G20, l'economia secondo Visco e Saccomani:
"Segnali positivi ma instabilità frena ripresa"
Al summit di Mosca tutto dedicato alla lotta
all'evasione fiscale e all'emergenza lavoro, il governatore della Banca
d'Italia e il ministro dell'Economia parlano dopo una riunione delle
autorità monetarie alla prese con le conseguenze della crisi. "L'Italia
meriterebbe uno spread più basso"
MOSCA - L'instabilità politica e istituzionale è
dannosa per la crescita. Ovvero "incide sulla capacità di cogliere le
opportunità della ripresa", dichiara Ignazio Visco, governatore della
Banca d'Italia dal palcoscenico del G20 di Mosca tutto dedicato alla
lotta all'evasione fiscale e all'emergenza lavoro. "L'Italia si
meriterebbe uno spread più basso", aggiunge il ministro dell'economia
Fabrizio Saccomanni. Con le sue parole: "Siamo usciti dalla procedura di
deficit eccessivo, le finanze pubbliche sono in ordine e la ripresa è
alle porte. Se confrontiamo la nostra situazione con quella di altri
paesi potremmo avere uno spread inferiore" a quota 300 circa, come è
oggi. In ogni caso, "non c'è un rischio Italia", sintetizza Visco.
Ministro
e governatore parlano nella conferenza stampa congiunta che chiude una
lunga, delicatissima riunione delle autorità monetarie dei paesi più
industrializzati del mondo, alle prese con una economia globale ancora
"fragile", una ripresa "discontinua", una disoccupazione che rimane
drammaticamente "elevata"(200 milioni di persone a spasso, secondo
calcoli sindacali) e un grave problema di elusione ed evasione fiscale
ad opera soprattutto delle multinazionali. Raccontano che, nel chiuso
delle riunione, si sono a lungo sviscerati i "rischi" che ancora gravano
sull'economia mondiale e a maggior ragione italiana, debole tra i
deboli, visto che "da sei anni non riesce a mettersi in carreggiata e
ci vorrà un sacco di tempo prima che ritrovi una crescita solida ",
puntualizza il governatore. Ora però la ripresa è alle porte:
Saccomanni la colloca a brevissima scadenza, Visco a partire dal "
quarto trimestre", sempre che sia garantito il bene prezioso della
stabilità politica e istituzionale.
Nella sua analisi proprio
questa incertezza "ha portato alla revisione del rating" nazionale da
parte di Standard&Poor's che "può essere giudicato non coerente con i
fondamentali economici". Per Saccomanni, anzi, non lo è proprio: lui
resta convinto che, con le misure prese dal governo, con il rispetto dei
saldi di bilancio, in nessun caso l'Italia meritava la bocciatura,
oltretutto destabilizzante per il paese in questa difficile fase. Oggi
aggiunge che bisognerebbe rendere "meno dipendenti" i paesi dai rating,
augurandosi che questa sia materia del Fsb, il Financial Stability board
incaricato di riscrivere l'ordine monetario globale. In ogni caso, per
quel che riguarda l'Italia, senz'altro il paese meriterebbe uno spread
minimo. A quota 100, aveva detto a Washington, lo scorso aprile, quando
ancora era direttore generale della Banca d'Italia . "E resto della
stessa opinione", puntualizza oggi.
Comunque, Visco è convinto
che "la strada maestra" per uscire dalla crisi è appunto la ripresa. Il
ministro fa capire che è allo studio un provvedimento per garantire i
finanziamenti alle imprese anche attraverso strumenti finanziari "più
ampi e più innovativi" . Il governatore approfitta dell'occasione per
assicurare che il sistema bancario nazionale è solido, che è stato
sottoposto a specifici stress test il cui risultato è inequivocabile:
"può resistere anche a choc importanti". Al bar dell'hotel Ritz,
quartier generale della delegazione italiana a Mosca, ministro e
governatore trovano anche il modo di scherzare sulle privatizzazioni,
un tema-caldo riemerso con l'ipotesi di cedere quote di Eni, Enel e
Finmeccanica avanzata da Saccomanni e accolta in Italia da un coro di
polemiche. "Abbiamo venduto tutto, eh"?, ironizza Visco. "Già, non c'è
più nulla", replica ridendo il ministro, prima di andarsene finalmente
in camera. Da stasera entrambi rientrano in Italia.
(Fonte)
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