Bocciate le mozioni di Movimento Cinque Stelle, Sel e di
alcuni senatori del Pd. Passa invece quella di Zanda e Schifani che chiede di
non comprare aerei senza autorizzazione del Parlamento ma che di fatto non fa
uscire l’Italia dal progetto degli F 35 come volevano i partiti di opposizione
governativa. L’Italia resta nel progetto militare come vuole l’esecutivo Letta
e come ha detto oggi in aula il ministro della Difesa Mario Mauro.
Il giorno è arrivato. Dopo numerosi rinvii dovuti alla
protesta del Pdl a causa della Cassazione che ha fissato al 30 luglio il
processo Mediaset dove è imputato Silvio Berlusconi e dopo le numerose proteste
della popolazione nell’aula del Senato sono state respinte le prime tre
mozioni che chiedevano al Governo di ritirarsi dal progetto degli F 35. Nonostante
i voti favorevoli di una parte di Pd Sel e del Movimento Cinque Stelle. La
prima, che aveva come primo firmatario la senatrice di Sel Loredana De Petris,
ha ottenuto 58 sì e 199 no, quella di Pd e Sel. Quella presentata dal primo
firmatario Felice Casson è stata respinta con 29 sì 169 no e 67 astenuti
tra cui anche i parlamentari del Movimento Cinque Stelle. Che alla loro
mozione, la terza, hanno ottenuto 55 sì, 209 no e 29 astenuti. Il
ministro della Difesa Mario Mauro, intervenuto questa mattina in aula aveva
dato parere contrario alle tre mozioni che chiedevano all’Italia di ritirarsi
dal progetto degli F 35. Approvata invece con parere favorevole del
Governo, la quarta firmata da tutti i partiti con la quale si chiede in di
bloccare l’acquisto di ulteriori aerei caccia bombardieri senza il parere del
parlamento. Ma che di fatto non porta l’Italia ad uscire dal progetto. Questa
mozione ha ottenuto 202 sì, 55 no e 15 astenuti. Voto contrario soltanto di una
parte del Pd,del Movimento Cinque Stelle e di Sel.
LE MOZIONI - Vediamo ora cosa si proponevano le mozioni presentate al Senato. Nella prima firmata da De Petris, Barozzino, Cervellini De Cristofaro, Petraglia, Stefano, Uras, Cirinnà, Spilabotte, Granarola, Mastrangeli, Ricchiuti e Puppato (tutta a marca Pd- Sel) si chiedeva di abbandonare il progetto.
Qui si ricorda cosa è il Joint strike fighter chiamato F 35.
Cacciabombardiere di quinta generazione capace di trasportare anche
ordigni nucleari con caratteristichestealthenet-centriche, ovvero bassa
rilevabilità da parte dei sistemiradare capacità di interazione con tutti i
sistemi di comunicazione presenti sullo scenario di guerra, decolla ed atterra
in verticale e viaggia a velocità supersoniche.
Il progetto per la realizzazione di questo velivolo è frutto
di un accordo tra gli Stati Uniti e 8 Paesipartner, tra cui l'Italia,partnerdi
secondo livello, che prevede la realizzazione di 3.173 velivoli per un costo
complessivo stimato di 396 miliardi di dollari, anche se nessuno, allo stato
attuale, è in grado di quantificare il costo finale dell'intero progetto e
quindi di ogni singolo aereo, comunque oggi stimato intorno ai 190 milioni di
dollari.
Tra i Paesi partner sono sempre crescenti i dubbi su questo
progetto. La Gran
Bretagna deciderà il numero degli aerei da acquistare dopo la
pubblicazione del Defence and Security Review, nel 2015. L'Olanda ha avviato
un'inchiesta parlamentare a seguito di un pesante voto contrario. L'Australia non
userà l'F-35 come piattaforma esclusiva acquistando anche altri aerei. La Turchia ha rinviato
l'acquisto dei primi F-35. La
Norvegia ha minacciato di ripensare le sue scelte sul JSF.La Danimarca
ha riaperto la gara per decidere entro il 2015 di quale aereo dotarsi ed il Canada
ha sospeso la gara per l'acquisto del nuovo caccia.
