domenica 29 dicembre 2013

Presidente, il discorso glielo scrivo io…..

DISCORSO DI CAPODANNO PER IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA GIORGIO NAPOLITANO.
Caro Presidente, mi sono preso la briga di scriverLe il discorso di fine anno, visto che ogni anno quello che Lei pronuncia non corrisponde alla realtà. Non lo prenda come un gesto di superbia, ma mi piacerebbe sentire parole e pensieri più consoni alla vera situazione italiana.

Bene , cominciamo:
  • “ Cari cittadini, italiane e italiani, Vi auguro un sereno 2014, pieno di prosperità, salute e felicità “. – Per tenere fede a queste parole però, Illustrissimo Presidente, dovrebbe fare qualcosina perché non restino vane. Cosa ? Beh, per cominciare sciogliere le Camere e mandare a casa quel governo che ,pare, quest’anno non abbia ricevuto nemmeno un regalo da Babbo Natale in quanto non ha fatto altro che marachelle nei confronti dei suoi concittadini, ha raccontato tante bugie sulla ripresa economica e promesso di cancellare l’IMU per poi invece trasformarla in altre pseudo tasse.
  • “ Cari cittadini, l’Italia è un paese meraviglioso, dove un popolo fiero, conosciuto e invidiato in tutto il mondo, ha fatto si che il Made in Italy abbia creato ricchezza e fama mondiale “. Per dire questo, caro Presidente, dovrebbe cominciare a non dare troppa retta a quella invidiosa della Angelina, no, non quella del PDL, ma quella che abita a Berlino che sia Lei che il premier Letta siete andati subito a trovare appena ricevuto i vostri rispettivi incarichi istituzionali. Eh sì, perché la tedesca pare essere invidiosa dell’economia italiana, che ha fatto di tutto per demolire. Ha voluto a tutti i costi l’Euro e poi, dopo che ci ha fatto entrare nel suo esclusivo club, ci ha mazziati a suon di rigore e spread. Tanto rigore che alla fine i bravi imprenditori italiani e i loro dipendenti si sono ritrovati a spasso.  Qualcuno a dire il vero c’ha pure lasciato la pelle, e questo non sta bene, Presidente. E non solo eviterei quei personaggi cinici di Berlino, ma pure quelli che vogliono un ordine mondiale, che ci vuole tutti uguali sotto un’unica bandiera. Presidente, noi siamo felici di essere dei provinciali, di starcene nel nostro paese fatto di millenaria storia e tradizioni. Noi non c’entriamo niente con le metropoli americane, la loro vita caotica e i loro cibo spazzatura, che le multinazionali stanno spargendo su tutto il pianeta. Presidente, ci lasci chiamare “ITALIANI SPAGHETTI & MANDOLINO”, a noi sta bene, perché dietro a quello sfottò c’è l’invidia del mondo che vorrebbe assomigliarci.
  • “ Vi informo che prestissimo lascerò il mio incarico, perché l’Italia ha bisogno di un uomo che possa valorizzare veramente questo paese nel Mondo” – Questo gesto sarebbe apprezzato e capito da tutti gli italiani. Ha fatto già molto per questo paese ed è ora che si goda la pensione : troverebbe il tempo per andare in mezzo ai suoi concittadini, gente disoccupata, imprenditori in difficoltà, gente malata, anziani, sfrattati, precari. Avrebbe modo di capire fino in fondo la situazione del Paese e avrebbe un sacco di tempo per riflettere e capire quanto c’era da fare e non è stato fatto.
Bene, Presidente, io una traccia per il discorso gliela ho data: faccia in coscienza …
Con vibrante soddisfazione, La saluto
(Fonte)
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