In questi giorni mi sono ritrovato a scrivere dell'inchiesta di "Offshore Leaks" dell'ICIJ
(Centro Internazionale del Giornalismo Investigativo), un'inchiesta
tanto interessante quanto allarmante: leggere quanti e quali persone
abbiano interessi celati da aziende fittizie in paradisi fiscali è
impressionante.
È impressionante ancor di più il silenzio assordante della stampa italiana a riguardo.
Mentre
va riconosciuto il merito di informazione di alcuni nuovi poli di
informazione, tra i quali spiccano, principalmente, le testate
esclusivamente online, bisogna sottolineare che i siti dei quotidiani
nazionali più letti non hanno parlato, più di tanto, della vicenda, al
punto che, nel giro di 2 giorni, è sparita dalle prime pagine,
sostituita da articoli "di colore" e da video di animali.
Visto
che l'esclusiva italiana era stata affidata al cartaceo "L'Espresso" ci
si sarebbe aspettati che i giorni successivi sarebbero stati momenti di
concitazione, di commento, di ulteriore interesse. Effettivamente c'è
stato, ma non negli ambienti dei "quotidiani nazionali".
L'evasione fiscale non fa notizia, se non si è in campagna elettorale e, soprattutto, se non si è in grado di strumentalizzarla a dovere.
Sull'homepage del sito del "Corriere della Sera"
non c'è nessun articolo che parli né di Offshore Leaks, né di evasione
fiscale internazionale. Usando il tool di ricerca si potrebbe incappare,
accidentalmente, in due articoli a riguardo pubblicati: uno con i nomi
degli italiani apparsi nell'inchiesta e uno generico.
"Repubblica.it"
segue il filone del sito del CorSera: in prima pagina nessun
riferimento alla notizia. Nelle ricerche escono 2-3 articoli a riguardo.
Va sottolineato che l'editore è lo stesso de "L'Espresso": l'unica realtà italiana ad avere avuto l'accesso esclusivo ai dati di ICIJ.
Per quanto riguarda "La Stampa"
va segnalato il fatto che l'assenza di un articolo oggi nella prima
pagina del sito web è bilanciata da una produzione di piccoli focus a
riguardo di Offshore Leaks il 4 e 5 aprile: 4 articoli e un'agenzia.
Sul sito de "Il Sole 24 Ore"
la notizia è scivolata via dalla prima pagina. Fortunatamente
l'editorialista Antonio Pollio Salimbeni sta tenendo attivo l'argomento
con un articolo riguardante la lettera di Bruxelles che chiede ai
governi di potenziare la lotta all'evasione fiscale.
Il sito de "Il Fatto Quotidiano" non riporta la notizia in prima pagina e anche reperire gli articoli sul sito non è facile.
Escludendo
le notizie di spicco di oggi e ieri, è ironico che Offshore Leaks sia
"sostituito" nelle prime pagine web dalle critiche delle "olgettine" a
Ruby, dai sondaggi del tipo "Chi vorresti al Quirinale?", oppure la
"sfida a colpi di zoccoli - la lotta tra i cervi" o marchettone
pubblicitarie riguardanti il ritorno in prima serata di "Amici" di Maria
De Filippi.
La notizia potrebbe non interessare. Certo.
È
anche vero che, per quanto riguarda il filone "mainstream" (il mio odio
per questo termine non è quantificabile) della comunicazione non c'è
stato nessun tentativo di creare interesse sulla notizia.
Un controesempio? Dell'incontro di Grillo con i parlamentari del Movimento Cinque Stelle di
ieri si sanno le più svariate bestialità: ci sono le foto della Ferrari
parcheggiata fuori dall'agriturismo, tutte le immagini dei presenti, le
interviste, le indiscrezioni.
Creare l'interesse sul fumo è possibile, quindi.
Perché non crearlo sulle tematiche realmente allarmanti?
La risposta, probabilmente, potrebbe essere contenuta nell'analisi di un altro fatto.
I
drammatici fatti di Civitanova Marche hanno avuto un risalto mediatico
rilevante, esploso e conclusosi nel giro di poco più di 24 ore.
Alla
luce di questo provate a pensare a una cosa: quante volte, durante il
periodo dell'ultima legislatura, avete sentito parlare di "stato sociale" e quante volte avete sentito parlare di riforma necessaria della legge elettorale?
Ecco.
E la colpa non è solo dei "politici" e dei quotidiani, che impongono
determinati temi di discussione. È anche di chi accetta che questi
vengano imposti, senza alzare la testa.
(Fonte)
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