sabato 30 marzo 2013

Ma chi sono i nuovi pupilli di Napolitano?

Definiti i componenti dei gruppi di lavoro

C o m u n i c a t o
Sono stati definiti i due gruppi di lavoro che, su invito del Presidente della Repubblica, si riuniranno nel corso della prossima settimana -stabilendo contatti con i presidenti di tutti i gruppi parlamentari - su proposte programmatiche in materia istituzionale e in materia economico-sociale ed europea. Hanno accettato di farne parte: per il primo, il prof. Valerio Onida, il sen. Mario Mauro, il sen. Gaetano Quagliariello e il prof. Luciano Violante; per il secondo, il prof. Enrico Giovannini, presidente dell'Istat, il prof. Giovanni Pitruzzella, presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato; il dottor Salvatore Rossi, membro del Direttorio della Banca d'Italia, l'on. Giancarlo Giorgietti e il sen. Filippo Bubbico, presidenti delle Commissioni speciali operanti alla Camera e al Senato, e il ministro Enzo Moavero Milanesi.



Vediamo chi sono i designati del gruppo ristretto per le riforme istituzionali nel dettaglio 
 
Valerio Onida è fratello dell'economista Fabrizio Onida, professore di economia presso l'Università Commerciale Luigi Bocconi, e padre del fisico Giovanni Onida, professore all'Università degli Studi di Milano.
È eletto giudice costituzionale dal Parlamento in seduta comune il 24 gennaio 1996. È eletto presidente il 22 settembre 2004. Cessa dalla carica di presidente della Corte costituzionale il 30 gennaio 2005.
Attualmente è docente di giustizia costituzionale presso l'Università degli Studi di Milano. Collabora con Lavoce.info.
Nel 2010 si è candidato alle primarie del centrosinistra per le elezioni del sindaco di Milano, arrivando terzo con il 13,41% dei voti. Il vincitore è stato Giuliano Pisapia, il secondo Stefano Boeri, il quarto Michele Sacerdoti.
Il 25 giugno 2011, il Consiglio generale dell'INSMLI lo ha eletto alla presidenza dell'istituto, succedendo al presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
È stato presidente dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti.
È il presidente del comitato direttivo della Scuola Superiore della Magistratura.

Mario Walter Mauro (San Giovanni Rotondo, 24 luglio 1961) è un politico e accademico italiano.
E' stato Vicepresidente del Parlamento europeo dal 2004 al 2009 e Capo della Delegazione del Popolo della Libertà nel Parlamento europeo dal 2009 al 2013. Dal 2013 è Capogruppo al Senato della Repubblica di Scelta Civica per l'Italia.
Nel gennaio 2013 lascia il Popolo della Libertà ed aderisce alla nuova forza politica del Premier Mario Monti: Scelta Civica.
Il 9 gennaio 2013 si dimette ufficialmente da Capo Delegazione del PdL all'Europarlamento e dal Partito, criticando duramente la ricandidatura a Premier da parte di Silvio Berlusconi e la rinnovata alleanza con la Lega Nord. Il discorso di Mauro è stato lungamente applaudito da tutti gli esponenti del Partito Popolare Europeo.
Alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 si candida per il Senato, capolista in Lombardia, nella lista unica di Monti denominata Con Monti per l'Italia. Viene eletto senatore in Lombardia e successivamente Capogruppo di Scelta Civica per l'Italia al Senato della Repubblica

