martedì 9 luglio 2013

LO STATO? ... ASSENTE!

Lanzetta, il sindaco antimafia di Monasterace, si (ri)dimette

traduzione della scritta sulla maglietta: "una noce nel sacco non fa rumore"

Quando l'allora segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, il 12 aprile 2012 si fece ritrarre raggiante al suo fianco sotto il gonfalone municipale, l'(ex?) sindaco di Monasterace (Rc), Maria Carmela Lanzetta, teneva svogliatamente tra le mani una maglietta. Sopra, in dialetto reggino, c'era scritto: «Na nuci ‘nta nu saccu non faci scrusciu» ovvero, una noce nel sacco non fa rumore.

Lei – invece – di rumore (per qualcuno fastidioso) continuava e continua a farlo, eccome. Già perché quella maglietta la teneva in mano poco più di un anno fa, quando, da sindaco, era stata costretta a sventolarla al rientro delle sue (prime) dimissioni. All'epoca decise di mollare perché qualche buontempone – in un territorio divorato dalla ‘ndrangheta a partire dalla potentissima cosca Ruga – la minacciava un giorno si e l'altro pure per la sua opera di fiera intransigenza all'illegalità, costringendola a vivere scortata. Nulla di straordinario: ordinaria, corretta e rispettosa amministrazione, la qual cosa in Calabria diventa spesso eccezionale.

«La maglietta – disse allora il sindaco eletto a capo di una lista civica di centrosinistra il 16 maggio 2011- mi e' stata donata da una dipendente del mio Comune, che ne ha fatto stampare varie copie e le ha distribuite. Il senso della frase é che da soli non si va da nessuna parte e che i piccoli passi in avanti sulla strada della legalità si possono fare soltanto tutti insieme».

A poco più di un anno da quelle dimissioni (forzatamente) rientrate e a poche settimane dall'ennesimo riconoscimento (il Premio Ambrosoli), Lanzetta ha ripresentato le dimissioni. Se sia solo un gesto plateale e provocatorio destinato a rientrare, non è ancora dato sapere anche se la coincidenza per riaccendere doverosamente i riflettori su di sé sulla Giunta ci sarebbero tutti: il 12 luglio, infatti, il presidente della Camera Laura Boldrini, dovrebbe incontrare nuovamente l'amministratrice nella Locride. All'ordine del giorno legalità e lavoro, lavoro e legalità, insomma un prodotto che in Calabria non cambia cambiando l'ordine dei fattori.
Fatto sta che le nuove dimissioni sono state annunciate poche ore fa alla stessa presidente della Camera alla quale ha spiegato – in poche parole – che non ha alcuna intenzione di derogare a quei valori e a quei principi che, fin da piccola, le sono stati insegnati in famiglia.

Alla base della scelta sembra ci sia la riluttanza di alcune delle persone a lei più vicine in Giunta a costituire il Comune parte civile in un processo che mette sotto accusa anche la gestione di un funzionario dell'ente pubblico.

Ora che il debutto nell'aula di un Tribunale si avvicina le tensioni salgono e probabilmente appaiono solo quelle superficiali. Sotto la cenere il fuoco deve essere incandescente. Per il momento ha bruciato Lanzetta e se questa volta non servirà neppure Boldrini a farla rientrare dalla decisione, il conto che la Calabria pagherà sarà (ancora una volta) salatissimo.

Salato – se la decisione sarà confermata – sarà anche per lei, attesa da un periodo quanto meno complesso visto che un'altra donna, Carla (detta Carolina) Girasole, ex sindaco di Isola di Capo Rizzuto (Crotone), abbandonata la carica si è trovata a fare i conti con la paura. Quella vera e senza Stato a scortarla. Girasole si era ripresentata a maggio di quest'anno alle elezioni amministrative del Comune in un caos totale. 
Abbandonata persino dal suo partito (piccolo particolare: il partito di riferimento è lo stesso di Lanzetta) è stata sonoramente sconfitta. Brindisi nei bar per la sua sconfitta, clacson impazziti per le strade, festeggiamenti e capriole. Non spetta ad un giornalista valutare la statura politica di un sindaco, fatto sta che ora è sotto pressione, le hanno incendiato la casa delle vacanze e i problemi, quelli veri, altro che quelli di quando era amministratrice, arrivano solo ora che le luci della ribalta sono state fulminate una dopo l'altra.
(Fonte)
Stampa il post

Nessun commento:

Posta un commento