In Italia nel 2009 le Commissioni Difesa di Camera e Senato,
esprimendo parere favorevole al programma, hanno posto alcune condizioni: la conclusione
di accordi industriali e governativi che consentano un ritorno industriale per
l'Italia proporzionale alla sua partecipazione finanziaria, anche al fine di
tutelare i livelli occupazionali. La fruizione da parte dell'Italia dei
risultati delle attività di ricerca relative al programma.
Ora però il Parlamento ha recentemente approvato una legge
delega al Governo che prevede un taglio di 30.000 militari e del 30 per cento
delle strutture, portando i risparmi conseguiti all'investimento, in particolare
sull'F-35. Il programma però è diventato un progetto dal costo elevato a
fronte di prestazioni peraltro incerte e non corrispondente alle esigenze
difensive del nostro Paese, con ricadute industriali ed occupazionali molto
lontane dalle aspettative. Per questi motivi e altri di natura ambientale non
solo hanno chiesto di bloccare il progetto F 35 ma anche di procedere in
tempi rapidi ad un'attenta ridefinizione del modello di difesa italiano sulla
base del dettato costituzionale e della nostra politica estera, affermando un
ruolo centrale per la politica europea e sostenendo il ruolo dipeacekeepingper
le forze armate.
Le somme risparmiate dovrebbero andare a un programma
straordinario di investimenti pubblici legati alla messa in sicurezza degli
edifici scolastici e del territorio nazionale a rischio idrogeologico.
IL PD SI SVEGLIA - Questa mozione, che in egual misura
puntava alla sospensione del progetto F 35, vuole anche che il denaro
risparmiato venga destinato alla sicurezza dei lavoratori.
E’ stata firmata dai senatori Casson, Amati, Cirinnà,
Dirindin, Tocci, Puppato, Granaiola, Mineo, Capacchione, Lo Giudice, Ruta,
Filippi, Lumia, Pezzopane, Ricchiuti, Padua e Albano.
I piddini hanno inteso ripercorrere tutte le fasi che
hanno portato al progetto e all’adesione dell’Italia. Fin da quando nel 1996
tramite il ministro Beniamino Andreatta l’Italia aderì ed entrò nella fase
concettuale dimostrativa. Passando per la fase understanding del 2007 fino allo
stanziamento di un finanziamento del 2009 per la costruzione di uno
stabilimento a Cameri (Novara) per l’assemblaggio dei velivoli.
Al momento attuale la questione non è risolta per gli
inconvenienti tecnici che la
Lockheed deve superare sul prototipo;l'Aeronautica italiana
si dichiara interessata all'acquisto di 133 velivoli (ridotti a 90 dal Governo
tecnico di Monti). Il Governo ottiene in cambio la possibilità di eseguire il
montaggio delle semiali in uno stabilimento che l'Italia dovrebbe mettere a sue
spese in funzione a Cameri. Anche sulla base di questo piano di acquisti e poi
finanziario, lo stabilimento di Cameri ottiene un finanziamento di 1,5 miliardi
di euro. I lavori sono iniziati nel 2010 e avrebbero dovuto concludersi nel
2012;
Il costo del velivolo al momento non è fissato e viene
stimato in una cifra che va dai 110 ai 200 milioni di euro ciascuno. Il
programma, nella sua totalità registrerebbe un costo non ancora esattamente
definibile ma comunque in nessun modo inferiore ai 12 miliardi di euro
complessivi e si articolerebbe nell'arco di 12 anni. Per questi motivi si
chiede di a sospendere immediatamente la partecipazione italiana al programma
di realizzazione dell'aereo JSF/F-35;di procedere, in prospettiva europea,
ad una visione strategica della politica di difesa; destinare le somme
risparmiate ad investimenti pubblici riguardanti la tutela del territorio
nazionale dal rischio idrogeologico, la tutela dei posti di lavoro, la
sicurezza dei lavoratori.
5 STELLE CONTRO TUTTI - Questa terza mozione è stata
presentata dai senatori del Movimento Cinque Stelle. In particolare da
Battista, Cotti, Bignami, Marton, Airola, Anitori, Bencini, Bertorotta, Blundo,
Bocchino, Bottici, Buccarella, Bulgarelli, Campanella, Cappelletti, Casaletto,
Castaldi, Catalfo, Ciampolillo, Cioffi, Crimi, De Pietro, De Pin, Donno,
Endrizzi, Fattori, Fucksia, Gaetti, Gambaro, Giarrusso, Girotto, Lezzi, Lucidi,
Mangili, Martelli, Mastrangeli, Molinari, Montevecchi, Moronese, Morra,
Mussini, Nugnes, Orellana, Paglini, Pepe, Petrocelli, Puglia, Romani Maurizio,
Santangelo, Scibona, Serra, Simeoni, Taverna, Vacciano.
