del lavoratore” (1) ma quei 5 soggetti non hanno rispettato la Legge: il cuore della “pubblica amministrazione”, l’ente e le persone che sostengono di garantire la “sicurezza” facendosi pagare, il soggetto che per primo dovrebbe imporre l’osservanza a tutti di Leggi e regole e si autorizza autoreferenzialmente a farlo anche con la forza, l’ha violata, alla grande, con totale consapevolezza e nonostante gli inviti/richieste espliciti imploranti della vittima a difendere i suoi diritti, la sua persona, la sua salute. Lo Stato, questa Repvbblica Italiana delle banane e dei lacchè, ha compiuto precise azioni contro un cittadino.



In altre parole questo “Ministero dell’Interno”, almeno finché non provvederà mettendo alla berlina i tanti singoli responsabili invece che sé stesso e il tricolore, ha perso qualunque autorevolezza, situandosi come una caricatura a livelli inferiori degli stati africani: mentre le cosiddette “autorità” si vestono in giacca e cravatta e parlano aulico e forbito, citano sempre problemi di origine esterna (“la criminalità”, “la crisi finanziaria”, “gli spacciatori di droga”, “lo spread”, “la globalizzazione”, “la mafia”), fanno violenza contro i loro stessi lavoratori: il serpente si morde la coda, e chiede di essere pagato. Un “ministero dell’interno” che consapevolmente vessa e violenta un lavoratore, che viola la Legge, è come un pompiere che di notte va “solo” ad accendere qualche bosco, è come un poliziotto che “ogni tanto” accoltella qualcuno o dichiara il falso (2), è come un medico che consapevolmente somministra cianuro “ma non a tutti” (3). In una nazione normale sarebbe stati azzerata e messa alla berlina tutta la catena gerarchica (in Germania un ministro si dimise perché aveva copiato un compito): invece i ministri e i prefetti che magari vedremo pontificare in tv ci fanno carriera.
CENSURA TOTALE DAI BURATTINI DELL’INFORMAZIONE
In Italia ci sono 120.000 giornalisti, 1 ogni 500 persone cioè la percentuale più alta al mondo, tutti come pappagalli-burattini a ripetere le stesse 4-5 “informazioni”, tutti hanno censurato il grave e imbarazzante fatto.  La CGIL invece ha pubblicato sul suo sito

ATTACCHI, TERRORE, MALATTIA, E MORTE
I citati “prefetti” e “ministri” hanno permesso che una capufficio molto violenta vessasse e aggredisse una lavoratrice, tutti i giorni, violentandola, accusandola, gridandola e schernendola in pubblico, con continui attacchi e un atteggiamento che (è certo) non usava verso i “prefetti”: è l’omertà che (diversamente dalle narrazioni mitologiche alla “Mulino Bianco”) permea tutti i posti di lavoro; al ministero dell’Interno l’omertà è massima, assoluta, superiore a quella di tutte le mafie messe insieme, perciò lo chiamiamo Ministero dell’Omertà. I quattro di cui sopra hanno permesso che questa capufficio sadica (ma solo con i dipendenti…) seguisse a vessare la lavoratrice addirittura dentro il bagno; una via di mezzo tra “Shining” e “Arancia meccanica”, mentre “prefetti” e “ministri” esibiscono i loro sorrisi, e giornalisti ignoranti e collusi censurano le informazioni rilevanti.

IL MINISTERO DELLE VESSAZIONI FA RICORSO, CONTRO UNA MORTA CHE FORSE HA UCCISO EGLI STESSO (Leggi anche questo)
Quando la vittima chiedeva aiuto al “prefetto”, anche solo di essere allontanata, di fuggire, questi la rimproverava (mantenendola nello stesso posto). La reazione umana ultima, fallite le mediazioni di buon senso, verbali e legali, è quella psicofisiologica: attacco o fuga; la “Legge” gli impediva di reagire a coltellate (sarebbe stata una reazione adeguata?), ma a questa persona dai 2 “prefetti” citati era impedita anche la fuga, sicché ogni giorno era costretta da costoro a subire violenze tali “da determinare undisturbo post-traumatico da stress”, quello causato da guerre, rapine, essere ostaggi di terroristi, gravi incidenti, stupri. Tutte le mattine questa lavoratrice secondo le favole accettate anche da troppi psicologi andava a lavorare, in realtà il ministero e quei 4 le facevano violenza di gruppo, per 2 anni.
Il Tribunale, acquisiti tutti gli atti ed ascoltati i numerosi testimoni, ha dimostrato che “Il Ministero… ha sottoposto la lavoratrice a comportamenti vessatori, che hanno determinato uno stato depressivo e dunque una riduzione delle difese immunitarie con conseguente accelerazione della malattia oncologica” (4) : infatti questa persona per quel cancro è morta.

