martedì 2 luglio 2013

Verso la Terza Repubblica: nasce la Nuova Democrazia Cristiana, tra governo e partiti 2.0

L’obiettivo delle istituzioni è ricostruire un’ala moderata, trasversale, che possa governare il Paese. Esempio ne è la scelta dei ministri attuali e le mosse all’interno di Pd e Pdl. Con Renzi ed Alfano che potrebbero scontrarsi anche contro la volontà di un Cavaliere sempre più alle prese con il rilancio di Forza Italia e la Riforma della Giustizia per “punire” chi lo condanna. 



Una pacificazione che potrebbe andare al di là delle larghe intese che ci sono oggi al Governo dell’Italia. Pdl- Pd e Scelta Civica per ora hanno in mano il pallino delle grandi decisioni all’interno del Parlamento. Della rivoluzione dei montiani non abbiamo notizie. Si limitano ad appoggiare Enrico Letta e i suoi ministri e votano quello che c’è da votare. 

 Per il Pd e il Pdl non è così. La loro rivoluzione va al di là di congressi e cambi di casacca. E’ un cambiamento geopolitico in vista di una cosiddetta “terza Repubblica” che potrebbe non essere altro che una prima Repubblica sotto mentite spoglie e con maschera al viso allegata.

 Dalle rivoluzioni dei due principali partiti di governo rischia di nascere un “nuovo sistema democristiano” che potrebbe infiltrarsi all’interno degli attuali sistemi partitici. 


 I MINISTRI ATTUALI, PAROLA D’ORDINE: ESSERE MODERATI DENTRO 

 Basti vedere anche la squadra di governo che affianca oggi Enrico Letta: si tratta di ministri (Pd- Pdl e Scelta Civica) che nulla hanno a che fare con l’estremismo politico. 

Lo stesso presidente del consiglio di marca Pd, bilderberghino e aspeniano della prima ora, ha sempre favorito il dialogo all’interno delle correnti moderate di Pd e Pdl. E non a caso è finito in quel ruolo designato dallo stesso Napolitano. Anche Angelino Alfano, vicepremier Pdl, non proviene da quella parte del partito dichiaratamente estremista. Anzi ha iniziato la sua carriera politica proprio all’interno della Democrazia Cristiana Siciliana. Lo stesso vale per il ministro degli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi candidato di Scelta Civica per Monti. La sua carriera politica inizia sotto il governo Amato, noto per la sua moderazione. Stesso discorso anche per Graziano Del Rio entrato nella squadra di governo come ministro per gli Affari Regionali ma con un passato tutto cattolico. Nel Pd è infatti uno dei profughi dell’ex Margherita così come anche Dario Franceschini. 

 Carlo Trigilia invece è membro della Fondazione Italianieuropei diretta dai moderatissimi Massimo D’Alema e Giuliano Amato

 Democristiano doc è anche Gianpiero D’Alia candidato ora con l’Udc ma con un passato da figlio del deputato Dc Salvatore D’Alia e con nel curriculum l’inizio della sua carriera nel Ccd, movimento di Casini che voleva ricostruire da subito il grande centro dello scudo crociato. Passato da cattolico democratico anche per il pidiellino ministro della Difesa Mario Mauro che all’interno del partito di Silvio Berlusconi ha avuto l’onore di rappresentare niente poco di meno che il movimento di Comunione e Liberazione

 Proviene dallo scudo crociato anche Maurizio Lupi che prima di approdare al Pdl ha iniziato la sua carriera nel 1993 come consigliere comunale della Democrazia Cristiana a Milano. Degli altri ministri non ci sono tracce democristiane certe ma come possiamo vedere dal Pdl al Pd Enrico Letta ha messo in squadra una buona metà di ministri democristiani. Obiettivo: rinascita del grande centro e sfondare il muro della seconda repubblica per tornare alla prima travestita da terza.

 PD, CONGRESSO NEL 2013: E IL MODERATO RENZI TENTA DI METTERCI IL CAPPELLO 

 Cosa avviene nel Pd in vista della trasformazione da Seconda a Terza Repubblica? Ci si prepara al Congresso previsto nell’autunno 2013. E il democristiano Matteo Renzi tenta di mettere il cappello e assicurarsi sia la candidatura a premier della coalizione di centrosinistra che ad acquistare la carica di segretario. 

