Cara Emma,
credo che, dal 1945, non ci sia mai stato un momento più confuso e
umiliante nella politica estera italiana, che vuol dire immagine e
reputazione. Credo che dal 1945 non ci sia mai stato un ministro degli
Esteri più competente, creduto, autorevole. Perché tace quel ministro di
fronte a questa politica? Per esempio, l’ambasciatore kazako, quello
che ha dato gli ordini come se fosse un ministro italiano, va cacciato
subito. Per esempio, l’Italia deve esigere protezione e rimpatrio
immediato per la donna e la bambina, se non è troppo tardi. Mi domando
se perfino un personaggio della triste reputazione di Nazarbayev,
dittatore a vita del Kazakistan, potrebbe tenere testa alla presenza del
ministro degli Esteri italiano che va a riprendersi la donna e la
bambina rapite con corruzione e inganno. Da chi aspettarsi , se non da
te, un intervento fermo, irrinunciabile come quello che hai avuto in
Afghanistan, contro retoriche falsità e bugie, come è avvenuto in tanti
episodi della tua vita! Non c’è bisogno che ti dica la stima che ti
meriti da una vita, o che ripeta l’amicizia che conosci bene.
Ma c’è bisogno, urgente, drammatico, e sentito da molti (specialmente
da coloro che si associano alla prima frase di questa lettera), di
ripensare a ciò che è successo dal 28 maggio in avanti fra Casal
Palocco, Roma e Ciampino. Qualcosa che più lo si copre di dichiarazioni
palesemente non vere e di autorevoli esortazioni “a tener duro e a
continuare” (sì, ma che cosa?) e più diventa uno sgradevole puzzle a cui
mancano pezzi essenziali per rivelare almeno una parte di verità.
Continuiamo a sentirci ripetere la comica (in questo caso tragica) frase
di chi viene sorpreso nel letto sbagliato, secondo cui “le cose non
sono come sembrano”. Le cose infatti non possono essere come sembrano.
Perché la narrazione di Alma Shalabayeva al Financial Times è la storia
di un gravissimo reato di Stato che ha fatto il giro del mondo e mostra
che alla nostra polizia è stato ordinato di comportarsi come le polizie a
pagamento di quei Paesi della droga dove criminalità e forze
dell’ordine sono speculari, come lo è la reciproca illegalità.
Tutto ciò purtroppo in Italia è già successo, basti pensare ai
crimini commessi da alcuni poliziotti a Genova su diretto mandato di
alcuni politici. Ma se in questi casi brandelli di verità sono affiorati
nel tempo a causa della tenacia di alcuni giudici e vi sono state
alcune (ma solo alcune) condanne, si deve al fatto che il contenitore
del potere era omogeneo (tutta la stessa gente) ed è rimasto a lungo
intatto. Ecco che cosa si aspettano, invece, molti italiani, adesso, in
quest’altra grave e disumana avventura (rapimento con violenza di donna e
bambina per obbedire agli ordini di un dittatore in grado di
compensare): si aspettano la voce di Emma Bonino. Emma, conta poco se il
ministero degli Esteri sia stato o no coinvolto, come avrebbe dovuto
avvenire, nella “r e ndition” (di questo si tratta) su ordinazione
straniera, attraverso la cattura, con una paurosa messa in scena che non
sapevamo fosse possibile in Italia, della moglie e della figlia bambina
di un dissidente ricercato.
Conta che in questo strano periodo e in questo assurdo governo, sia
accaduto che Emma Bonino sia il ministro degli Esteri. Conta che Emma
Bonino sia Emma Bonino. Dunque non solo una persona in grado di dirci se
e perché il suo ministero è stato messo da parte, ma come tutto ciò sia
potuto avvenire in violazione persino delle apparenze che spesso,
ipocritamente, coprono i reati peggiori. Ormai sappiamo che una donna e
una bambina sono state terrorizzate e poi rapite per volere e su ordine
di un governo straniero che in Italia comanda. Infatti è chiaro che quel
governo voleva procurarsi una donna e una bambina come ostaggi, con
probabile destinazione il carcere e l’orfanotrofio. Quel governo lo
voleva, lo ha ordinato, lo ha ottenuto, dall’Italia e a Roma, nonostante
i documenti, i permessi, i passaporti in regola (che però il ministero
degli Esteri ha disconosciuto, come se fosse disinformato e incompetente
(nel senso di privo di responsabilità), lasciando trascorrere il tempo
che ha permesso il rapimento. Ora ci dicono che i soli colpevoli sono
degli impiegati di un ministero (dell’Interno), forse dell’altro (degli
Esteri). Ma agli Esteri, ripeto, la titolare è Emma Bonino, che non ha
mai mentito come Alfano, e ha un passato molto diverso.
Questo gli italiani lo sanno e per questo aspettavano e aspettano, la
sua versione dei fatti, che non è quella di Alfano, vistosamente falsa e
ingiustamente truccata a danno dei sottoposti. Tutto ciò ti riguarda,
come riguarda me e tutti coloro che (molte volte insieme a te) si sono
battuti per la difesa, per la salvezza di tante Alma Shalabayeva e
bambina Alua, prelevate col terrore e la forza da Roma per farne dono a
un dittatore pericoloso. Non succedeva così con Gheddafi? Ma tu sei
stata sempre la prima a denunciare. Ecco, in tanti, adesso – anche
coloro che non capiscono tutto il ritardo che si è interposto tra i
fatti e la conoscenza collettiva dei fatti, e tutti i silenzi o i toni
bassi e appartati del ministero degli Esteri in questa tremenda
occasione – vogliono sentire la voce, la versione, il giudizio di Emma
Bonino. Poiché in molti sappiamo che tu non ti sei mai adattata ad
alcuna “ragione di Stato”, in molti restiamo in attesa.
Furio Colombo
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