Le agenzie di rating sono al centro
di inchieste e soggette a nuove e restrittive norme in tutto il mondo.
In Italia potrebbe essere possibile un risarcimento danni record per
120mld di euro. La crisi ha spazzato via uno dei poteri forti del
mercato?
.
TUTTI CONTRO LE AGENZIE – E’
passato molto tempo dall’inizio della crisi del 2008. Cinque lunghi
anni (da quando si è manifestata palesemente), in cui molto è cambiato.
Un esempio, tra i tanti, di mutazioni che sono avvenute è la perdita di potere delle agenzie
di rating. Potentissime e soggette a poche restrizioni in origine, ora
sono invece sotto la lente di ingrandimento della giustizia e sotto il
controllo di nuove rigide norme in molti Paesi del mondo: dalla Francia,
all’Italia, passando per l’intera Unione Europea, fino agli stessi USA.
Il motivo delle contestazioni è quasi
sempre lo stesso: le valutazioni fatte dalle agenzie sull’affidabilità
economica di aziende o Stati che potrebbero esser state influenzate da soggetti esterni o, ancor peggio, consapevolmente distorte
per influenzare a loro piacimento il mercato. Per evitare in futuro
tali rischi distorsivi, su un mercato già debole, la stessa Ue
ha risposto con una nuova regolamentazione della responsabilità delle
agenzie e delle modalità con cui redigere le valutazioni dei debiti
pubblici, nonché con norme per aumentare la concorrenza nel mercato
interno delle agenzie stesse (leggi qua). Invece, negli USA, Obama
ha fatto causa a Standard & Poor’s chiedendo 5 miliardi di dollari
per le responsabilità dell’agenzia nell’ambito della crisi finanziaria
tra il 2007 ed il 2008. Una causa civile promossa dallo stesso Presidente
e appoggiata da 16 Stati. In ogni caso, l’accusa sarebbe quella di aver
violato i criteri nell’assegnare i voti ai bond collegati ai mutui
subprime, fuorviando (consapevolmente o meno) gli investitori.
PROCURA DI TRANI – Anche in Italia c’è chi va alla ricerca dello scalpo di qualche agenzia di rating.
In particolare, ad aver avviato un’indagine nel 2012 è la Procura di
Trani che, ormai, ha concluso le indagini preliminari a novembre su
Fitch, Standard&Poor’s e Moody’s. Secondo l’ipotesi accusatoria,
avrebbero violato le regole rivelando a più riprese l’imminente
declassamento del rating dell’Italia durante il 2012 e, con questi
annunci, hanno abusato di informazioni privilegiate.
In particolare, è stato chiesto il rinvio a giudizio per 7 persone,
5 responsabili di Standard & Poor’s e 2 responsabili di Fitch.
Contestualmente, è stata avanzata richiesta di archiviazione per due
responsabili di Moody’s, sui quali, insieme agli esponenti delle altre
agenzie, il pm Michele Ruggiero ha indagato per manipolazione del
mercato. Le ipotesi di reato contestate, in generale, sono la manipolazione del mercato azionario e delle merci con giudizi falsati,
con l’aggravante per Fitch di avere un rapporto contrattuale con
l’Italia. Si è ancora in attesa di sviluppi giudiziari, ma già di per sé
questi procedimenti testimoniano un interessamento ai comportamenti
delle agenzie di rating, giudicati già spesse volte dalla stampa e dalla
politica non corretti.
LA CORTE DEI CONTI DEL LAZIO – Proprio
grazie al contributo della suddetta Procura di Trani, nonché
all’attività investigativa della polizia tributaria di Bari, la Corte
dei Conti del Lazio, attraverso il Pg Raffaele De Dominicis, ha affermato che le speranze per ottenere un risarcimento danni
dalle tre agenzie di rating sono molto buone. In particolare, le
indagini in Italia sul le agenzie di rating riguardano i loro rapporti
sul debito italiano giudicati “avventati”, diffusi tra maggio e novembre
del 2011, quando il Paese finì sull’orlo della catastrofe.
La contestazione della Procura, ha aggiunto il Pm, riguarderà «il danno che lo Stato italiano ha subito,
visto che l’aumento del debito pubblico è stato pagato da tutti con le
manovre finanziarie, fino alla somma di 120 miliardi di euro».
Addirittura, sempre De Dominicis, considera tale valutazione solo per
difetto. Sono infatti in corso altri accertamenti da parte dei
consulenti tecnici, ha precisato, dai quali emerge un danno per lo Stato
forse anche superiore a 120 miliardi. Detto in poche
parole, se le accuse verranno confermate le suddette agenzie potrebbero
essere chiamate a pagare all’Italia uno dei risarcimenti danni più
grandi di tutti i tempi: oltre 120 mld di euro.
Comunque andranno queste indagini certamente singolari ed insolite, ormai la pentola è stata scoperchiata
e si sta scoprendo come le agenzie che hanno influenzato i mercati per
anni ed anni, lo hanno potuto fare in assenza di legislazioni chiare e
vincoli rigidi. Si spera che finalmente il diritto potrà riprendere un
po’ le redini della situazione sull’economia.
(Fonte)
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