domenica 21 luglio 2013

LETTERA APERTA ALLA BONINO: IL TUO SILENZIO E’ INSPIEGABILE



Cara Emma,
credo che, dal 1945, non ci sia mai stato un momento più confuso e umiliante nella politica estera italiana, che vuol dire immagine e reputazione. Credo che dal 1945 non ci sia mai stato un ministro degli Esteri più competente, creduto, autorevole. Perché tace quel ministro di fronte a questa politica? Per esempio, l’ambasciatore kazako, quello che ha dato gli ordini come se fosse un ministro italiano, va cacciato subito. Per esempio, l’Italia deve esigere protezione e rimpatrio immediato per la donna e la bambina, se non è troppo tardi. Mi domando se perfino un personaggio della triste reputazione di Nazarbayev, dittatore a vita del Kazakistan, potrebbe tenere testa alla presenza del ministro degli Esteri italiano che va a riprendersi la donna e la bambina rapite con corruzione e inganno. Da chi aspettarsi , se non da te, un intervento fermo, irrinunciabile come quello che hai avuto in Afghanistan, contro retoriche falsità e bugie, come è avvenuto in tanti episodi della tua vita! Non c’è bisogno che ti dica la stima che ti meriti da una vita, o che ripeta l’amicizia che conosci bene.

Ma c’è bisogno, urgente, drammatico, e sentito da molti (specialmente da coloro che si associano alla prima frase di questa lettera), di ripensare a ciò che è successo dal 28 maggio in avanti fra Casal Palocco, Roma e Ciampino. Qualcosa che più lo si copre di dichiarazioni palesemente non vere e di autorevoli esortazioni “a tener duro e a continuare” (sì, ma che cosa?) e più diventa uno sgradevole puzzle a cui mancano pezzi essenziali per rivelare almeno una parte di verità. Continuiamo a sentirci ripetere la comica (in questo caso tragica) frase di chi viene sorpreso nel letto sbagliato, secondo cui “le cose non sono come sembrano”. Le cose infatti non possono essere come sembrano. Perché la narrazione di Alma Shalabayeva al Financial Times è la storia di un gravissimo reato di Stato che ha fatto il giro del mondo e mostra che alla nostra polizia è stato ordinato di comportarsi come le polizie a pagamento di quei Paesi della droga dove criminalità e forze dell’ordine sono speculari, come lo è la reciproca illegalità.

Tutto ciò purtroppo in Italia è già successo, basti pensare ai crimini commessi da alcuni poliziotti a Genova su diretto mandato di alcuni politici. Ma se in questi casi brandelli di verità sono affiorati nel tempo a causa della tenacia di alcuni giudici e vi sono state alcune (ma solo alcune) condanne, si deve al fatto che il contenitore del potere era omogeneo (tutta la stessa gente) ed è rimasto a lungo intatto. Ecco che cosa si aspettano, invece, molti italiani, adesso, in quest’altra grave e disumana avventura (rapimento con violenza di donna e bambina per obbedire agli ordini di un dittatore in grado di compensare): si aspettano la voce di Emma Bonino. Emma, conta poco se il ministero degli Esteri sia stato o no coinvolto, come avrebbe dovuto avvenire, nella “r e ndition” (di questo si tratta) su ordinazione straniera, attraverso la cattura, con una paurosa messa in scena che non sapevamo fosse possibile in Italia, della moglie e della figlia bambina di un dissidente ricercato.

Conta che in questo strano periodo e in questo assurdo governo, sia accaduto che Emma Bonino sia il ministro degli Esteri. Conta che Emma Bonino sia Emma Bonino. Dunque non solo una persona in grado di dirci se e perché il suo ministero è stato messo da parte, ma come tutto ciò sia potuto avvenire in violazione persino delle apparenze che spesso, ipocritamente, coprono i reati peggiori. Ormai sappiamo che una donna e una bambina sono state terrorizzate e poi rapite per volere e su ordine di un governo straniero che in Italia comanda. Infatti è chiaro che quel governo voleva procurarsi una donna e una bambina come ostaggi, con probabile destinazione il carcere e l’orfanotrofio. Quel governo lo voleva, lo ha ordinato, lo ha ottenuto, dall’Italia e a Roma, nonostante i documenti, i permessi, i passaporti in regola (che però il ministero degli Esteri ha disconosciuto, come se fosse disinformato e incompetente (nel senso di privo di responsabilità), lasciando trascorrere il tempo che ha permesso il rapimento. Ora ci dicono che i soli colpevoli sono degli impiegati di un ministero (dell’Interno), forse dell’altro (degli Esteri). Ma agli Esteri, ripeto, la titolare è Emma Bonino, che non ha mai mentito come Alfano, e ha un passato molto diverso.

Questo gli italiani lo sanno e per questo aspettavano e aspettano, la sua versione dei fatti, che non è quella di Alfano, vistosamente falsa e ingiustamente truccata a danno dei sottoposti. Tutto ciò ti riguarda, come riguarda me e tutti coloro che (molte volte insieme a te) si sono battuti per la difesa, per la salvezza di tante Alma Shalabayeva e bambina Alua, prelevate col terrore e la forza da Roma per farne dono a un dittatore pericoloso. Non succedeva così con Gheddafi? Ma tu sei stata sempre la prima a denunciare. Ecco, in tanti, adesso – anche coloro che non capiscono tutto il ritardo che si è interposto tra i fatti e la conoscenza collettiva dei fatti, e tutti i silenzi o i toni bassi e appartati del ministero degli Esteri in questa tremenda occasione – vogliono sentire la voce, la versione, il giudizio di Emma Bonino. Poiché in molti sappiamo che tu non ti sei mai adattata ad alcuna “ragione di Stato”, in molti restiamo in attesa.
Furio Colombo
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