L’Ungheria si riprende la propria sovranità economica
e con una nota che non lascia spazio a dubbi invita, senza giri di
parole, i rappresentati del Fondo Monetario Internazionale a fare le
valigie. Niente più controlli, niente più uffici a Budapest e niente più
funzionari nei corridoi della banca centrale.
Alla vigilia delle elezioni politiche il governo di Viktor Orbàn
ha voluto quindi dare un segnale forte alla popolazione. Dopo aver
goduto degli aiuti del FMI per quasi 5 anni, il Paese è pronto a riavere
la propria sovranità e non ha intenzione di aspettare.
Con un
atto che va molto al di là del suo puro aspetto simbolico, il
governatore della banca centrale ungherese György Matolcsy ha chiesto ai
rappresentanti del Fondo di andare via e chiudere tutti gli uffici di Budapest.
La lettera
Lo stesso capo dell’istituto centrale ha inviato una lettera al presidente del FMI Christine Lagarde, nella quale chiarisce le motivazioni di tale decisione.
In particolare, Matolcsy avrebbe sottolineato che l’Ungheria, avendo già restituito gran parte del prestito di 20 miliardi
di euro contratto in seguito alla grave crisi finanziaria del 2008 che
stava portando il Paese al tracollo, sarebbe arrivata alla conclusione:
“che non è più necessario mantenere un ufficio di rappresentanza dell’FMI".
Se non è un foglio di via, ci si avvicina parecchio.
Ma ciò che colpisce ancora di più è l’intenzione del Governo Orbàn di restituire con largo anticipo i restanti 2,2 miliardi di euro dovuti all’organismo internazionale.
Il
termine previsto per il rimborso scade infatti il 31 marzo del prossimo
anno, ma dato che l’Ungheria i soldi li ha già, ma che soprattutto non
ha più voglia di subire ingerenze da parte dell’ente di Bretton Woods,
l’esecutivo avrebbe deciso di pagare l’ultima tranche già a fine 2013,
in modo da sciogliere qualsiasi legame rimasto.
Le reazioni
Il
FMI per adesso abbozza, ma siamo sicuri che né Christine Lagarde, né
gli altri funzionari dell’organismo internazionale abbiano preso di buon
grado questa decisione.
Attraverso una nota, il Fondo sottolinea
come il mandato di Iryna Ivaschenko, sua rappresentante a Budapest, sia
vicino alla scadenza e, dal momento che "la presenza nei Paesi membri
avviene su invito" degli stessi, l’organizzazione non invierà nessun
altro funzionario a sostituire la Ivaschenko.
Bisogna sottolineare
inoltre che i rapporti tra il Governo di Budapest e il FMI non sono mai
stati proprio idilliaci. Nel corso di questi anni le frizioni erano state parecchie e oggi si è arrivati alla “soluzione finale”.
Da
oggi in poi l’Ungheria deciderà da sola sulla propria politica
economica, il Fondo Monetario Internazionale rivolga le sue attenzioni
altrove.
(Fonte)
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