Tutti ci ricordano che le principali missioni assegnate al
progetto JSF (Joint strike fighter) sono quelle di: interdizione di profondità,
distruzione delle forze aeree avversarie, attacco strategico, difesa aerea,
appoggio tattico, controaviazione offensiva.
Successivamente si ricostruiscono le fasi principali del
progetto già enunciate nell’interrogazione di Sinistra Ecologia e Libertà.
Poi si ricorda che il programma è articolato in cinque fasi:
1) CDP (Concept demonstration phase svoltasi tra il 1996 e il 2001) che ha
portato alla definizione del JSF operational requirement document (JORD); 2)
SDD (system development and demonstration), 2002-2012, che prevede sia lo
sviluppo dei sistemi del velivolo che la produzione di 23 esemplari; 3) PSFD
(production, sustainment and follow-on development), a partire dal 2011, in cui vengono
definite le partecipazioni industriali, l'impegno economico e i requisiti dei
singolipartner, i quali verranno coinvolti nello sviluppo, produzione etest; 4)
LRIP (low-rate initial production), inizio 2012 e conclusione indicativa nel 2016, in cui avverrà una
produzione a basso ritmo con consegne di 12 velivoli al mese per Stati Uniti, 3
per ipartnerinternazionali e 7 per l'export; 5) FRIP (full rate production),
produzione a pieno regime, a partire dal 2016.
Per questo motivo si impegna il Governo ad
abbandonare, in via definitiva, il programma per la produzione e l'acquisto dei
previsti cacciabombardieri JSF, ponendo in essere ogni utile azione al fine di
risolvere il contratto d'acquisto dei velivoli; favorire la riconversione
dell'industria legata alla produzione delle armi allo scopo di tutelare i
lavoratori impegnati nel comparto; procedere in tempi rapidi ad un'attenta
ridefinizione del modello di difesa italiano sulla base del dettato
costituzionale; subordinare qualsiasi decisione sui sistemi d'arma da acquisire
alla stessa definizione del modello di difesa; definire un percorso che preveda
finanziamenti selettivi, attraverso i quali individuare le priorità e le reali
necessità del comparto, investendo minori risorse economiche, da utilizzarsi
meglio al fine di portare l'Italia in linea con gli altri Paesi europei; destinare
le somme del programma per l'acquisto degli F 35 al finanziamento di attività
quali: attribuzione di un reddito di cittadinanza;peacekeepinge soluzione non
violenta dei conflitti; attivazione di un programma straordinario di
investimenti pubblici riguardanti piccole opere e finalizzato alla messa in
sicurezza degli edifici scolastici; tutela del territorio nazionale dal rischio
idrogeologico; realizzazione di un piano pluriennale per l'apertura di asili
nido; attivarsi presso la Nato
e gli Stati Uniti per chiedere un'immediata rimozione di qualsiasi ordigno
nucleare presente sul territorio italiano.
IL DUO ZANDA-SCHIFANI - La quarta mozione, quella del
senatore Zanda del Pd e di Schifani del Pdl sottolineando che l'articolo 52
della Costituzione recita che: “La difesa della Patria è sacro dovere del
cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti
dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del
cittadino, né l'esercizio dei diritti politici. L'ordinamento delle Forze
armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”.
I senatori hanno anche considerato che si rende sempre
più necessario il potenziamento delle politiche finalizzate alla prevenzione
dei conflitti, da conseguire con puntuali attività diintelligencee di
rafforzamento delle relazioni diplomatiche fra i vari Paesi, nonché con forti
azioni di sostegno a favore delle forze armate, della cooperazione
internazionale e del volontariato civile e religioso impegnato nei teatri di
guerra.
Per questo hanno chiesto al governo di dare impulso, a
partire dal Consiglio europeo di dicembre, a concrete iniziative per la
crescita della dimensione di difesa comune europea in una prospettiva di
condivisa razionalizzazione della spesa.
Relativamente al programma F-35, a non procedere a nessuna
fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel
merito
(Fonte)
Nessun commento:
Posta un commento