Guariniello for president. Aldo Giannuli l’aveva proposto già all’indomani delle elezioni.
E ora il nome del magistrato torinese sta “girando” parecchio, sui
giornali e anche nel “Movimento 5 Stelle”. Un’ottima notizia, conclude
Giannuli, anche perché il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello – in
prima linea contro lo spionaggio aziendale in Fiat e contro gli abusi
sul posto di lavoro, dalla Thyssen all’Eternit – sarebbe un candidato in
grado di piacere ai grillini, al Pd
e a Sel, conquistando una quota di voti ben superiore alla soglia delle
504 schede richieste al quarto scrutinio. Soprattutto, Guarinello
taglierebbe la strada al concorrente più accreditato da tutti i
sondaggi, l’ultraliberista Emma Bonino, possibile regina del “grande
inciucio” che, dal Quirinale, si estenderebbe poi al governo e
all’intero paese.
La candidatura Bonino sta prendendo rapidamente consistenza, dopo che
l’ex ministro Mara Carfagna ha dichiarato che sarebbe auspicabile avere
una donna
al Quirinale. Da allora ne parlano tutti i giornali, dal “Corriere
della Sera” al “Sole 24 Ore”: la Bonino è nettamente in testa alla
graduatoria, con gradimenti oltre il 30% che staccano nettamente il
secondo, Romano Prodi, sotto il 15%. Destra e sinistra
parlano della Bonino con deferenza, ricordandone le battaglie per i
diritti civili, il garantismo, la competenza dimostrata negli incarichi
internazionali: fu commissario europeo e docente all’università
americana del Cairo. Mai stata sfiorata da scandali, è stata promossa
commissario europeo dal centrodestra e poi ministro per il commercio
estero dal centrosinistra, che l’ha eletta vicepresidente del Senato e
l’ha candidata alla presidenza del Lazio. Filo-atlantica, ha sempre
votato a favore di tutte le missioni della “guerra umanitaria”. Neoliberista dichiarata, potrebbe proseguire nell’opera di “ufficiale di collegamento” con la Bce inaugurata da Napolitano. E in più è sostenitrice della separazione delle carriere ra magistratura inquirente e giudicante.
La situazione è di stallo: sulla carta il centrosinistra ha poco meno
dei 504 voti necessari, ma è tutt’altro che un monolite e ospita troppi
aspiranti presidenti – Prodi, D’Alema, Amato, Marini, Grasso e Rodotà –
tutti spalleggiati da schiere di parlamentari pronti a trasformarsi in
franchi tiratori. «E poi, vai a trovare un candidato che piaccia tanto a
Vendola quanto a Renzi». Difficile rivolgersi ai grillini, e così pure
al centro, data «la non sopita aspirazione di Monti». Numeri alla mano,
aggiunge Giannuli, l’unica coalizione “sicura” sarebbe quella formata da Pd e Pdl, «ma i candidati di compromesso possibili (Letta, Amato, Marini, D’Alema) sanno tutti di “vecchia politica”». L’accordo, Berlusconi
sarebbe disposto a farlo in cambio di precise garanzie per la sua
situazione giudiziaria: il futuro inquilino del Quirinale dovrebbe
garantire – facendo pressione sul Csm o concedendo la grazia – un
“atterraggio morbido” al Cavaliere all’uscita dalle aule di giustizia. Sicché, il Pd dovrebbe eleggere un candidato che faccia quello che Berlusconi non è riuscito a fare con le sue “leggi ad personam”? Il partito di Bersani ne sarebbe travolto.
Ma attenzione: «Che ne dite se a fare la grazia o l’intervento in Csm o a spingere per una certa riforma della giustizia
fosse non un politico di lungo corso, ma una persona diversa? Per
esempio, uno che, pur essendo stato per 30 anni a Palazzo, goda
dell’immagine di persona estranea al Palazzo, che ha un coerentissimo
passato garantista, sino ad aver votato contro l’autorizzazione a
procedere a uno come Cosentino?». Ecco perché fa gola l’opzione Bonino:
«Una persona che gode fama di grande indipendenza e che nessuno potrebbe
sospettare di obbedienza al Pd».
Possibile contromossa: Guariniello. Sensibile, autorevole, preparato,
autonomo. «Potrebbe benissimo essere votato dalla Lista Monti e persino
dal Pdl, se quello che cercano è un presidente imparziale e non il
regista occulto di torbidi accordi sottobanco». Giannuli propone una raccolta di firme
a sostegno della candidatura del magistrato torinese: «Comunque dovesse
andare, potremmo dire di aver fatto qualcosa contro il grande inciucio
che avanza».
(Fonte)
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