Gli Stati Uniti hanno deciso di pubblicare la "Lista Magnitsky": un elenco di 18 funzionari russi banditi dagli USA per una presunta violazione dei diritti umani. Le relazioni tra il colosso statunitense e la Russia si incrinano: il portavoce di Putin dichiara che la Russia risponderà a modo al gesto degli Stati Uniti. Questa nuova (e leggera) Guerra Fredda
non è sicuramente il massimo, visto il fatto che la Russia è impegnata
nella mediazione tra Corea del nord e USA per quanto riguarda il
"confronto nucleare".
Chi è Sergei Magnitsky?
Sergei Magnitsky era un avvocato russo, classe 1972, impiegato della Firestone Duncan. È morto il 16 novembre 2009 in carcere, dove era detenuto da quasi un anno con l'accusa di frode fiscale.
L'uomo
era un fervente attivista anti-corruzione in Russia e la sua morte
durante il periodo di custodia cautelare costituì un forte punto di
rottura nelle relazioni internazionali tra Russia e Stati Uniti. Tra le
cause ufficiali della morte si è parlato di una pancreatite mal curata o
di un'altra malattia che avrebbe portato all'arresto cardiaco. Gli USA,
invece, accusarono le autorità russe di aver operato azioni di tortura
nei confronti del detenuto tali da averlo portato fino alla morte.
Cos'è la "Lista Magnitsky"?
Nella
sua attività nella lotta alla corruzione dei funzionari russi,
Magnitsky denunciò vari elementi dell'amministrazione nazionale di
operare questa pratica. Secondo l'avvocato, il sistema di mazzette preso
in analisi muoveva fino a 230 milioni di dollari.
La "Lista" contiene i nomi di 18 dei principali funzionari imputati dall'inchiesta dell'uomo.
Dopo
un lungo tira-e-molla diplomatico tra Russia e USA, fatto di minacce e
azioni controverse (come la campagna di Putin contro le ONG) dall'una e
dall'altra parte, gli Stati Uniti hanno deciso di pubblicare l'elenco di
nomi. Il tutto, nella consapevolezza di scatenare l'ira
dell'amministrazione Putin.
"Independent" negli Stati Uniti e "Giornalettismo"
in Italia hanno ricostruito a dovere lo scambio diplomatico delle
ultime settimane, fatto di parole da parte di Ministri e portavoce russi
e di azioni dirette da parte degli Stati Uniti.
Sergej Lavrov,
Ministro degli Esteri russo, già a fine 2012, aveva avvisato che
l'eventuale pubblicazione dei nomi presenti sulla "Magnitsky List"
avrebbe provocato un forte strappo all'interno delle relazioni tra i due
Paesi. Le sue parole arrivavano nei giorni appena successivi
all'approvazione, da parte del Senato americano, di sanzioni economiche e
della negazione dei visti nei confronti degli appartenenti della lista.
Già allora si parlava della pubblicazione della lista, solo sotto forma
di minaccia. Lavrov commentò l'azione degli Stati Uniti dicendo: "Si credono ancora in Guerra Fredda".
Negli
ultimissimi giorni, la diplomazia statunitense aveva rilanciato la
possibilità di pubblicare quei nomi. Al che, sia Lavrov, sia Dmitry Peskov,
portavoce di Putin, si erano mobilitati per avvisare che l'eventuale
pubblicazione avrebbe portato un ulteriore punto di rottura nei rapporti
tra i due Stati. Peskov ha cercato di mantenere aperte alcune porte,
dichiarando che esistevano ancora margini di trattativa per evitare
ulteriori strappi. Lavrov, l'altro ieri, ha accusato gli Stati Uniti di
non aver sbagliato completamente la tempistica di questo gesto, perché
non hanno considerato la potenziale utilità della Russia come paese
mediatore dei rapporti con la Nord Corea.
Dopo
la pubblicazione della "Lista Magnitsky", sia il portavoce di Putin,
sia il Ministro degli Esteri non hanno commentato. Ha rilasciato una
dichiarazione, invece, Sergej Ryabkov, vice Ministro degli Esteri, che ha annunciato una risposta "equa ed equilibrata"
da parte della Russia. Tra le ipotesi avanzate da "Independent" si
parla di possibilità della pubblicazione di nomi di funzionari USA che
avrebbero violato diritti umani di cittadini russi: potrebbero essere
pubblicati i nomi di alcuni funzionari della CIA addetti ai programmi di
extraordinary rendition, oppure della gestione delle carceri segrete
internazionali o di contrabbandieri di armi.
Quali sono i nomi della Lista Magnitsky?
Il
Dipartimento del Tesoro USA ha pubblicato ieri questa lista di nomi di
cittadini di Russia, Ucraina, Azerbaijan e Uzbekistan già sanzionati dal
Senato USA in relazione alle accuse di violazione dei diritti umani.
Non sono precisati quali sarebbero i capi d'accusa, nella lista, ma i
quotidiani che si sono occupati dell'inchiesta hanno riassunto alcune
vicende.
Sono presenti i nomi di vari ufficiali della Polizia russa. Tra questi risalta il nome di Pavel Karpov, ex alto ufficiale attualmente impegnato in una causa giuridica in Gran Bretagna contro William Browder,
che accusa di diffamazione. William Browder è colui che sta portando
avanti la campagna dello stesso Magnitsky: è un finanziere di livello
internazionale, gestore di hedge fund di rilievo, CEO dell'Hermitage Capital Management,
società per cui lavorava anche l'avvocato morto. Karpov è tra gli
accusati di corruzione per aver facilitato una truffa miliardaria
(parlando di rubli) nei confronti dell'Hermitage C.M. e Browder è
imputato del processo in Gran Bretagna in quanto denunciato per
diffamazione da parte dell'ex ufficiale di Polizia.
Non
hanno aperto dei contenziosi giuridici altri due nomi legati alla
Polizia russa e accusati dalle inchieste di Magnitsky di aver
collaborato alla truffa all'Hermitage C.M.: i due funzionari Artem Kuznetsov e Oleg Silchengo.
Olga Stepanova,
funzionario del sistema delle imposte russo, è accusata, oltre di aver
facilitato la truffa all'Hermitage, di aver sfruttato personalmente,
assieme al marito, il meccanismo stesso della truffa.
(Fonte)
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