Per questo il “ministero” dovrà pagare € 91.000,00 ; ma poiché alla vergogna non c’è limite, il ministero non ha accettato nemmeno questo: ha fatto ricorso contro chi ha danneggiato e fatto ammalare, la Cancellieri (5) ha fatto ricorso contro una persona mortaQuesto “ministero dell’interno” senza competenza né vergogna perderà, anche in 3° grado, perché il processo è stato “lineare”, le prove sono inoppugnabili, i testimoni tutti concordi e chiari al punto che il giudice era così sicuro che alcuni non li ha nemmeno ascoltati. Giorni fa un poliziotto è stato condannato a pagare € 20.000,00 perché con delle truffe avrebbe “danneggiato l’immagine del corpo di appartenenza” : ma dopo questa sentenza del Tribunale del lavoro e il ricorso del ministero (che perderà) che ne è dell’immagine del ministero dell’Interno e di chiunque ci lavora ? Come siamo costretti a guardare prefetti, ministri, e poliziotti con la loro uniforme? E questa donna, questa persona che lavorava per lo Stato cioè per noi tuttidallo Stato di questi inetti citati è stata aggredita, vessata, umiliata, uccisa psicologicamente, finché nel 2011 è morta di cancro: complimenti. 
           Ora viene aggredita anche nella memoria, anche da morta con un ricorso contro di Lei ad opera della Cancellieri: per premiarla della sua mediocrità (10) e per aver continuato a coprire l’inettitudine di Maroni e di Amato, la Cancellieri è stata confermata una seconda volta ministro, ora Ott 2013 è ministro della giustizia, della Repvbblica delle banane e dei cialtroni.   
           Amato invece, il responsabile di tale vicenda, ha rischiato di diventare presidente della repubblica delle banane: che dire?  In quale azienda chi fa un danno di € 100mila viene promosso direttore ?
       Questo avviene anche perché molti psicologi, sociologi, “intellettuali”, politici, e le varie comunità acconsentono (cfr. Pragmatica della comunicazione umana): gli psicologi lo fanno concentrandosi ossessivamente (e inutilmente, come si dimostra) sempre e solo sul singolo, lo fanno tacendo, o col comportamento passivo o con azioni circa mobbing quasi esclusivamente accademiche e del tutto inadeguate: bellissimi convegni, forbite teorie, mentre milioni di lavoratori sono sottoposti a violenze, terrorizzati come accade ai soldati in guerra, minacciati, vessati per anni. Se un genitore acconsentisse a che un figlio di 8 anni picchiasse e vessasse quello di 3 verrebbe bollato come “carente di capacità genitoriali” e forse i figli gli verrebbero tolti con la forza: ma troppi psicologi fanno altrettanto, con l’aggravante di conoscere le conseguenze per le vittime.
LA RELAZIONE STRESS-CANCRO
                 In miliardi di persone sappiamo perché lo constatiamo che quanto siamo sottoposti “a stress” facilmente ci riemerge l’Herpes labile (simplex), la “febbre” labiale, quelle bolle dolenti ma innocue: in ogni persona costretta a stress, per ragioni psicofisiologiche (iperattivazione cronica dell’asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene) si riducono le difese immunitarie, e chi ha il virus Herpes simplex che gli dormiva dentro spesso si trova che in quel momento gli si sveglia. Da qui a dimostrare legalmente che un preciso stress ha provocato quelle bolle, ce ne vuole; ma dall’aggredire a grida una lavoratrice, davanti ai colleghi, e inseguendola fin dentro al bagno per anni, al verificarsi immediato di gravi danni professionali, umani e psicologici, il percorso causale è immediato, logico, e lineare. Aggredire, urlare, vessare, molestare, sono comportamenti la cui nocività è palese e immediata, nota a chiunque.
        Quasi sempre i tribunali hanno escluso il nesso causale tra violenze psicologiche e tumori: i Consulenti Tecnici d’Ufficio, i medici, non avevano elementi per supportare quella tesi.   Ma non ci sono nemmeno elementi per escluderlo.  In ogni caso ladimostrazione del nesso causale stress-cancro è giunta dal mondo della scienza ufficiale, e dal 2008, cioè proprio mentre il “ministero” e quegli inetti sottoponevano una persona a violento stress.  I ricercatori medici Yoichi ChidaMark HamerJane Wardle e Andrew Steptoe (Psychobiology Group, Department of Epidemiology and Public Health, University College London) analizzando decenni di ricerche hanno concluso “i fattori psicosociali stress-correlati hanno un effetto avverso sull’incidenza del cancro e sulla sopravvivenza”. Questa informazione è stata pubblicata su Nature Clinical Practice Oncology, disponibile a chiunque su “La banca dati medico-psicologica”PubMed.  Niente male.  Il “ministero dell’interno” violenta, vessa, umilia, isola, danneggia, fa ammalare gravemente, rende invalidi, causa il cancro e ne peggiora la sopravvivenza, uccidendo.   Il professor Cipolla definisce la “stupidità”: il “bandito” danneggia gli altri ma lui qualcosa ci guadagna, invece lo “stupido” danneggia gli altri danneggiandosi a sua volta: lo “stupido” è quello che ci molesta, che ci disturba facendosi del male.  Complimenti al ministero dell’Omertà, ad Amato, Maroni, Serra, e Mosca.

