martedì 30 luglio 2013

RIFORME COSTITUZIONALI: IL GOVERNO TI CONSULTA MA NESSUNO LO SA

SUL SITO DELL’ESECUTIVO, DUE QUESTIONARI SULLE MODIFICHE ALLA CARTA. PER RISPONDERE È OBBLIGATORIO REGISTRARSI. QUESITI COMPLICATI, FINALITÀ MISTERIOSA


Chissà quanti sanno dell’esistenza di una “consultazione pubblica sulle Riforme costituzionali”, promossa dall’omonimo ministero. Consultazione on line, che il sito del governo definisce “un’importante occasione di partecipare al processo di riforma e fornire indicazioni preziose per i lavori istituzionali”. Nel concreto, il sondaggio è composto di due questionari, uno breve e uno di “approfondimento” sui temi delle riforme, più di “una fase di discussione pubblica”: ancora da avviare e definire. La consultazione è partita l’8 luglio scorso e si concluderà l’8 ottobre. I risultati, assicura sempre il governo, “confluiranno in un rapporto che sarà consegnato alla presidenza del Consiglio”. Ma quanti hanno risposto sinora? Per ora, niente dati. “Siamo partiti solo tre settimane fa, i primi numeri verrano diffusi in agosto” fanno sapere dal ministero per le Riforme. Da dove raccontano che a volere la consultazione sono stati il ministro Quagliarello e il premier Letta. Come si partecipa materialmente “al processo di riforma”? Si parte dall’indirizzo http://www.partecipa.gov.it/ dove si trovano i questionari.

Si comincia con quello breve: “8 domande di facile comprensione, per rispondere servono almeno 5 minuti di tempo”, assicura l’introduzione . Prima però ci sono i preliminari: bisogna fornire la propria mail e rispondere a un elementare quesito (tipo “quanto fa 5+4?”). Quindi si riceve il link con le domande. E si parte: “Secondo te, l’attuale forma di governo deve essere modificata?”. Seguono 5 possibili, diverse risposte. Incluse le opzioni “altro” e “non so/nessuna risposta”. Dal ministero precisano: “È l’identico schema dei questionari dell’Istat” . Sotto ogni pagina, una nota informativa e un glossario. Si arriva al quarto quesito: “Secondo te, per migliorare l’efficienza del Parlamento, in quale ordine di priorità occorre intervenire sulle seguente opzioni?”. Sei le possibili repliche: obbligatorio decidere se è più urgente sul numero dei parlamentari piuttosto che “sulla trasparenza dell’operato del Parlamento”. Si scivola alla fine del questionario, e c’è la sorpresa: un modulo da riempire con la propria data di nascita, la residenza, il cap. Vanno indicati anche “il titolo di studio più alto conseguito” e la professione. Curiosamente, anche il settore in cui si lavora (non bastava il mestiere?). Se non si compilano tutte le caselle, il questionario non può essere inviato e le risposte non possono essere convalidate.

Tutto è opinabile: ma è facile sentirsi invasi dalla pioggia di richieste. Dal ministero ribadiscono: “Siamo sempre nella tipologia dei questionari Istat. E poi dobbiamo essere certi di chi risponde: parliamo della Costituzione”. Ci sarebbe anche il secondo questionario. Per compilarlo ci vogliono almeno “tra i 15 e i 30 minuti”. Il tenore delle domande sale. “A quale forma di governo ti senti più vicino?” è l’esordio. 

Riavvolgendo il nastro, si torna al-l’interrogativo di partenza: quanti sanno dei questionari? “Faremo iniziative pubbliche per renderli noti, li diffonderemo” assicurano. Ieri dalla Grecia ha parlato il premier Letta: “Sono molto contento della mediazione trovata (sul rinvio del ddl, ndr), io non mi sono mai impuntato”. La presidente della Camera Boldrini pronostica: “Le riforme? Penso che verranno approvate entro la fine dell’anno”. Sisto (Pdl), capogruppo commissione Affari Costituzionali della Camera, conferma la linea: “Nuova legge elettorale solo dopo la riforma, il ritorno al Mattarellum non sarebbe un ritocco”. Poi c’è Vincenzo Vita, più volte parlamentare Pd: “Ho firmato convintamente l’appello del Fatto, in un Paese come il nostro mettere mano alla Carta è assai rischioso”.
(Fonte)
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