Le aziende farmaceutiche si sono rivolte al tribunale
della UE e hanno ottenuto che venga intimato all'European Medicines
Agency (EMA) di non permettere più l'accesso ai dati sulle
sperimentazioni cliniche. “A causa dei procedimenti giudiziari in corso
presso il Tribunale dell’Unione europea, all’Agenzia è stato intimato di
sospendere l’attuazione di alcune decisioni che autorizzavano l’accesso
ai documenti autorizzato dalle farmaceutiche produttrici dei medicinali
stessi”, spiega l'EMA in una lettera.
I procedimenti giudiziari
sono stati portati avanti da due aziende farmaceutiche, l’InterMune e
l’AbbVie, che hanno contestato la decisione dell’Agenzia di concedere
l’accesso ai report di studi clinici di sperimentazione sui farmaci di
queste aziende. Il capo della Corte Europea ha quindi emesso ingiunzioni
che impediscono all’EMA di rilasciare queste informazioni. L’EMA
sostiene di essere stata costretta a non rilasciare report di studi
clinici anche riguardanti sperimentazioni cliniche su altri farmaci
perché ciò avrebbe potuto esporre l’Agenzia al rischio di ulteriore
azioni legali da parte di altre aziende farmaceutiche.
Peter
Doshi della Johns Hopkins University, ha dichiarato: “Nel novembre del
2010 la politica dell’Agenzia in materia di accesso ai dati ha
rivoluzionato la possibilità dei ricercatori indipendenti di esaminare
criticamente tutti i dati. Quasi 2 milioni di pagine di report di studi
clinici e altri documenti sono stati rilasciati dall’EMA, e solo due
aziende, l’AbbVie e l’InterMune, hanno portato la questione in
tribunale, coinvolgendo l’EMA nel contenzioso. Se la AbbVie e InterMune
vincono le loro cause, vi è la reale possibilità che la rivoluzione
messa in atto dall’ EMA sulla trasparenza di dati verrà bruscamente
interrotta, portando al ripristino del vecchio status quo, ovvero la segretezza dei dati”.
Doshi
ha quindi aggiunto: “Io non sono a conoscenza di nessuna evidenza che
dimostri danni alla salute pubblica dovuti alla condivisione dei dati
degli studi clinici.”
(Fonte)
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