Bergamo: impennata dei casi di Alzheimer
L’alluminio contenuto negli alimenti, nell’acqua “potabile”,
nei farmaci, nei vaccini, nei cosmetici e disperso nell’ambiente
attraverso la Geoingegneria clandestina all’origine dell’epidemia di
demenza senile.
L’Alzheimer è stato contratto da 1720 persone nella sola provincia di Bergamo nel corso del 2011.
Ci sono numerosi video di cittadini bergamaschi che mostrano aerei
intenti a rilasciare scie sia persistenti sia effimere a bassa quota, le
cosiddette scie chimiche, in cui è stata accertata la presenza di alluminio in nanoparticolato.
L’inquinamento da alluminio investe in maniera massiccia le falde
acquifere: questo metallo si ritrova in molti cibi, farmaci, cosmetici,
deodoranti, vaccini etc. L’assunzione di allumino è strettamente legata
al morbo di Alzheimer. Ciò è dimostrato da studi epidemiologici.
1720
è un numero da moltiplicare al cubo perché “le demenze non riguardano
solo le persone che ne soffrono: hanno un raggio d’azione purtroppo più
vasto. Per ogni singola diagnosi sono tre le persone colpite dalla
malattia”, spiega Alberto Zucchi dell’Osservatorio epidemiologico A.S.L. di Bergamo. Durante il convegno organizzato dall’A.S.L. di Bergamo per la “XIX Giornata Mondiale Alzheimer”
presso la Casa del Giovane, sono stati presentati nel dettaglio i dati
epidemiologici della provincia di Bergamo. Sono dati contenuti in
un’indagine condotta da Alberto Zucchi assieme al Comitato scientifico interaziendale delle demenze, da cui emerge un’impennata del fenomeno del 57,5% nell’arco di sei anni.
Secondo
il Dottor Zucchi, tra le cause che hanno portato all’incremento, ci
potrebbe essere l’invecchiamento della popolazione: “Il mondo sta invecchiando ed è un fenomeno cominciato a partire dalla metà del secolo scorso - spiega Zucchi - è
un problema di natura socio-economica ed il contesto epidemiologico
nelle demenze è rilevante. In Europa sono 19 milioni le persone colpite e
la spesa che ne consegue è di oltre 160 miliardi di euro solo nel 2008.
E’ una questione che anche nel nostro territorio sta diventando molto
importante, con un aumento dei costi previsto di circa il 23%“.
Possibile
che la popolazione bergamasca (la percentuale maggiore di “nuovi casi”
si rileva nella fascia d’età tra i 60 ed i 79 anni) abbia risentito in
modo esponenziale dal 2006 della patologia
neurodegenerativa, se “l’invecchiamento della popolazione” è stato
graduale nel territorio e nel tempo, visto che anche l’aumento di
malattie legate ad esso lo è?
Il rapporto tra “invecchiamento
della popolazione” (progressivo nel territorio bergamasco) ed incremento
dei malati di Alzheimer nel comprensorio in esame, permette di capire
che i due fattori non possono essere direttamente collegati. [...]
L’American Journal of Epidemiology avverte: “Alti
livelli di alluminio nell’acqua potabile accrescono il rischio di
sviluppare la malattia di Alzheimer, mentre i livelli più elevati di
silice (componente principale della Zeolite e dell’Argilla) diminuiscono
la possibilità“.
“La patologia di Alzheimer è una
malattia multifattoriale e le concentrazioni di alluminio nell’acqua
potabile possono avere un effetto sul declino cognitivo”, ha dichiarato
la Dottoressa Virginie Rondeau. Rondeau, che opera
presso l’Institut National de la Santé et de la Recherche Medicale a
Bordeaux, insieme con colleghi esperti nel settore, ha esaminato le
associazioni tra l’esposizione all’alluminio ed il rischio relativo di
declino cognitivo, demenza e malattia di Alzheimer in soggetti anziani
seguiti per quindici anni. L’assunzione giornaliera di alluminio di
almeno 0,1 milligrammi è correlata a seri danni alle facoltà cognitive e
mnemoniche, mentre un consumo quotidiano di almeno 10 mg di silice,
riduce dell’11% la probabilità di sviluppare la demenza senile. I
soggetti con un alto consumo di alluminio al giorno hanno un rischio
quasi tre volte maggiore di demenza, notano i ricercatori”. [...]
Uno studio pubblicato sul “The Lancet”, rivista scientifica di ambito medico, riporta: “Dalle
analisi è emerso che il rischio del morbo di Alzheimer è 1,5 volte
maggiore nei distretti in cui la concentrazione media di alluminio
nell’acqua supera 0,11 mg/l rispetto ai distretti in cui la
concentrazione è inferiore a 0,01 mg/l“.
(Fonte)
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