(1) Il Codice civile all’articolo 2087 “impone al datore di lavoro di adottare ogni misura necessaria a salvaguardare l’integrità fisica e la personalità morale del lavoratore”. Il Tribunale ha riscontrato violazione sia a questo articolo che alla Costituzione, Art. 32 (diritto alla salute). Niente male, per il “ministero dell’interno” e quell’accozzaglia di “dirigenti”.
(2) 25 agenti di polizia sono stati condannati definitivamente in Cassazione per il reato penale di “falso” (circa le manifestazioni di Genova 2001 al G8); questi falsari ciarlatani il ministero se li è tenuti stretti in servizio e pagandoli per 11 anni, e alla sentenza il “ministro” Cancellieri ha detto un emblematico e corporativo-mafioso familistico “Rispettiamo le sentenze”.
(3) Già dal 2004 era pubblicamente noto che al c.d. “ministero dell’interno” avviene “mobbing fino a forme di sadica crudeltà” (lo affermò l’Avv. Nino Marazzita, come indicato nello studio segnalato in questo sito “Mobbing in uniforme” del 23/1/2012).
(5) Era stato detto che era una donna….
(9) In rosso il testo della sentenza
(10) cfr. Zinoviev, Cime abissali, vol I e vol II
N.B. Per questa vicenda del ministero dell’Omertà sarà qui pubblicato uno STUDIO più approfondito e documentato.

(13/9/13)      Al peggio, specie in questa Italia di leccapiedi e cialtroni, non c’è limite.  Il responsabile dei danni a tale lavoratrice, il “ministro” Amato incapace di gestire un semplice ufficio, da Napolitano è stato nominato “Giudice Costituzionale “
“Il Presidente Napolitano ha nominato Giudice Costituzionale il prof. Giuliano Amato
C o m u n i c a t o
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con decreto in data odierna, ha nominato ai sensi dell’art. 135 della Costituzione, Giudice della Corte Costituzionale il Professore Giuliano Amato, in sostituzione del Professor Franco Gallo, il quale cessa dalle sue funzioni di Giudice e di Presidente della Corte Costituzionale il prossimo 16 settembre.
Il decreto è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Onorevole Dottor Enrico Letta.
Della nomina del nuovo Giudice Costituzionale il Capo dello Stato ha dato comunicazione al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e al Presidente della Corte Costituzionale.
Roma, 12 settembre 2013
(Fonte)
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