La guerra delle liste segrete a Cipro
I giornali hanno pubblicato i nomi dei 132 big della società cipriota
che hanno nascosto i loro patrimoni prima dell'intervento dell'Ue
I big della politica e dell’economia cipriota avrebbero trasferito
una parte consistente dei loro patrimoni all’estero prima
dell’introduzione del prelievo forzoso sui conti corrente. Nell’isola è
in corso una guerra delle liste, e tra i nomi pubblicati ci sarebbe
anche un parente stretto del presidente Anastasiades.
NUOVE RIVELAZIONI - A Cipro la situazione è sempre
più difficile. La crisi finanziaria che ha portato ad uno dei più severi
salvataggi della storia ora si sta trasferendo all’economia reale. La
recessione prevista per il 2013 avrà dimensioni epocali, probabilmente
nell’ordine di un contrazione della ricchezza nazionale superiore ai
venti punti percentuali. Un vero e proprio tracollo che rende ancora più
gravi le difficoltà vissute dai cittadini, duramente colpiti dalle
aspre restrizioni ai movimenti di capitale introdotte per evitare la
fuga dei risparmi dall’isola. La drammatica situazione economica e
sociale vissuta sull’isola aumenta l’asprezza della lotta politica. A
Cipro in questi giorni, come rimarca il settimanale Der Spiegel,
è in corso una vera e propria guerra della liste che rivelano chi, tra i
“potenti” di Nicosia, ha trasferito le proprie ricchezze all’estero
prima che arrivassero le draconiane misure sui conti corrente imposte
dai creditori internazionali. Tra i nomi coinvolti ci sono personalità
di spicco, e come sottolinea con grande evidenza Bild, perfino un parente stretto del presidente di Cipro, NiKos Anastasiades.
LEGAME SOSPETTO - Secondo le ultime rivelazioni il
genero del Capo dello Stato, che è anche capo del governo di Nicosia, si
sarebbe tutelato dal blocco dei capitali imminente e dal prelievo
forzoso spostando in Inghilterra ben 21 milioni di euro. Questo
trasferimento sarebbe stato operato, secondo le fonti locali, tramite un
bonifico effettuato dalla società di Ani Loutsios and Sond Ltd. Tra i
comproprietari di questa azienda c’è infatti il marito della figlia di
Anastasiades, e si sospetta che questa non sarebbe l’unica operazione di
tutela dei propri patrimoni condotta dalla famiglia più potente
dell’isola. L’operazione che ha permesso a Ani Loutsios and Sond Ltd di
portare 21 milioni di euro all’estero sarebbe avvenuta il 14 ed il 15
marzo, ovvero poco prima che le autorità europee imponessero ai
recalcitranti governanti di Cipro di introdurre un prelievo forzoso sui
depositi bancari più ricchi. Proprio Anastasiades sarebbe uno dei
principali responsabili della correzione, poi bocciata, della misura,
che spalmava a tutti i conti corrente, anche quelli inferiori ai 100
mila euro, la tassa speciale o per certi versi l’haircut del credito, la
misura è equivalente, voluto dai creditori internazionali.
TANTI NOMI - Il caso che riguarda il presidente di
Cipro è la vicenda più controversa della lista dei 132 nomi comparsa nei
giorni scorsi sui maggiori giornali dell’isola, così come greci. In
questa lista ci sono i nomi delle singole persone, così come delle
società, che nella prima metà di marzo hanno trasferito 700 milioni di
euro verso l’estero, proprio come ha fatto l’azienda del genero di
Anastasiades. Tra i vari nomi sono presenti le maggiori compagnie
energetiche così come armatori, noti studi legali e perfino società
pubbliche. Per il quotidiano greco “Proto Thema” esiste il sospetto
fondato che l’operazione si sia basata su informazioni riservate
rivelate da chi stava trattando con l’Unione europea al fine di ottenere
i crediti per evitare la bancarotta. Una sorta di “insider trading” che
rivelerebbe un’enorme responsabilità della classe dirigente cipriota
sulla crisi che ha sconvolto l’isola.
INCHIESTA SUI BIG - Le rivelazioni hanno scioccato
l’opinione pubblica. Il presidente Anastasiades ha respinto ogni accusa,
sottolineando come il trasferimento della società del genero sia stato
sì effettuato, ma che si trattasse di una normale operazione
commerciale. Ai clienti delle due maggiori banchi cipriote, Bank of
Cyprus e Laiki, con depositi superiori ai 100 mila euro è stato imposto
un taglio dei loro risparmi pari al 60%. La “guerra delle liste” che sta
andando in scena sull’isola in questi giorni evidenzia quanto questa
misura draconiana abbia letteralmente spaccato le èlite, che ora si
combattono a colpi di dossier rivelati sulla stampa. Le accuse di
giornalisti e politici sono numerose, ed anche gli stessi sostenitori
del presidente hanno messo nel mirino Anastasiades. Per uscire
dall’angolo il Capo di Stato, insieme al Parlamento, ha nominato una
speciale commissione di inchiesta, composta da magistrati, che dovrà
fare luce sul caso che sta rendendo ancora più amara una crisi sociale
di dimensioni epocali.
(Fonte)
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