Nuova grana per il governo dopo le
rassicurazioni del ministro della difesa Mario Mauro. Nel partito
democratico ha la meglio l'ala dei favorevoli alla sospensione del
programma di acquisto
Pd spaccato sulla mozione per gli F35, ma i 'pacifisti' sono la
maggioranza nel gruppo. La partecipazione italiana al programma Join
Strike Fighter diventa un banco di prova per il governo e per il
partito. La posta in gioco è altissima: 14 miliardi di euro (nel periodo
2009-2026 con pagamenti a rate di circa un miliardo l'anno), che
basterebbero per coprire gli aumenti Imu e Iva e finanziare la cassa
integrazione. Giampiero Scanu, capogruppo Pd in Commissione Difesa
rassicura: "Ma Stiamo lavorando per trovare una soluzione ampiamente
condivisa e al momento non esiste alcuna spaccatura nel partito".
Secondo
indiscrezioni, dunque, l'ipotesi più accreditata è la proposta di una
"sospensione temporanea": i democratici non sosterranno l'impegno
annunciato dal governo, per bocca del ministro Mario Mauro, all'acquisto
immediato dei cacciabombardieri. L'ufficialità arriverà nel corso della
riunione del gruppo Pd in programma alla Camera per questa sera. Ma nel
pomeriggio a Montecitorio Scanu, incaricato da Epifani di trovare una
mediazione tra le diverse anime del partito, ha riunito il gruppo di
lavoro dei democratici con i quali ha steso il testo della mozione che
sarà illustrato in serata. Il documento impegna il governo a dare il via
a "un'indagine conoscitiva", alla quale lavoreranno le commissioni
Difesa di Camera e Senato. Con questa misura, ha assicurato Scanu ai
deputati, si intende che fino all'esito dell'indagine il governo
italiano non darà seguito ai pagamenti previsti dal programma d'acquisto.
Le diverse posizioni nel Pd.
Tra i democratici sono in campo tre posizioni. Ma quella dell'ala per
così dire 'pacifista' guadagna consensi di ora in ora. A partire dai
sedici deputati democratici che hanno firmato il testo della mozione,
promosso anche da Sel e dai Cinque Stelle, con la quale si chiede di
cancellare il programma F35.
Tra i democratici contrari non solo
esponenti della sinistra interna, come Pippo Civati candidato alla
segreteria del partito. Contrario all'acquisto degli aerei da guerra il
vicepresidente del gruppo a Montecitorio Gero Grassi, ex popolare
moroteo. "E' un errore- spiega- pensare che gli armamenti servano a
conservare la pace. Io mi opporrò sempre a decisioni in netto contrasto
con la mia morale e con quello che dovrebbe essere l'orientamento di un
paese cattolico e cristiano". E come Grassi sono pronti a bloccare
l'acquisto dei cacciabombardieri altri parlamentari di estrazione
cattolica, in queste ore sensibilizzati anche dalla rete diocesana.
Le scelte in campo.
La posizione del Pd sarà decisiva. La mozione può contare in partenza
sul sostegno dei 163 firmatari: i gruppi di Sel (36) e Movimento 5
Stelle (109), 2 di Scelta Civica e 16 del Pd. Il gruppo di Guglielmo
Epifani conta alla camera 293 deputati. Ne basterebbe poco più della
metà per assicurare al documento l'approvazione certa. E a quanto si
apprende, nel corso di una consultazione informale interna, condotta in
prima persona dai firmatari della mozione, la soglia di sicurezza è
stata già raggiunta. La maggioranza dei deputati è contraria
all'acquisto degli aerei.
Intanto, il Movimento Cinque Stelle ha organizzato un sit-in di protesta contro gli F35, dalle 18 davanti a Montecitorio.
(Fonte)
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