Gaetano Quagliariello (Napoli, 23 aprile 1960) è un politico e docente italiano.
Figlio di docenti universitari (il padre, Ernesto, fu rettore dell'università di Bari dal 1970 al '77 e presidente del CNR dal 1976 al '84), si avvicina alla politica tra i giovani repubblicani ai tempi del liceo, a Bari.
Dopo la laurea in scienze politiche intraprese la carriera universitaria. È oggi ordinario di Storia dei partiti politici presso la LUISS di Roma.
Nel 1994 si iscrive a Forza Italia. Sul suo passaggio di partito dichiara: "Gladstone nasce conservatore e diventa laburista, Churchill, il tory, ha un passato laburista. Il mio è un percorso tutto interno al liberalismo". Tra il 2001 e il 2006 è stato consigliere per gli Affari Culturali del presidente del Senato, Marcello Pera. Sull'esperienza ha dichiarato:"Andare a lavorare con Pera è stata la svolta della mia vita. Prima ero un tranquillo professore".
Nel 2006 è stato eletto senatore in Toscana, divenendo membro della commissione Affari Costituzionali; l'anno seguente vota contro la modifica della Costituzione tesa a eliminare definitivamente la possibilità di far ricorso alla pena di morte “nei casi previsti dalle leggi militari di guerra” Confermato al Senato nel 2008, è membro della commissione Giustizia e presidente vicario dei senatori del Popolo della Libertà.
Nella XVI Legislatura si è espresso strenuamente in difesa del disegno di legge Calabrò sul fine vita, in polemica con Gianfranco Fini. Al dibattito parlamentare sul caso di Eluana Englaro, ha difeso la sua opinione gridando «Eluana non è morta, è stata ammazzata».
Ha presentato come primo firmatario i disegni di legge:
  • S. 1168 - Istituzione della "Giornata della memoria" dedicata ai martiri per la patria e la libertà caduti sul fronte della lotta al terrorismo internazionale.
  • S. 1252 - Ordinamento del sistema universitario nazionale. Delega al Governo per l'abolizione del valore legale del diploma di laurea.
È inoltre secondo firmatario del ddl S.1880 sul processo breve. Nel gennaio 2011 ha firmato, insieme a Roberto Formigoni ed altri, una lettera aperta per chiedere ai cattolici italiani di sospendere ogni giudizio morale nei confronti di Silvio Berlusconi, indagato dalla procura di Milano per concussione e prostituzione minorile.
È presidente e fondatore della Fondazione Magna Carta dal 2003: "un luogo di formazione e ricerca di ispirazione liberale schierato senza soggezioni culturali e prudenze con il centro-destra".
A lungo collaboratore di diversi quotidiani - tra i quali il Giornale, Libero, Il Foglio ed Il Riformista - tiene oggi una rubrica sul periodico on-line l'Occidentale, di cui è tra i fondatori.

