Tutti sanno cos’è la legge della domanda e dell’offerta. Tutti sanno che
se una cosa la vogliono tutti, il suo prezzo sale. Se non la vuole
nessuno… te la tirano dietro a quattro soldi. Un’altra cosa che tutti
sanno è che, a meno di non fare i rapinatori di professione, per avere
delle cose bisogna comprarle spendendo dei soldi. Che ti inventano
allora economisti, banchieri e politici per far decollare l’economia?
Stampano un mucchio di soldi nuovi di zecca e li danno, in primis, agli
investitori istituzionali i quali si ritrovano valanghe di carta fresca
di stampa praticamente gratis.
Essendo investitori professionali fanno
il loro mestiere e li investono, naturalmente. E dov’è che investe un
investitore istituzionale se escludiamo droga, gioco d’azzardo, tratta
delle femmine o commercio di organi? Nelle borse naturalmente. Cioè
l’investitore professionista compra azioni, obbligazioni, tra cui quelle
statali, fondi e strumenti finanziari assortiti.
Siamo partiti affermando che anche le
nonne sanno che se una roba la vogliono in tanti il suo prezzo sale.
Quindi se un valanga di carta diventa disponibile per i compratori e,
come per magia, voilà, la borsa giapponese o quella americana (ma in
generale tutte), masticano record su record. Tutti a comprare carta con
carta. Domanda, secondo voi questa cosa è sintomo di guarigione
dell’economia e indicatore di produzione di nuova ricchezza reale?
Oppure è una roba prestidigitazione degna di Silvano il Mago di Milano
sul palco di Zelig?
Volete un’altra prova dell’imbroglio?
Nelle Borse si può comprare anche l’oro, ma mica quello vero, quello di
carta. Ci sono delle banche che ti dicono – L’oro ce l’ho io bello
conservato, ti vendo un pezzo di carta in cui ti garantisco che vale un
tot di grammi d’oro, così non hai lo sbattimento di conservarlo -. E in
Borsa si tratta quella carta lì. Ma tu l’hai mai visto quest’oro? Che
garanzia hai che la somma delle quantità indicate sui pezzi di carta
corrisponda ai chili, quintali o tonnellate che quella banca dichiara di
avere nei suoi caveau? Nessuna. E questi magliari cos’hanno fatto?
Hanno stampato un sacco di carta la
cui somma dice che hanno una tonnellata d’oro, per fare un esempio,
quando in realtà ne hanno un chilo e forse meno. E poi hanno imposto
al mercato che il prezzo dell’oro, anche di quello vero, quello giallo
che luccica, è stabilito dalla domanda e dall’offerta di quei pezzi di
cartaccia.
Ora senti il capolavoro della truffa.
Per coglionare l’opinione pubblica e farle credere che le banche
centrali e i governi hanno trovato la soluzione ai problemi economici,
che c’è la luce in fondo al tunnel, che ci sono evidenti segnali di
miglioramento e idiozie del genere che puoi sentire su Radio24, i maghi
della truffa devono assolutamente impedire che la gente, sospettosa,
compri delle riserve di valore che non possono essere falsificate e
stampate a volontà, cioè oro, argento e altri metalli preziosi.
Per evitarlo devono buttarne giù il
prezzo e come fanno? Si liberano di tonnellate di carta igienica con
sottostante oro o metalli e fanno precipitare il prezzo in borsa. In
questo modo il solito banchiere/economista idiota e/o delinquente ti può
raccontare che investire in oro non è redditizio perché ultimamente è
crollato di prezzo e che, per evitare di scottarsi le dita, bisogna
affidarsi ad un investitore istituzionale che, dietro pagamento, ti
compra sane e sicure azioni, obbligazioni e altri tipi di carta. Ma non è
crollato il prezzo dell’oro, è crollato il prezzo della carta igienica
che ‘secondo loro’ lo rappresentava!
Dice, ma tu come lo sai? Facile, se vuoi comprare oro vero sul mercato lo devi pagare assai di più di quello che è il prezzo del fixing di borsa altrimenti
non te ne compri manco un grammo. E, secundis, oro fisico ce ne sta in
giro sempre di meno perché sono le stesse banche centrali, i maghi della
truffa, che se ne stanno accaparrando a più non posso. So’ forti eh?
(Fonte)
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