Durissimo editoriale contro il decreto Balduzzi in relazione
all'autorizzazione del metodo non riconosciuto dalla scienza e contro il
Vaticano per il meeting internazionale sul trasferimento della
'ricerche' nella pratica clinica: "Una performance senza vergogna, si
vendono false speranze"
No a malati usati come cavie. E' il passaggio più duro dell'editoriale anticipato online
con cui la prestigiosa rivista Nature, spesso 'portavoce' della
comunità scientifica internazionale, ha preso posizione su ciò che sta
accadendo in Italia a proposito del Metodo Stamina, rilanciando l'allarme già lanciato dal mondo italiano della ricerca.
"Molti scienziati in tutto il mondo - si legge nell'articolo - sono scioccati da quello che sta succedendo a Roma, e giustamente. E' sbagliato sfruttare la disperazione di disabili e malati terminali ed alimentare false speranze di rapide guarigioni - si legge ancora - . Ed è sbagliato cercare di usare questi pazienti come animali da laboratorio, bypassando le agenzie regolatorie, come il Parlamento italiano sembra voler fare".
La rivista ricorda come con cellule staminali adulte si siano già ottenuti alcuni successi clinici, per esempio nel trapianto di midollo osseo per il trattamento della leucemia, nella coltivazione di porzioni di pelle per persone ustionate e nella rigenerazione di cornee. "Tuttavia - scrive la rivista - , speranze più ambiziose vanno mitigate. Molti trial clinici coinvolgono pazienti infusi con cellule staminali mesenchimali prelevate da midollo osseo, abbastanza facili da estrarre e coltivare". Queste cellule, utilizzate anche dal 'metodo Stamina', possono però "produrre solo ossa, cartilagine e cellule di grasso". Secondo Nature "resta invece da capire quanto queste staminali riescano a fare al di fuori della loro 'nicchia' biologica".
"Considerata l'emergenza delle malattie incurabili - prosegue l'editoriale - è fuori questione che sia cruciale un rapido passaggio dal banco di laboratorio al letto del malato. Ma è necessaria ancora tanta ricerca sui meccanismi biologici profondi di queste cellule. Alcuni trial approvati dalle autorità regolatorie possono portare a risultati utili". La strada è ancora lunga, ribadisce Nature, ma "almeno si tratta di sperimentazioni condotte sotto il controllo degli enti regolatori". Ciò che preoccupa gli scienziati sono invece le sperimentazioni senza regole. Tra le quali è evidentemente considerata anche l'esperienza della Stamina foundation.
"Molti scienziati in tutto il mondo - si legge nell'articolo - sono scioccati da quello che sta succedendo a Roma, e giustamente. E' sbagliato sfruttare la disperazione di disabili e malati terminali ed alimentare false speranze di rapide guarigioni - si legge ancora - . Ed è sbagliato cercare di usare questi pazienti come animali da laboratorio, bypassando le agenzie regolatorie, come il Parlamento italiano sembra voler fare".
La rivista ricorda come con cellule staminali adulte si siano già ottenuti alcuni successi clinici, per esempio nel trapianto di midollo osseo per il trattamento della leucemia, nella coltivazione di porzioni di pelle per persone ustionate e nella rigenerazione di cornee. "Tuttavia - scrive la rivista - , speranze più ambiziose vanno mitigate. Molti trial clinici coinvolgono pazienti infusi con cellule staminali mesenchimali prelevate da midollo osseo, abbastanza facili da estrarre e coltivare". Queste cellule, utilizzate anche dal 'metodo Stamina', possono però "produrre solo ossa, cartilagine e cellule di grasso". Secondo Nature "resta invece da capire quanto queste staminali riescano a fare al di fuori della loro 'nicchia' biologica".
"Considerata l'emergenza delle malattie incurabili - prosegue l'editoriale - è fuori questione che sia cruciale un rapido passaggio dal banco di laboratorio al letto del malato. Ma è necessaria ancora tanta ricerca sui meccanismi biologici profondi di queste cellule. Alcuni trial approvati dalle autorità regolatorie possono portare a risultati utili". La strada è ancora lunga, ribadisce Nature, ma "almeno si tratta di sperimentazioni condotte sotto il controllo degli enti regolatori". Ciò che preoccupa gli scienziati sono invece le sperimentazioni senza regole. Tra le quali è evidentemente considerata anche l'esperienza della Stamina foundation.
