Sversata almeno una tonnellata di greggio da uno scarico e il governatore Crocetta convoca Eni per l'emergenza
GELA - Una consistente perdita di petrolio da una tubazione
dell'impianto Topping, nella raffineria Eni di Gela, ha fatto scattare
stamani l'emergenza ambientale. Il greggio, riversatosi sul canale di
scarico dell'acqua marina usata per il raffreddamento di talune
apparecchiature della fabbrica, ha raggiunto la foce del fiume Gela. Si
teme che una colata di poltiglia nera rischi così di inquinare il mare e
la spiaggia a est della città. La Capitaneria di porto ha mobilitato le
imbarcazioni antinquinamento che hanno disteso le panne galleggianti
per impedire al petrolio di espandersi nelle acque attorno alla foce del
fiume e, con le idrovore lo stanno recuperando a bordo dei natanti
appositamente attrezzati. La situazione sembra sotto controllo.
SEQUESTRO - Una parte di greggio era stata già trascinata dalla corrente prima che intervenissero i mezzi per la bonifica e si cercasse di eliminarla. Mobilitate le squadre della sicurezza aziendale. All'interno dell'impianto Topping, operai e tecnici della manutenzione hanno bloccato la perdita e stanno cercando di appurare la causa che l'ha determinato. Un'indagine è stata avviata dalla direzione aziendale. La procura della Repubblica del tribunale di Gela, informata dell'episodio, ha aperto un'inchiesta, e dopo alcune ore ha disposto il «sequestro per esigenze probatorie e di cautela» dell'impianto «Topping 1» della raffineria dell'Eni, dove stamani è avvenuta la perdita di «non meno di una tonnellata petrolio». Lo sversamento, secondo le prima indagini della direzione aziendale e della Capitaneria di Porto, sarebbe dovuto a una serie di concause. Una nota della Procura parla della «rottura di uno scambiatore di calore asservito all'impianto» con conseguente «fuoriuscita dell'emulsione (misto di acqua e greggio) dallo scarico».
SEQUESTRO - Una parte di greggio era stata già trascinata dalla corrente prima che intervenissero i mezzi per la bonifica e si cercasse di eliminarla. Mobilitate le squadre della sicurezza aziendale. All'interno dell'impianto Topping, operai e tecnici della manutenzione hanno bloccato la perdita e stanno cercando di appurare la causa che l'ha determinato. Un'indagine è stata avviata dalla direzione aziendale. La procura della Repubblica del tribunale di Gela, informata dell'episodio, ha aperto un'inchiesta, e dopo alcune ore ha disposto il «sequestro per esigenze probatorie e di cautela» dell'impianto «Topping 1» della raffineria dell'Eni, dove stamani è avvenuta la perdita di «non meno di una tonnellata petrolio». Lo sversamento, secondo le prima indagini della direzione aziendale e della Capitaneria di Porto, sarebbe dovuto a una serie di concause. Una nota della Procura parla della «rottura di uno scambiatore di calore asservito all'impianto» con conseguente «fuoriuscita dell'emulsione (misto di acqua e greggio) dallo scarico».
TASK FORCE IN LOCO -
«L'ennesimo episodio di sversamento a mare di petrolio proveniente
dalla raffineria di Gela, all'indomani di una giunta di governo che
proprio a Gela ha stabilito di potenziare nelle aree industriali
siciliane le strutture di prevenzione sanitaria e cura sulle malattie
tipiche dell'industrializzazione, obbliga il governo della Regione ad
elevare il livello di soglia dei controlli da effettuare in quei siti»,
ha scritto in una nota il presidente della Regione Siciliana Rosario
Crocetta. «Ritengo – continua il governatore - che in questi siti
bisogna organizzare in loco task force specifiche composte da Arpa,
Genio civile, Asp e uffici ambientali delle province, per esercitare
un'azione continua e costante di controllo. Da tempo, per Gela, sono
state concesse le autorizzazioni ambientali, regionali e nazionali,
necessarie per rafforzare la sicurezza degli impianti».
INVESTIMENTI -
«L'Eni ha sempre assicurato che tali investimenti sarebbero stati
realizzati al più presto possibile, mentre non si riesce ad avere un
crono programma preciso. I gruppi industriali petroliferi - prosegue il
Presidente – dovrebbero cominciare a dirci con chiarezza cosa intendono
fare rispetto a impianti che hanno bisogno di tanti investimenti e
manutenzioni straordinarie, per renderli compatibili con il rispetto
dell'ambiente e la sicurezza e la salute dei cittadini. Convocherò –
conclude il governatore - immediatamente l'Eni, l'Asp, l'Arpa,
l'assessorato alla Salute e al Territorio e Ambiente per giovedì
prossimo, per approfondire le ragioni di questo ennesimo incidente
ambientale, su quali investimenti immediati intende promuovere la
raffineria per risolvere la situazione in maniera definitiva.
(Fonte)
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