giovedì 28 marzo 2013

Il Ministro Di Paola sa pure piangere ... avrebbe dovuto farlo in altre circostanze

Napoli, festa dell'Aeronautica dedicata ai marò.
Mantelli: non lasceremo soli i nostri ragazzi

Presenti il presidente del Senato Grasso, ministro della Difesa, Di Paola, il capo di stato maggiore e tutti i vertici delle forze armate




 "Non lasceremo soli i nostri ragazzi fino a che la loro vicenda non sarà conclusa in India e in Italia. Non cesseremo di chiedere con tutta l'energia che siano restituiti ai loro cari ed ai loro reparti". Si alza alta la voce del capo di Stato Maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli, presente alla festa per i 90 dell'Aeronautica militare che si celebra a Napoli. E tutta piazza Plebiscito applaude i due marò. Una cerimonia di fatto dedicata a loro, dove hanno colpito anche le parole del ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, la sua commozione, le sue lacrime.

Novantesimo anniversario dell'aeronautica militare italiana in piazza Plebiscito. Giurano gli 81 allievi ufficiali del corso Pegaso V dell'accademia aeronautica di Pozzuoli. Alla cerimonia, presieduta dal presidente del Senato, Pietro Grasso, partecipa il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ed i vertici delle forze armate.
Nel cielo coperto di nubi cariche di pioggia, le Frecce Tricolore, alle 11, aprono la cerimonia, disegnando nel cielo di Napoli il Tricolore italiano. Emozionati i parenti dei militari che giurano fedeltà al Paese. Gli allievi ufficiali del corso Pegaso sono i più giovani dell'accademia.

Dopo gli onori militari da parte dello schieramento, il presidente del Senato consegna, in una piazza Plebiscito gremita, la medaglia d'oro al merito civile alla Bandiera di guerra dell'Aeronautica militare, per il contributo offerto nel soccorso alle popolazioni colpite dal sisma in Abruzzo nel 2009. 


Medaglie d'argento al valore aeronautico per il capitano Roberto Grasso, pilota capo equipaggio di elicottero, e per il maresciallo Giuseppe Marra, impegnati in missione di recupero feriti, in Afghanistan nel novembre 2009.  
        
Su invito del generale di squadra aerea Pasquale Preziosa (capo di Stato maggiore dell'aeronautica) la piazza applaude e abbraccia idealmente i due Maró italiani Massimiliano La Torre e Salvatore Girone in attesa di giudizio in India.

In piazza i gonfaloni delle istituzioni locali e decine di bambini che sventolano piccole bandiere italiane, mentre il comandante dell'aeronautica, Binelli Mantelli, parla di "coraggio, lealtà, solidarietà, schiena dritta". 

Alle 11,24 gli allievi giurano, la piazza si scuote in un applauso, mentre i veicoli della Pattuglia Acrobatica Nazionale salutano dal cielo. Parte l'inno di Italia. La cerimonia si chiude con il battesimo del corso che ha appena giurato, rituale che si ripete dal 1923.

Alle 12 prende la parola il ministro della Difesa Di Paola: "Oggi per tutti noi è un giorno di festa in una delle piazze più belle del mondo". Di Paola cita d'Annunzio per ricordare "l'audacia, l'osare responsabile, la modernità e il bisogno di cambiamento dell'Italia".

Quindi il ministro parla dei due marò italiani e la sua voce si spezza, evidentemente, lacrime ed emozione: "Guardando negli occhi La Torre e Girone ho chiesto loro di condividere la scelta di sofferta responsabilità del Governo. Forse in tanti di voi non hanno condiviso questa scelta. Ne avete diritto. Ma è stata una scelta collegiale. E da piazza Plebiscito, io a Massimiliano e a Salvatore chiedo scusa se non ho potuto farli essere oggi qui con noi".

"La decisione del rientro in India dei due Marò è stata una scelta sofferta e dolorosa ma in quel momento necessaria. Una scelta collegiale del governo. Salvatore e Massimiliano hanno responsabilmente fatto propria questa decisione. Non è vero che hanno impiegato cinque ore per dire sì. Non è vero che è stato un ordine, non è stata obbedienza a un ordine ma al loro senso di responsabilità e del dovere, alla loro parola data", ha detto ancora Di Paola.

Pietro Grasso esordisce ricordando la gioventù: "Sono qui con grande orgoglio di italiano e l'onore di rappresentare il Senato e il presidente della Repubblica e sono emozionato. Anche io ho giurato, circa 44 anni, fa come voi, al corso allievi ufficiali di Firenze. Ho espletato il mio servizio di leva come ufficiale di complemento, quando avevo già superato il concorso in magistratura. Uno dei periodi più spensierati della mia giovinezza".

Il presidente del Senato, chiude il suo discorso parlando di "legalità" e di "rispetto dei diritti", di "difesa dei valori", patrimonio di tutti gli italiani e di un'Italia che "vuole e può cambiare". 
(Fonte)
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