Inchiesta malafinanza: banche indagate per usura
Ascoltati 30
usurati, le banche entrano nell’inchiesta sull’usura
Avvocati Dragani:
«Soluzioni positive dei contenziosi, ma gli usurai aumentano»
CHIETI. Sono 30 gli
usurati scoperti nel corso dell’inchiesta “Mala finanza”
scattata dopo il suicidio di un imprenditore agricolo della Val di
Foro.
E sono stati tutti
convocati proprio in questi giorni per chiarire i contenuti delle
telefonate intercettate in cui i funzionari di banca e gli
intermediari indagati li spingevano ad operazioni bancarie sospette.
E così, tassello dopo tassello, un finanziamento irregolare dopo
l’altro, si allarga il numero delle banche coinvolte che sarebbero
molte più delle tre finora perquisite a Pescara e Roma.
Nel mirino della
Squadra Mobile, su incarico del Pm Andrea Dell’Orso che segue
l’indagine, una serie di finanziamenti erogati a clienti che già
erano stati segnalati alla Centrale rischi come “cattivi pagatori”
e che in quanto tali non solo dovevano “rientrare” con i loro
scoperti di conto corrente, ma non potevano essere finanziati in
alcun modo. L’ipotesi di reato su cui si sta lavorando prevede
anche di valutare se dietro questi finanziamenti irregolari ci fosse
la spartizione dei soldi con il funzionario di banca che si era
adoperato per far arrivare il finanziamento.
«No, non posso fare
niente: sei segnalato»: è questa – secondo Maria Flora Rutolo,
responsabile regionale di Federitalia che si occupa di usura – la
frase magica del bancario usuraio da cui inizia il calvario del
cliente. E poi scatta la proposta: «se non rientri entro oggi vai
protestato – continua a spiegare la Rutolo - però ti posso aiutare
io: basta una fidejussione di un tuo familiare “pulito” e tu mi
giri contanti parte del nuovo finanziamento».
Ma come mai ci
sono poche denunce?
«Per gli usurati
l’ostacolo maggiore a denunciare è di carattere psicologico.
Insomma la banca prima ingabbia il cliente, lo fa sconfinare e
diventa una specie di benefattore contro cui si ha difficoltà a
inoltrare denuncia. Eppure è una vessazione continua, perché nel
momento in cui la banca invia la segnalazione alla centrale rischi,
lo obbliga a restare cliente, perché altrove non può aprire c/c. In
pratica si comporta come uno spacciatore che ti regala le prime dosi
e poi ti mette in graticola».
Sta dicendo che i
veri usurai sono le banche?
«Dall’esperienza
della mia associazione riscontro che è diffusissima la pratica delle
banche di applicare tassi da usuraio sui c/c, soprattutto se in
rosso. Il tasso soglia dell’usura si aggira sul 10-12%, i nostri
periti hanno trovato “normalmente” tassi allucinanti che possono
arrivare anche al 1.200%».
L’avvocato Massimo
Dragani, uno dei tre legali che seguono tra la provincia di Chieti e
quella di Pescara le cause civili e penali attivate dagli usurati
(tra non molto ci sarà anche un avvocato a Teramo) spiega però «che
si debbono superare molte difficoltà nell’applicazione della legge
44/99 che prevede l’aiuto agli usurati».
Registrate molti
successi nelle cause intentate contro gli usurai e contro le banche?
«I casi di soluzione
positiva sono in aumento – continua Massimo Dragani – vedi la
sospensione dei fallimenti o l’accesso al fondo anti-usura oppure
la tendenza sempre più accentuata delle banche ad arrivare ad una
transazione quando è dimostrato che sul c/c sono stati applicati
tassi oltre la soglia consentita. Inoltre si sta ampliando il
contenzioso con Equitalia per i tassi applicati sul recupero crediti
dell’Erario».
Tra
gli aiuti previsti dalla legge c’è anche l’accesso ai fondi
anti-usura: «Sì, i fondi ci sono, ma purtroppo a volte arrivano
tardi – conclude l’avvocato – le prefetture si impegnano a
fondo, così come prevedono anche le norme legislative più snelle
introdotte durante lo scorso anno. Ma più si va avanti e più si ha
l’impressione che le inchieste sull’usura stanno aprendo scenari
da incubo».
(Fonte)
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