L'attuale crisi
strutturale nella quale è immerso il sistema capitalista ribadisce,
ancora una volta, l'analisi di Lenin sul carattere imperialista di
questo sistema nell'attualità. E come ben disse Lenin "il capitalismo
tende al monopolio" e in ciò ci andremo a concentrare in questo
articolo, in particolare sui monopoli farmaceutici.
Prima di entrare nel tema vorrei definire il concetto di scienza e per
questo, vorrei citare il filosofo e psicologo sovietico A. Spirkin: "La
scienza è la forma superiore della conoscenza umana; è un sistema di
conoscenze in sviluppo, le quali si ottengono mediante i relativi metodi
cognitivi e si riflettono in concetti esatti, la cui veridicità è
dimostrata attraverso la pratica sociale". Vediamo che la veridicità
della scienza è testimoniata dalla pratica sociale per poi trasformare
la realtà in beneficio della società. Vedremo in seguito quale dei
seguenti modi di produzione è più vicino a questa definizione.
Come logica del sistema capitalista, tutto si riduce a ottenere profitti
e guadagni. Per tutti e tutte è noto il coinvolgimento delle grandi
multinazionali farmaceutiche in tutte le guerre avvenute, che avvengono e
che avverranno se non li fermiamo (1). L'industria farmaceutica occupa i
primi posti in profitti e guadagni, ciò che suppone un mercato
lucrativo per i capitalisti.
Nel corso degli ultimi decenni, se analizziamo la situazione da un punto
di vista marxista-leninista, vediamo come va cambiando la
configurazione del settore e tutto ciò risponde alle dispute
interimperialiste tra le diverse multinazionali: "Così, si stima che nel
2000 GlaxoSmithKline, allora leader mondiale, dopo la fusione,
disponeva poco più del 7% del mercato. Adesso, dopo l'acquisizione della
divisione farmaceutica di Pharmacia, Pfizer, si è spostata alla prima
posizione e copre attualmente circa l'11% delle vendite mondiali" (2).
Si tratta di un prova oggettiva che conferma l'analisi fatta dal partito
nel IX Congresso sulla natura imperialista del sistema capitalista
attuale.
Per approfondire ancora di più la natura monopolistica dell'industria
farmaceutica, dobbiamo menzionare il ruolo che svolge lo Stato: "La
farmaceutica Hoffman-La Roche e la Glaxo, produttrice del Tamiflu contro
l'influenza A, hanno evidenti
legami finanziari con gli esperti che consigliano l'Organizzazione
Mondiale della Sanità nella campagna contro l'influenza A, nella quale
si vendono milioni di dosi di Tamiflu" (3). Vediamo quindi, che lo Stato
- come teorizzato da Lenin in "Stato e Rivoluzione"- con le sue diverse
organizzazioni, risponde agli interessi di una determinata classe, la
borghesia in questo caso. In Spagna questo prende forma oggettiva con il
"copagamento farmaceutico", che è stato un furto arrivato fino a 384,
22 milioni di euro solo dalle tasche dei pensionati (4).
Inoltre, per dimostrare il carattere reazionario e parassitario di
questo sistema, bisogna evidenziare la legge dei brevetti. Le
multinazionali farmaceutiche con questa legge coprono la maggior parte
dei mercati, con l'intenzione di farlo il più a lungo possibile con
l'inganno. Per esempio, in India: "La Corte suprema indiana ha respinto
la richiesta di un brevetto sul farmaco Glivec a Novartis, la casa
farmaceutica che lo produce. Secondo questo tribunale, la società non ha
fatto significativi cambiamenti sulla formula di questo medicinale,
usato per trattare la leucemia, una pratica abbastanza comune per
estendere la protezione dei diritti di proprietà intellettuale su tali
prodotti. Questo consente di evitare che i pazienti possano utilizzare
farmaci generici, molto più convenienti" (5). Si tratta di una prova
oggettiva delle contraddizioni che sottende questo sistema capitalista
tra le forze produttive e i rapporti di produzione, che evidenzia un
ostacolo per il progresso scientifico e tecnologico. Interessa debellare
le malattie? Interessa curare la malattia o alleviare i sintomi per
rendere i malati schiavi dei farmaci?
Questi fatti dimostrano la chiara evidenza della crisi strutturale di
questo sistema, poiché, vediamo come grandi multinazionali non sono in
grado di coprire altri mercati, il che si traduce in una riduzione del
tasso di profitto. Allo stesso tempo, vediamo paesi emergenti come
l'India, essere in grado di affrontare queste grandi multinazionali.
Altra prova oggettiva del carattere imperialista del sistema capitalista
che si traduce in conflitti interimperialisti come quelli sopra citati.
Mentre questo accade nei paesi capitalisti, nei paesi socialisti come
Cuba, nonostante il brutale blocco al quale è sottomessa e gli abusi del
suo vicino del nord, l'industria farmaceutica si sviluppa per il bene
della società e non per il profitto. Ciò sottende un equilibrio tra le
forze produttive e i rapporti di produzione e pertanto il progresso
scientifico. Prova di ciò è la creazione di 4 tipi di vaccini contro il
cancro (6). Inoltre, Cuba come paese socialista rimane fedele al suo
lavoro di internazionalismo proletario: "La Vice Segretaria Generale
aggiunta dell'ONU, Rebeca Grynspan ha dichiarato a Quito, capitale
dell'Ecuador, che senza i medici cubani sarebbe stato impossibile
rispondere al Colera ad Haiti "(7).
Tornando alla domanda posta sopra, non ci sono dubbi su quale dei due
sistemi offra un migliore accesso alla scienza e al bene di tutti e
tutte. Alle nostre mani sta cambiare questo modello e avanzare verso il
socialismo-comunismo, verso la produzione e la distribuzione collettiva
delle ricchezze.
(Fonte)
Note:
- http://www.voltairenet.org/article124297.html
- 2)http://www.nodo50.org/farmundi/recursos/documentos/Acceso%20a%20medicamentos/Doc_b_09.htm
- 3)http://www.voltairenet.org/article177749.html
- 4)http://sociedad.elpais.com/sociedad/2013/06/12/actualidad/1371065139_207508.html
- 5)http://www.elmundo.es/elmundosalud/2013/04/01/noticias/1364813695.html
- 6)http://www.cubainformacion.tv/index.php/lecciones-de-manipulacion/47891-Cuba-crea-cuatro-vacunas-contra-el-cancer-una-leccion-a-las-farmaceuticas-que-no-sera-noticia
- 7)http://www.cubadebate.cu/noticias/2013/04/02/onu-reconoce-papel-de-medicos-cubanos-en-haiti/
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