Luciano Violante (, 25 settembre 1941) è un docente e politico italiano. È stato presidente della Commissione parlamentare antimafia (1992-1994) e della Camera dei deputati (1996-2001)
Conseguita la maturità classica al liceo "Domenico Morea" di Conversano, Luciano intraprese gli studi giuridici laureandosi in giurisprudenza nel 1963 presso l'Università degli Studi di Bari. Nel 1966 supera il concorso in magistratura e nel 1970 diventa libero docente di diritto penale all'Università degli Studi di Torino.
Giudice istruttore a Torino fino al 1977. Dal 1977 al 1979 lavora, su segnalazione del ministro democristiano Francesco Paolo Bonifacio, presso l'ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, occupandosi prevalentemente di terrorismo. Istruì il processo che portò all'arresto di Edgardo Sogno e Luigi Cavallo imputati di tentativo di Colpo di Stato con Randolfo Pacciardi che, tuttavia, vennero assolti da ogni accusa. Nel 1979 si iscrive al Partito Comunista Italiano e viene subito eletto deputato. Dal 1974 al 1981 svolge l'attività di professore incaricato di istituzioni di diritto pubblico presso la stessa università e nel 1983 vince la cattedra di istituzioni di diritto e procedura penale e si dimette da magistrato. È stato quindi professore ordinario di Istituzioni di diritto e procedura penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Camerino.
In Parlamento fece parte della commissione d'inchiesta sul caso Moro e, in seguito, fu presidente della Commissione parlamentare Antimafia dal 1992 al 1994. Fu lui a raccogliere le deposizioni choc di Tommaso Buscetta che rivelò l'esistenza del terzo livello della mafia, cioè il legame con il mondo politico; la sua gestione della presidenza della Commissione fu poi criticata da Giulio Andreotti, all'indomani dalla sentenza di Palermo che l'assolse dall'addebito di associazione a delinquere di stampo mafioso per i fatti accaduti dal 1980 in poi (mentre confermò la colpevolezza per i fatti antecedenti, per i quali era però subentrata la prescrizione), come improntata a parzialità di tipo politico.
Il 10 maggio 1996 fu eletto presidente della Camera. Il suo discorso di insediamento fu uno storico appello alla riconciliazione tra le forze che si richiamano alla Resistenza e la destra post-fascista.
Sotto la sua Presidenza fu introdotta una delle più importanti revisioni del Regolamento della Camera degli ultimi decenni, quella approvata dall'Assemblea nel 1998. Il commento della "novella" regolamentare da parte della dottrina giuridica è stato sostanzialmente assai favorevole sebbene l'estromissione della magistratura dal giudizio sul contenzioso tra la Camera ed i terzi è stata giudicata un'indebita estensione dell'autodichia.
Più travagliato il suo rapporto con la struttura amministrativa della Camera dei deputati. Il 14 ottobre 1999, a seguito di un Ufficio di Presidenza in cui confermò la rottura del rapporto di fiducia con il massimo funzionario dell'amministrazione, il segretario generale Mauro Zampini, il 18 ottobre 1999 il Consiglio dei ministri affidò al dottor Zampini l'incarico di presiedere il comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio per la valutazione ed il controllo dei risultati dell'attività della pubblica amministrazione. Di conseguenza l'Ufficio di Presidenza della Camera designò a sostituirlo come segretario generale, il 10 novembre 1999, il dottor Ugo Zampetti, su proposta di Violante.
Già ad inizio d'anno vi era stato un altro segnale, in controtendenza rispetto all'antica disponibilità delle Camere a favorire la circolazione dei loro migliori funzionari tra le Amministrazioni costituzionali. All'annuncio della chiamata al Quirinale, come consigliere economico del neopresidente Ciampi, della professoressa Carmela Decaro (vice segretario generale della Camera, in carriera direttiva dal 1979, responsabile dei Rapporti comunitari ed internazionali), emerse il moderato disappunto della Presidenza della Camera per non essere stata previamente consultata.
Rieletto deputato alle elezioni del 13 maggio 2001, è nominato presidente del gruppo Democratici di sinistra - L'Ulivo.
Ancora eletto alla Camera dei deputati nel 2006, è stato nominato Presidente della Prima Commissione Permanente, Affari Costituzionali.
Dopo la caduta del governo Prodi II, in vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008, ha dichiarato di non volersi più ricandidare a parlamentare per rispettare il ricambio generazionale perseguito dal segretario del Partito Democratico Walter Veltroni.
Dal 2008 è columnist del quotidiano Il Riformista. Nello stesso periodo salta l'intesa con il centro destra per l'elezione alla carica di Giudice della Corte Costituzionale.
Il 23 luglio 2009, sentito dai magistrati di Palermo, ha confermato le dichiarazioni di Massimo Ciancimino circa la proposta di incontrare "in modo riservato, a quattr'occhi" Vito Ciancimino, avanzata da Mario Mori nel settembre del 1992 quando Violante era ancora Presidente della Commissione parlamentare Antimafia. L'incontro avrebbe dovuto inserirsi nell'ambito della "garanzie politiche" richieste da Ciancimino per portare avanti la trattativa fra Cosa Nostra e pezzi delle istituzioni durante la stagione delle stragi del 1992. In passato Violante non aveva mai fatto cenno a tale richiesta.
Ha sostenuto la candidatura di Pier Luigi Bersani in occasione delle elezioni primarie del Partito Democratico del 2009.
Ha recentemente ricevuto minacce di morte dalle Brigate Rosse insieme alla moglie in quanto "servi dello Stato al servizio della destra".
Stampa il post

Nessun commento:

Posta un commento