Prove tecniche di colpo di mano, sulla Costituzione.
Da piazzare nel cuore dell’estate, quando le spiagge sono piene e
l’attenzione sul Palazzo crolla. La strana maggioranza del governo Letta
ha fretta, tanta fretta di approvare il disegno di legge che prevede
una deroga all’articolo 138 della Carta: la norma che pone precisi
paletti temporali e di metodo alle leggi di revisione costituzionale. E
allora, l’obiettivo è quello di approvare entro la prima settimana di
agosto il ddl che abbatte i tempi del 138. “Le leggi di revisione della
Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna
Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre
mesi” recita l’articolo. Il disegno di legge vuole ridurre l’intervallo a
un mese, ma solo per questa volta, senza modificare l’articolo.
Una deroga , insomma, con cui spianare la strada al comitato per le riforme costituzionali di
40 parlamentari, che dovrebbe riscrivere un bel pezzo di Costituzione
nello spazio di soli 18 mesi. Il comitato non è stato ancora composto, e
sui titoli da modificare è ancora lite. Ma la certezza è che Pdl, Pd e
Scelta Civica corrono. Tanto da voler ridurre al minimo anche i tempi di
approvazione del ddl. Ce la dovrebbero fare al Senato, dove hanno già
applicato la procedura d’urgenza. E così il via libera al testo a
Palazzo Madama potrebbe arrivare già entro il 15 luglio. Ma il
regolamento della Camera non prevede la procedura d’urgenza per un
ddl che incide su una norma costituzionale. Come rimediare? “Forzando”
sui tempi nella conferenza dei capigruppo, come è accaduto giovedì
scorso. L’esito lo racconta Riccardo Nuti, capogruppo di 5 Stelle a
Montecitorio: “Hanno calendarizzato la discussione del testo in aula a
partire dal 29 pomeriggio. Ma sanno che non ce la faremo mai entro fine
mese.
Il loro vero obiettivo è far slittare tutto ad agosto,
ottenendo così il contingentamento dei tempi, per approvare il testo
prima della chiusura estiva della Camera. Una vergogna”. Venerdì scorso,
con un post sul blog di Grillo, il gruppo alla Camera di M5S aveva già
parlato di “colpo di mano del governo, con l’assist della presidente
della Boldrini”. Nuti aggiunge: “Daremo battaglia in commissione, anche
se gli strumenti a disposizione non sono tanti. Io e Luigi Di Maio
(vicepresidente della Camera, ndr) abbiamo mosso tutta una serie di
obiezioni nella capigruppo, mettendo in luce come non si possa andare di
corsa su un tema così importante.
Nessuno, a cominciare dalla presidente Boldrini, ha replicato nulla:
sanno che non possono farlo. Solo Renato Brunetta si è impegnato a non
applicare il contingentamento dei tempi: ma come possiamo credergli?”.
Dallo staff della Boldrini, replicano: “Nessun assist, la presidente non
può certo decidere quando va calendarizzato l’esame di un ddl: spetta
alla capigruppo”. Resta il fatto che la fretta della maggioranza non
piace neanche a Sel. “Su un argomento così delicato non si possono
bruciare i tempi” sostiene Gennaro Migliore, capogruppo del partito alla
Camera. Che spiega: “Nella capigruppo ho fatto notare che sarebbe stato
più urgente mettere in calendario la riforma della legge elettorale. Il
ministro Franceschini mi ha risposto che il governo era anche disposto a
farlo. Ma Brunetta è andato nel senso opposto: a suo dire viene prima
il ddl costituzionale”.
Il problema principale per Migliore però non sono i tempi:
“Il vero tema è che la maggioranza vuole stravolgere la Costituzione,
quando il 138 non dà questo mandato. E più d’uno pensa anche di toccare
la parte sulla Giustizia, cosa inammissibile. Noi risponderemo con i
nostri emendamenti. Vorremmo la riduzione dei parlamentari e un
bicameralismo diverso, con un Senato delle autonomie”. Fuori del
Parlamento, a opporsi alla riforma c’è Azione Civile di Antonio Ingroia.
L’ex pm annuncia: “Tra domani e martedì manderò una lettera a Epifani,
Vendola e Grillo, in cui chiederò loro di organizzare assieme primarie
per consultare l’elettorato su questo tema. Non si può cambiare la
Costituzione senza ascoltare prima il parere dei cittadini: i partiti
che vogliono il cambiamento devono bloccare il ddl con una moratoria”.
Sulla riforma, Ingroia ha opinioni chiare: “Il Pdl vuole il
presidenzialismo, con lo stravolgimento di tutti gli equilibri tra i
poteri, e sogna di subordinare la magistratura al governo. Vedo
riapparire la maschera golpista della P2, dietro questo progetto. E
purtroppo nel Pd sono in pochi quelli che dissentono”.
(Fonte)
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