(Fonte)
Nell'editoriale, intitolato "Fumo e specchi", la rivista ripercorre la questione italiana, ricorda il voto del Senato e invita la Camera ad ascoltare la voce della scienza prima di votare il decreto Balduzzi sulle terapie a base di cellule staminali: "Trattamenti non regolamentati, come quelli offerti su base compassionevole dalla Stamina Foundation, in Italia, sono preoccupanti". Dopo il via libera del Senato al dl approvato dal governo, dunque, "la seconda Camera del Parlamento italiano deve ascoltare il monito indipendente degli esperti prima di votare per una 'deregulation' delle terapie con staminali".
"Il 10 aprile - si legge nell'articolo - i senatori hanno modificato un decreto già controverso con una clausola che svincolerebbe le terapie a base di staminali da ogni supervisione regolatoria, riclassificandole come un trapianto di tessuti", invece che come somministrazione di trattamenti paragonabili a medicinali. "Se la seconda Camera del Parlamento approva questo emendamento, l'Italia entrerà in disaccordo con le regole dell'Unione europea e della Food and Drug Administration americana, che definiscono le cellule staminali modificate al di fuori dal corpo come farmaci".
Nell'editoriale, intitolato "Fumo e specchi", la rivista ripercorre la questione italiana, ricorda il voto del Senato e invita la Camera ad ascoltare la voce della scienza prima di votare il decreto Balduzzi sulle terapie a base di cellule staminali: "Trattamenti non regolamentati, come quelli offerti su base compassionevole dalla Stamina Foundation, in Italia, sono preoccupanti". Dopo il via libera del Senato al dl approvato dal governo, dunque, "la seconda Camera del Parlamento italiano deve ascoltare il monito indipendente degli esperti prima di votare per una 'deregulation' delle terapie con staminali".
"Il 10 aprile - si legge nell'articolo - i senatori hanno modificato un decreto già controverso con una clausola che svincolerebbe le terapie a base di staminali da ogni supervisione regolatoria, riclassificandole come un trapianto di tessuti", invece che come somministrazione di trattamenti paragonabili a medicinali. "Se la seconda Camera del Parlamento approva questo emendamento, l'Italia entrerà in disaccordo con le regole dell'Unione europea e della Food and Drug Administration americana, che definiscono le cellule staminali modificate al di fuori dal corpo come farmaci".
Ma il caso Stamina non è l'unica ragione per cui Nature parla di un caso Italia. Sotto accusa c'è anche il meeeting internazionale che si svolto dall'11 al 13 aprile in Vaticano, sulle prospettive delle staminali adulte in medicina. "Dopo la fumata bianca che in Vaticano ha annunciato l'elezione del nuovo Papa - si legge nell'editoriale - una cappa ancora più cupa incombe sulla Città eterna. Una nebbia di confusione e di informazioni fuorvianti in materia di terapie a base di cellule staminali. Coloro che hanno acceso il fuoco del dibattito sostengono che stanno promuovendo il trasferimento della ricerca sulle staminali nella pratica clinica, così che malattie oggi incurabili possano essere trattate. Niente - tuona Nature - potrebbe essere più lontano dalla verità".
Non si tratta dello scontro eterno fra fede e scienza. La polemica è tutta sul terreno scientifico, con Nature che definisce il convegno in Vaticano "una performance senza vergogna". "Bambini malati - denuncia l'articolo - sono stati fatti sfilare per la televisione, condividendo il palco con aziende e scienziati che cercavano in tutti i modi di caldeggiare un passaggio accelerato alla pratica clinica delle loro terapie". Nel frattempo, "a pochi chilometri di distanza, al Senato italiano, i parlamentari erodevano ulteriormente la tutela per i pazienti fragili 'bersaglio' delle compagnie attive nel campo delle staminali".
(Fonte)
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