mercoledì 6 marzo 2013

SPRECOPOLI - Le partecipate che ‘succhiano’ soldi pubblici: debito di 34 miliardi di euro

Altro giro, altra corsa allo spreco di denaro pubblico e quindi nostro. Passiamo alla Corte dei Conti e alla denuncia fatta da Tommaso Cottone, procuratore regionale della CdC, che denuncia nero su bianco lo sperpero di 34 miliardi di euro causate dalle ‘partecipate’ – ovvero quelle strutture private che si avvalgono della partecipazione finanziaria del pubblico. Questi Enti succhiano denaro dei cittadini come fosse “un cancro” tra assunzioni di massa, favoritismi clientelari, consulenze e acquisti inutili, prezzi fuori dal mercato. A questo, poi, si aggiunge una buona dose di mal’amministrazione e la brodaglia è fatta. Insomma quando i soldi non li sborsiamo di tasca nostra, non si bada a spese.



Le partecipate – s’intende la partecipazione con soldi pubblici in imprese private - sono il vero cancro degli enti locali, un passato di cui non si riesce a liberare” così ha parlato Tommaso Cottone, procuratore della Corte dei Conti della Campania, all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2013. Cottone ha messo nero su bianco la sua denuncia ed ha stilato una relazione di ben 87 pagine dove ha evidenziato come in Italia ci siano 5 mila strutture private che ricevono soldi pubblici, molto spesso mal gestiti o utilizzati per usi impropri, causando al Bel Paese un altro debito di 34 miliardi di euro. Un duro attacco contro gli organismi privati che spesso si lasciano prendere la mano e autocertificano soldi per dei servizi inesistenti, finanziano assunzioni non necessarie, favoriscono i clientelismi e acquistano inutilmente a costa altissimi.

SPESE PAZZE PER LA SOCIETA’ VOLUTA DA LUIGI CESARO, DEPUTATO DEL PDL – Nella relazione, il Procuratore Cottone si focalizza suoi diversi casi campani. Prima fra tutte la Sapna ovvero la società per i rifiuti voluta da Luigi Cesaro, ex presidente della Provincia di Napoli, deputato del Pdl – che avrebbe assunto personale ‘senza giusta causa e necessità’. Nella relazione si legge così: “Si è proceduto all’affidamento degli incarichi senza alcuna ricognizione delle risorse disponibili con motivazioni inconsistenti”. Per quanto riguarda gli sperperi, invece, sotto la lente d’ingrandimento i contratti della società Jacorossi, addetta allo smaltimento e alla bonifica dei rifiuti tossici, che ha visto – stando alla relazione - dare 43 milioni di euro di denaro pubblico agli amministratori e funzionari, una lista in cui compare anche il nome dell’ex governatore Antonio Bassolino.

SPRECOPOLI, LA LONG LIST DELLE ‘FURBATE’ A DANNO DELLO STATO – Troppe spese inutili: solo per il Comune di Napoli moltissimi immobili erano rimasti in affitto passivo, ovvero per loro era cessato l’uso pubblico e nonostante tutto si è continuato a pagare con soldi pubblici questi affitti, senza che nessun funzionario o amministratore denunciasse il tutto. Così la Procura ha chiesto un risarcimento di ben 6 milioni di euro. Vicenda analoga per l’Ente della Provincia di Napoli dove l’Ufficio della Procura ha scoperto inutili esborsi e così è stata mossa una vertenza di 1 milione di euro.

Molte le società private che hanno beneficiato delle “partecipate” come per esempio la s.a.s. Planet House, una società di commercio di utensili che, secondo il dossier, ha usufruito di fondi pari a 91.284 euro, accertati come irregolari dalle indagini. Non escono immuni neanche le emittenti locali: la Soprodimec Spa e la Julie Italia. Nell’istruttoria risulterebbero finanziamenti erogati per la Soprodimec tra il 2006 e il 2007 e per la Julie Italia nel 2007 sulla base di autocertificazioni fatte dalle tv non veritiere. Il danno allo Stato, al momento, ammonta a 1.435.142 euro.

Nel 2012 false fatturazioni per la Società Ansari, alberghiera e di ristorazione, coinvolta in compravendite fittizie, falsi aumenti e assenza di controlli nei finanziamenti ricevuti pari a 4.843.394 euro.

FONDI EUROPEI USATI IN MODO ILLECITO – Stando alla denuncia fatta dal Procuratore della Corte dei Conti della Campania, nel girone degli sprechi anche i fondi europei per un totale di 12 miliardi e mezzo di euro, destinati alla regione tra il 2000 e il 2013. Questi soldi invece sono stati investiti in situazioni di disfunzioni, “deviazioni furbizie e frodi che sono all’ordine del giorno”, ha spiegato Cottone. Per esempio si evince nella relazione la ‘furbata’ della Società Gruppo Azione Locale “Alburni – Tanagro – Vallo Di Diano”, una società consortile che ha ricevuto dall’Europa 16.350 euro, soldi risultati non giustificati per servizi non veritieri.

 La conclusione, oltre il debito di 34 milioni di euro, non è confortante. La Corte dei Conti nel 2012, difficile anno della crisi, ha dovuto lavorare ancora di più per vigilare e dirigere la spesa pubblica con non pochi problemi. L’altra accorata denuncia è la carenza di personale e risorse, fondamentali per scovare le “furbate” economiche: scarseggia il personale, poche le forze di polizia giudiziaria che indagano e c’è pure l’inerzia delle amministrazioni. Circoscritto solo alla Campania, nel 2012, le denunce di irregolarità sono state 5.486, di cui 3340 sono state archiviate  per carenze di risorse.
 (Fonte)
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