Cipro, assalto alle banche: allo sportello col bulldozer
Brutta storia quella che sta accadendo a Cipro. Avrebbe meritato
titoloni ma la nostra imparziale stampa (quella delle “domande scomode”)
ha preferito mettere la solita sordina. Forse avete sentito qualcosa:
il governo cipriota ha annunciato un prelievo forzoso sui conti correnti
dei cittadini, pari a circa 10% per chi ha un saldo superiore ai 100
mila euro
e quasi il 7% per chi ha un saldo inferiore. Tutto ciò è frutto di un
accordo dei soliti generosi ministri delle finanze Ue, che prestano 10
miliardi a patto che i ciprioti ne regalino, nolenti, altri 5. Ciprioti,
e non solo: nelle banche di Cipro giacciono un sacco di soldi russi, ed è proprio a loro che pare indirizzata la parte più sostanziosa dello scherzetto.
Cipro è da tempo crocevia di business per facoltosi russi e milionari arabi, e sia mai che l’Europa si lasci scappare l’occasione di rapinare anche i passanti.
E tra i passanti pare ci siano pure molti sfigatissimi greci, che
avevano trasferito qualche risparmio proprio a Cipro nella speranza di
sfangarla, ma che ora sono stati inseguiti fin qui dall’implacabile
idrovora europea. In ogni caso, tale annuncio ha causato una corsa ai
prelievi ai bancomat, e una corsa agli sportelli presso le banche cooperative che sono aperte anche di sabato. Inutile dire che davanti a tale assalto le banche sono state costrette a compiere la manovra più temuta da tutti i mercati: chiudere gli sportelli in faccia ai clienti.
Le proteste si sono fatte sentire, le lunghe code in strada anche, come accadeva 12 anni fa in Argentina ai tempi del corralito
(il limite ai prelievi). Un cittadino, particolarmente infuriato, si è
presentato davanti alle porte chiuse alla guida del suo bulldozer. La
paura è che la situazione degeneri. La paura maggiore, è ancora quella
del contagio. Ci si affretta a rassicurare i cittadini europei (oltre a
cercare di tenerli all’oscuro) sostenendo che Cipro è “un caso speciale”
proprio per il suo sistema bancario ipertrofico, ma la verità non si può nascondere: in Europa stiamo assistendo al primo bank run. E non è facile credere che sarà l’ultimo.
(Fonte)
Nessun commento:
Posta un commento