Roma, 16 apr. Il premio
Nobel Dario Fo, uno dei dieci nomi scelti dal Movimento 5 Stelle al
primo turno delle 'quirinarie', attacca il presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, e i saggi da lui nominati che "hanno
dimostrato la loro stoltaggine assoluta", osservando che il loro
lavoro è "uno straordinario inciucio" con Silvio
Berlusconi che, grazie alle loro proposte, "non si può
toccare".
"Il gruppo degli
scelti - scrive Dario Fo sul blog di Beppe Grillo - si è chiuso
dentro un pensatoio sterilizzato tutto stucchi e merletti e, dopo
giorni di solfeggi, minuetti, cori e contrappunti, ha trasformato le
vecchie regole ormai decrepite in leggi ed emendamenti diversi
riuscendo a non cambiare nulla, anzi producendo il peggio. I
facilitatori scelti, proposti dal capo dello Stato, hanno partorito
un catalogo che è piaciuto da pazzi a Berlusconi, tanto che nella
notte l'hanno veduto e sentito danzare e cantare abbracciato a ninfe
voluttuose nel parco di Arcore".
"Tutti sono d'accordo
- sottolinea Fo - sulle modifiche alla giustizia e soldi alla
politica. La parola Giustizia allude subito a Berlusconi che riceverà
tutti i vantaggi di un inciucio straordinario. Secondo le proposte
dei saggi, il cittadino di Arcore non si può toccare! Grazie al
progetto dei saggi avrà diritto a tutti i rimandi, a cancellare le
sedute pericolose, a tirare via col tempo e le scadenze. In poche
parole andrà libero e felice dove gli pare e continuerà a far
politica senza alcun veto o mugugno di chi gli vuol male. Le
intercettazioni non varranno più un cazzo! Pardon, un fico secco".
"Per quanto riguarda
le sovvenzioni dello Stato alla politica - osserva Fo - anche qui
guai a chi le tocca. Sarebbe una grave ingiustizia togliere quella
mappata di milioni dalle tasche dei partiti e costringerli a
restituirle ai cittadini che sono alla disperazione e non sanno come
tirare a campare. Se tutti i partiti non saranno nella possibilità
di ottenere un sostegno dallo Stato, ci sarà chi potrà godere del
privilegio di ottenere finanziamenti dagli industriali e dai gruppi
di potere e gli altri si dovranno arrangiare facendo la questua fra i
nullatenenti. La politica non si può fare con la carità. Sarebbe
indegno e antidemocratico, giacché è umiliante controllare il
misero denaro offerto dai pezzenti".
(Fonte)
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