Codici raccoglie l’incredibile storia di Salvatore Varano, tributarista di Catanzaro.
Neanche i suoi vent’anni di esperienza in contenziosi tributari lo
hanno preservato dalle maglie di Equitalia. Per il tributarista l’inizio
dell’incubo risale ad una telefonata, il 15 febbraio: un suo cliente
gli racconta di aver ricevuto un pignoramento con il suo nome da parte
di Equitalia.
Cosa era successo? Salvatore scopre di avere quattro
cartelle da pagare, per un totale di 135.000 euro. Il problema è che le
notifiche di queste cartelle non sono mai arrivate. Dopo il
pignoramento della casa e delle automobili, Equitalia decide di passare
alla terza fase, cioè il pignoramento dei crediti certi. Pare infatti
che Equitalia possa anche pignorare un credito. Viene cioè coinvolta una
terza persona, in questo caso un cliente del signor Varano, al quale
viene notificato che i soldi che deve dare al tributarista devono andare
direttamente ad Equitalia.
L’agenzia di riscossione in questo modo, tramite
pignoramento sui terzi, ha creato non pochi problemi alla clientela del
signor Varano: quest’ultimo ha ricevuto telefonate da parte di clienti
preoccupati, pensando che Equitalia cercasse proprio loro. In altri
casi, persone anziane si sono spaventate a tal punto da essere colte da
malore perché, non capendo la missiva, pensavano di dover pagare loro
stessi i 135.000 euro. Ben dieci clienti si sono spaventati e hanno
rescisso il rapporto di consulenza.
Come se non bastasse il credito del signor Varano cresce a vista d’occhio.
La somma sta infatti aumentando di giorno in giorno di 525 euro: al 15
febbraio 2013 era 135 mila euro, al 28 febbraio era salita a 139 mila
euro. Facendo rapidi calcoli a fine anno il debito di Salvatore Varano
arriverà a 171 mila euro in più.
Il tributarista ha denunciato la vicenda al Garante
del Contribuente e al Garante della Privacy. Equitalia ha infatti
ricavato i dati dall’elenco clienti e fornitori, quindi ora tutti i
clienti del signor Varano sanno del debito pendente. E il rispetto della
privacy dove è andato a finire?
Al Garante del Contribuente, invece, il tributarista
ha chiesto il risarcimento danni, contestando innanzitutto “i modi
barbari e da regime di polizia tributaria che opera Equitalia sulla
legislazione fiscale” (vedi il video su www.spazioconsumatori.tv).
“Questi meccanismi sono molto pericolosi – commenta
Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici – perché possono far
entrare nel panico le persone che ricevono cartelle esattoriali con
importi elevati e non sanno come pagarle. Per questo motivo il Codici ha
ha lanciato la Petizione Popolare Nazionale contro Equitalia, per
chiedere al Parlamento e al Governo italiano la revisione del sistema di
riscossione dei debiti” (Per firmare la petizione cliccare qui).
Per vedere il servizio completo “Equitalia. Le mie cartelle lievitano di 525 euro al giorno” clicca qui.
(Fonte)
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