Il debito pubblico che viaggia
intorno ai due mila miliardi di euro è la giustificazione ufficiale.
Fatto sta che Mario Monti e il suo governo tecnico hanno messo in atto
la loro ultima impopolarità, pensando bene di sfornare un decreto in cui
si bloccano gli stipendi per i 3 milioni di dipendenti pubblici. A
destare forti sospetti è la tempistica di un provvedimento che arriva il
giorno dopo le deludenti elezioni cui l’ormai ex Premier ha partecipato
con la sua Scelta Civica. Vendetta, tremenda vendetta, contro quanti
non lo hanno votato?
CHI HA PRESENTATO LA PROPOSTA E PERCHÈ
La proposta è arrivata dal ministro della funzione pubblica Filippo Patroni Griffi e da quello dell’economia Vittorio Grilli. Lo scandalo non sta in un provvedimento che probabilmente sarebbe arrivato comunque probabilmente anche dal prossimo governo.
La cosa che ha fatto riflettere è la seguente:
la proposta è arrivata il giorno successivo alle elezioni quando il
risultato elettorale ha sancito la sconfitta del progetto elettorale di
Mario Monti con Scelta Civica che al Senato non ha centrato il
quorum in tutte le Regioni d’Italia e alla Camera invece ha lasciato a
casa uno degli alleati di coalizione ossia Fli di Gianfanco Fini.
I ministri montiani parlano di atto dovuto
mentre i più maliziosi potrebbero anche pensare a una sorta di vendetta
elettorale trasversale nei confronti di chi ha preferito votare Movimento Cinque Stelle per protesta oppure Silvio Berlusconi perché magari sperava in una pressione fiscale più bassa e nella restituzione dell’Imu sulla prima casa.
COME VERRANNO BLOCCATI I CONTRATTI
L’
iter legislativo prevede che il decreto nei prossimi giorni venga
firmato dal presidente del Consiglio ancora in carica Mario Monti.
Tecnicamente si tratta di mettere nero su bianco un blocco dei
contratti che era nell’aria già ai tempi dell’approvazione della legge
di Stabilità. Durante la campagna elettorale però, guarda caso,
il progetto sembrava tramontato per dare spazio alla possibilità di
Mario Monti di essere eletto. Secondo i rumors provenienti da
Palazzo Chigi sembra che nemmeno un governo di centrosinistra alleato
con Beppe Grillo avrebbe potuto agire diversamente.
Secondo il provvedimento varato dai due ministri in tandem “non
si dà luogo, senza possibilità di recupero, alle procedure contrattuali
e negoziali ricadenti negli anni 2013-2014 del personale dipendente
dalle amministrazioni pubbliche cosi come individuate ai sensi
dell’articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009 n. 196 e
successive modificazioni”.
Chi saranno le persone colpite da questa ennesima scure? Di certo il milione di lavoratori della scuola ( la maggior parte insegnanti e in minor misura il personale non docente) che
a tutt’oggi è il settore più corposo del pubblico impiego. Insieme a
loro tutti i dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
Che cosa verrà colpito? Verranno
bloccati, per tutto il 2013, gli scatti di anzianità che negli anni
passati erano stati recuperati grazie alla negoziazione tra governo e
sindacati. Gli stessi non avranno nemmeno la possibilità di
vedersi riconosciuti gli incrementi contrattuali previsti dal 2011.
Tuto bloccato dunque in nome della crisi. O in nome della mancata
possibilità di diventare governo politico e accontentare i 130 potenti
del Bilderberg che chiedevano a Monti di essere influente e continuare a
fare gli interessi delle banche. Siamo davanti a un Governo Tecnico che
potrebbe aver agito politicamente.
NON ARRIVA NEMMENO LA CORRESPONSIONE DELLA VACANZA CONTRATTUALE
Negli
anni 21013 e 2014 non è prevista per tutti i dipendenti pubblici e in
particolare per gli insegnanti precari nemmeno l’indennità di vacanza
contrattuale che non arriverà ne per l’anno in corso e tantomeno per
quello successivo. Tornerà ad essere calcolata nel triennio 2015 – 2017.
Tutto
questo avverrà in deroga alle previsioni di cui all’articolo 47 bis,
comma 2 del decreto legislativo 30 marzo 2011, n. 165 e successive
modificazioni, e all’articolo 2, comma 35 della legge 22 dicembre 2008,
n. 303, per gli anni 2013 e 2014 non si dà luogo, senza possibilità di
recupero, al riconoscimento di incrementi a titolo di indennità di
vacanza contrattuale che continua a essere corrisposta nelle misure di
cui all’articolo 9, comma 17, secondo periodo, del decreto legge 31
maggio 2010, n. 78/2010.
L’indennità
di vacanza contrattuale relativa al triennio contrattuale 2015-2017
sarà calcolata secondo le modalità e i parametri individuati dai
protocolli e dalla normativa vigenti in materia che terranno conto
anche dell’individuazione dell’inflazione da recuperare, avendo mandato
in soffitta il parametro europeo dell’Ipca.
Si
tratta insomma di una vera e propria scure sull’impiego pubblico che
sarebbe dovuta arrivare a gennaio di cui i quotidiani soprattutto quelli
economici si erano preoccupati. Bloccata in fase elettorale con la
speranza di recuperare consensi e ripresa invece ora che i conti con le
urne sono stati già fatti da poco tempo.
Permettendo al Monti tecnico di compiere l’ultimo atto di macelleria sociale.
(Fonte)
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