Cosa significherebbe mettere il sindaco di Firenze a capo del Pd? Significa sicuramente renderlo più moderato e far dirigere di prepotenza un segretario democristiano. Perché le origini politiche sono tutt’altro che comuniste al contrario di Guglielmo Epifani che arriva dalla Cgil e Pierluigi Bersani che di certo non ha mai avuto la tessera della Dc. 

Il padre di Renzi, Tiziano, è stato consigliere comunale di Rignano sull’Arno tra il 1985 e il 1990 in quota Dc. Lui invece si è iscritto prima al Partito Popolare Italiano e poi alla Margherita fiorentina. 

 Cosa sta facendo per assicurarsi un posto al sole? La dichiarazione, come riporta il Fatto quotidiano è stata rilasciata alla Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) . Queste le parole del sindaco di Firenze che vuole mettere definitivamente il cappello alla questione: “Chi vince le primarie aperte dovrebbe essere il candidato a guidare il governo”. Con questo prova a diffidare la segreteria di Guglielmo Epifani da qualsiasi proposta di separare la figura del segretario e quella del candidato premier. 

 Una regola secondo la quale chi sarà il nuovo segretario del Pd dovrà anche essere il candidato premier della coalizione di centrosinistra o di quel che ne rimane. E che il prossimo candidato premier del Pd non sia uno indicato da primarie di popolo. Renzi ha sottolineato che fino a quando non verranno stabilite regole certe non ci sarà una sua candidatura certa ma questa dichiarazione è di fatto una sua volontà di scendere in campo. 

 Con Renzi la pacificazione sarebbe più vicina. Un candidato democristiano che potrebbe piacere persino agli avversari, uno su tutti Berlusconi, che sta facendo anche lui le sue modifiche alla coalizione pensando alla rinascita di Forza Italia 2.0 con a capo sua figlia Marina. Che potrebbe anche preferirlo al suo stesso delfino Alfano. 

FORZA ITALIA 2.0 E LA “MISSION” DI BERLUSCONI: ELIMINARE ALFANO E PROPORRE SUA FIGLIA MARINA COME AVVERSARIA UFFICIALE DI MATTEO RENZI 


 Il Cavaliere ha specificato che il Popolo della Libertà non scomparirà del tutto ma Forza Italia farà parte della coalizione di centrodestra. Le dichiarazioni fuori dal coro di qualche esponente pidiellino vengono definite come “stimolo”. La sua voglia di rimanere in politica è dettata da un solo obiettivo: la riforma della Giustizia. Anche se la discesa in campo di Marina Berlusconi dovrà essere cosa concreta qualora la condanna per il processo Mediaset diventi definitiva. A quel punto il Cavaliere potrebbe diventare l’unico vero ostacolo al processo di pacificazione che invece potrebbe favorire la leadership di Alfano

 La grande Dc è più facile da realizzare con l’attuale segretario del Pdl e non con chi tenterà di esasperare gli animi con le sue guerrafondaie riforme del sistema giudiziario che porterebbero soltanto ad acuire la conflittualità. 

 L’obiettivo di Berlusconi sarà quello di far apparire il Pdl come una carcassa di vecchiume e proporsi con Forza Italia (un progetto che sembra nuovo ma che nuovo non è) che sembri invece uscito una specie di “nuovo pane” or ora dal forno e pronto da essere degustato. Per ora però resta tutta teoria. Perché non è scontato che dopo una condanna per prostituzione minorile e concussione e un’altra per frode fiscale il popolo del centrodestra abbia ancora voglia di credergli. 

E allora Alfano oppure chi governerà il Pdl in sua vece potrebbe essere pronto a creare la grande pacificazione con il Pd che porterà alla creazione ufficiosa della Nuova Democrazia Cristiana. Padrona assoluta della terza repubblica con le opposizioni che a destra potrebbero essere quelle di sempre e a sinistra partiti come Sel, Idv e Azione Civile di Antonio Ingroia.
(Fonte)
Stampa il post

Nessun commento:

Posta un commento