sabato 2 marzo 2013

Krugman: l’euro ha le ore contate


Per  il premio Nobel statunitense le elezioni italiane mostrano il “completo fallimento” delle politiche europee. E avverte: “In agguato in Europa ci sono figure peggiori di Beppe Grillo” 



Così finisce l’euro: non con le banche ma con il bunga bunga”. Non si contano in queste ore le analisi preoccupate della stampa estera sui risultati delle elezioni italiane. E se per molte testate a rischio c’è la stabilità finanziaria di tutta l’Eurozona, per Paul Krugman, premio Nobel per l’Economia ed editorialista del New York Times, la moneta unica ha le ore contate. “Ok, l’euro non è condannato – ancora” scrive sul quotidiano d’oltreoceano, “ma le elezioni italiane segnalano che gli eurocrati si stanno avvicinando molto al confine”.
 
Il fatto fondamentale, secondo l’analisi di Krugman, è che una politica di austerità per tutti, “incredibilmente dura nei Paesi debitori” e “senza un accenno di politica espansiva” è un completo fallimento. “Nessuno dei Paesi sotto l’austerità imposta da Bruxelles e Berlino – continua il Ny Times – ha mostrato anche un solo accenno di ripresa economica e la disoccupazione è a livelli che distruggono una società”. 

Questo fallimento ha quasi condannato l’euro due volte, prima nel 2011 e ancora la scorsa estate, ricorda il giornale statunitense. Ma invece che prendere l’esperienza di quasi morte come un avvertimento, i sostenitori europei dell’austerità hanno preso gli interventi calmanti sui mercati, operati dalla Bce, come un segnale che l’austerità stava funzionando. “Beh, gli elettori sofferenti d’Europa si sono appena espressi diversamente”, scrive Krugman riferendosi all’Italia. 

In Europa, continua l’editoriale, “non capiscono che la percezione pubblica del diritto a governare dipende dalla realizzazione di almeno alcuni risultati effettivi. Quello che hanno ottenuto, invece, sono anni di dolore accompagnati da ripetute promesse che la ripresa è dietro l’angolo. E poi si chiedono perché molti elettori non si fidano più di loro e si guardano intorno per cercare qualcuno, chiunque, che offra un’alternativa”. 

“Vorrei credere – conclude Krugman – che le elezioni italiane serviranno come campanello d’allarme: una ragione, ad esempio, per dare alla Bce semaforo verde per una maggiore espansione, oppure per fare sì che la Germania dia qualche stimolo o che la Francia sospenda il suo inutile stringere la cinghia. Ma la mia ipotesi è che prevarranno le letture secondo cui gli italiani e tutti gli altri non stanno facendo abbastanza”. 

In ogni caso, mette in guardia il Ny Times, “ci possono essere figure peggiori di Beppe Grillo in agguato nel futuro dell’Europa”.
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