lunedì 15 luglio 2013

In autunno stangata da 12 miliardi: e Saccomanni potrebbe attuare i prelievi forzosi dai conti

Le ripetute smentite del ministro Saccomanni la manovra d’autunno, o finanziaria che dir si voglia, potrebbe addirittura sfiorare i 20 miliardi di euro, di cui il 50% per “impegni presi in Europa”. A furia di rinvii tutti i nodi arriveranno al pettine subito dopo l’estate. E c’è il rischio, sempre più concreto, che vengano attuati prelievi forzosi dai conti correnti degli italiani. Ecco perché.

Le stesse movenze, un caso, un codice comportamentale o ... ci faranno il mazzo?

L’unica speranza per il Governo Letta sono le elezioni tedesche che potrebbero portare Angela Merkel ad essere più morbida nella richiesta di sacrifici.

I TRUCCHI DI SACCOMANNI - Come dimostrato più volte da Dagospia, Saccomanni ha già truccato le carte sui numeri del fabbisogno dello Stato. Nulla è giunto a Londra della promessa trasparenza tesoro e in Inghilterra giunge voce che nel prossimo anni l’Italia avrà un consistente aggravio di spesa per interessi sul debito.

La speranza del Ministero delle Finanze sta tutta nell’aumento del gettito Iva grazie all’effetto del pagamento dei debiti arretrati della Pubblica Amministrazione. Senza pensare che i crediti non incassati si finanziano con il debito e che le aziende useranno i soldi per rientrare dalle esposizioni creditizie.


BANCHE A SCOPO DI LUCRO - Gli istituti di credito sono invece impegnati a lucrare sulla bolla dei tassi creati da Draghi per reimmettere quei soldi nell’economia reale. Pagamenti che nei fatti svuoteranno ancora di più le casse dello Stato.

Come avvenuto nel caso Monte dei Paschi, che Saccomanni ha gestito quando era a Bankitalia, ci si nasconde mescolando le carte fino a quando la realtà non sarà drammatica e il premier Enrico Letta sarà costretto a chiedere ulteriori sacrifici agli italiani.

IMU D’AGOSTO - Secondo Repubblica l’obiettivo del Governo è togliere gli italiani dall’incertezza e riformare l’Imu in tempi rapidi.

Il ministro Saccomanni intanto tira dritto e, nonostante critiche e pressioni si prepara a mettere nero su bianco delle cifre prima di giovedì quando il governo dovrà trovare una sintesi politica sull’Imu e la copertura alternativa all’Iva.

Cosa accadrà? Se le soluzioni prospettate dai tecnici non saranno gradite dal Pdl e dal Pd ci sarà un rinvio politico all’autunno, con un nulla di fatto che possiamo già dare quasi per scontato.
Questi i nodi con cui il Governo dovrà fare i conti: Iva, Imu, Tares, ticket sanitari (11 miliardi in quattro), cassa integrazione in deroga (1,4 miliardi extra, le Regioni sono già ora a secco), cuneo fiscale, precari della pubblica amministrazione, piano lavoro per i giovani, dismissioni del patrimonio.

Per quanto riguarda l’Imu i tecnici del Tesoro lavorano alla "rimodulazione" dell'imposta sulla casa, da tempo indicata da Saccomanni come l'unica via per alleviare famiglie con figli, senza fare sconti agli immobili di lusso. Si tratta di una manovra da 4 miliardi e 82 milioni sulla prima casa.

Le ipotesi sono l’aumento delle detrazioni a 600 euro il legame con i metri quadri, aggancio al reddito misurato dall'Isee, ampliamento della platea "lusso" anche ad abitazioni signorili.

SPENDING REVIEW? - Ed è concreto il rischio di ritrovarsi di nuovo davanti ad una spending review. Che non sarà di certo lineare e nemmeno indolore come i governanti vorrebbero far credere.

Con una spesa per interessi sul debito pari a 80 miliardi di euro l’anno meno esosa del previso si può tenere lo spread sotto i 300 punti. Anche se il declassamento di Standard & Poor’s a BBB ci sottolinea che non tutto può essere dato per scontato. Così come il gettito fiscale da Iva che in sessanta giorni ha mobilitato 8 miliardi di euro.

Il quadro potrebbe mutare a settembre per consentire una riforma Imu davvero strutturale. E intanto si rifaranno i conti con la nota di aggiustamento al Def. A partire dal Pil del 2013 con un -1,3% stimato che ad aprile sarà -2 che significa allarme rosso per il rapporto deficit/ Pil sopra il tetto del 3%. Una situazione nera che porterò di certo l’Italia ad essere più povera.
 (Fonte)

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